martedì 14 gennaio 2014

Sul reato di clandestinità la rete sconfessa Grillo e Casaleggio

POLITICA - Ieri, dalle 10 alle 17, sul blog di Beppe Grillo si è svolto un referendum on-line tra gli iscritti al MoVimento 5 Stelle sul reato di clandestinità. L’esito è stata una pesante bocciatura della linea di Grillo e Casaleggio che solo pochi mesi fa sconfessarono due senatori del MoVimento 5 Stelle che avevano proposto, e la Commissione Giustizia del Senato approvò, un emendamento che chiedeva l’abolizione della Bossi-Fini. In quell’occasione, in un post a firma non solo di Grillo ma anche da Casaleggio, i due scrivevano: “Ieri è passato l'emendamento di due portavoce senatori del MoVimento 5 Stelle sull'abolizione del reato di clandestinità. La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale.” Grillo e Casaleggio erano in disaccordo sia sul metodo (la presentazione di un emendamento non presente nel programma e non votato dalla rete) ma anche nel merito (la famosa, quanto triste, frase sulla percentuale da prefisso telefonico se in campagna elettorale il M5S avesse parlato di queste tematiche e scrivevano: “Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell'Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l'Italia. Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice "La clandestinità non è più un reato").

Ma se la linea uscita dalle consultazioni è quindi una chiara sconfitta di Grillo, si possono fare alcune considerazioni, positive e negative, nel merito e nel metodo, di quello che è successo ieri.

Questa votazione è  stata una delle rare occasioni in cui il blog è stato usato per far dare un parere vincolante agli eletti del MoVimento 5 Stelle dai propri iscritti. Credendo fermamente nell’idea di una democrazia diretta e non partecipata questo dovrebbe essere uno strumento da usare con parsimonia. I Parlamentari infatti dovrebbero svolgere le loro funzioni cercando il bene non solo dei propri elettori ma dell’intera nazione (i parlamentari infatti, come recita la nostra Costituzione, non hanno vincolo di mandato). Dovrebbero lavorare tenendo bene in mente il programma sul quale gli elettori hanno dato il loro voto, e decidere, avendo più strumenti dell’elettore, la cosa migliore. È però lodevole che i parlamentari dell’M5S non si distacchino dalla propria base e possano chiedere anche un parere vincolante su argomenti di interesse collettivo come quello dell’abrogazione o meno della Bossi-Fini in materia di clandestinità (penso che se un partito come il PD si fosse fermato di più ad ascoltare la propria base avrebbe fatto meno errori di quelli commessi in questi anni).

Ma se nel merito la decisione è lodevole, nel metodo c’è qualche dubbio.

In mattinata aveva messo mano alla tastiera il senatore dissidente Francesco Campanella che in un post su Facebook sciveva come il blog di Grillo, usato in questo modo, era come "arma" invitando a togliere "la pistola a Casaleggio".  “La vicenda del reato di clandestinità”, spiega il senatore “è stata gestita dal blog in modo discutibile. Non è così che va gestita la democrazia diretta. La vita delle persone non è un videogioco né una battuta da condividere sui social media. Il blog gestito così diventa un'arma nelle mani di qualcuno che si è convinto di poter gestire più di 150 parlamentari con strategie di organizzazione di rete aziendale. Togliamo quella pistola a Casaleggio! Il M5s è un fenomeno troppo serio per essere gestito in questo modo!”.

Forse i due errori più grossi nella gestione di questa consultazione sono chiari, la mancanza di preavviso (il post di Grillo che invitava alla consultazione è stato postato dopo le 10.30 mentre le consultazioni erano previste per le 10.00) e la totale mancanza di dibattito. Infatti, a differenza di quello che uno si poteva aspettare, alla consultazione, tranne qualche post di Grillo sul tema, non è stata preceduta da nessun dibattito, nessun post che potesse avvalorare le due posizione, una spiegazione di come funziona la legge e di come cambierebbe se a vincere fosse l’abrogazione della Bossi-Fini, senza dare il maggior numero di informazioni (soprattutto da parte di un MoVimento che attacca giornali e tv su come vengono diffuse le notizie) e strumenti in modo tale che gli iscritti potessero decidere.

La mancanza di preavviso a poi portato un esiguo numero di votanti, parliamo di meno di 25 mila a fronte di più di 80 mila iscritti al movimento.

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