venerdì 6 dicembre 2013

Primarie PD, domenica non voto perchè

I 3 candidati alle primarie PD
POLITICA - Stavolta non ci vado. Per colpa dei 101, di D’Alema e della gestione del caso Cancellieri.

Dal 2005, indizione delle prime votazioni Primarie del Centrosinistra ( nelle varie accezioni di Unione, Ulivo, Partito Democratico), ho sempre partecipato a questo tipo di votazione, che in generale ritengo sia positiva perché favorisce la partecipazione democratica e popolare, ed avvicina il partito (qualsiasi esso sia) anche a chi, come me, non è un vero e proprio militante ma segue le vicende politiche con interesse.
In ordine sparso, credo di aver votato Prodi, Bersani, Veltroni, Vendola, forse dimentico qualcuno. Questa volta, ho deciso di non partecipare, e vorrei spiegarvi le motivazioni, non tanto per annoiarvi con le mie riflessioni ma per segnalare quelli che a mio parere sono stati gli errori del Partito Democratico nell’ultimo periodo, sperando magari in futuro ci sia la possibilità di non perseverare negli stessi identici errori.

Due brevi premesse, una sugli ideali fondanti del partito, una sugli scenari futuri.
             A livello teorico, mi riconosco in pieno nella idea originaria del Partito Democratico, nella sintesi cioè tra un socialismo riformista ed un cattolicesimo sociale. E’ l’orizzonte politico a cui guardo. Credo però, e lo argomenterò dopo, che questa sintesi sia di fatto fallita, o almeno incompiuta, e che il comportamento del Partito e la sua struttura non abbiano rispecchiato i valori di riferimento.
             Nonostante ciò, ritengo che molte delle speranze di avere un futuro migliore per il nostro paese vadano riposte nel Partito Democratico. Non credo nel populismo grillino capace solo di dire che tutto fa schifo ma incapace di formulare una proposta concreta. Non credo nella sinistra estrema che parla ancora di lotta di classe e rivoluzione del proletariato. Non credo nella destra berlusconiana ed anzi ritengo che in questi ultimi 20 anni abbia contribuito alla deriva morale ed economica del nostro paese. Non credo nel Nuovo Centrodestra popolato da vecchi arnesi della politica, pluriindagati o che già hanno cambiato più volte colore politico a seconda delle convenienze. Non credo nei numerosi movimenti al Centro, in ogni caso il Centro a mio parere non avrà mai i numeri per governare da solo e dovrà sempre appoggiarsi a destra o a sinistra. Insomma, nel bene o nel male, penso che il futuro dell’Italia è legato al futuro del Pd. Ovviamente siete liberi di non condividere il mio pensiero, ma io la vedo in questo modo.

Direte, se credi nel Pd e pensi che le Primarie siano uno strumento valido, perché non ti recherai ai seggi? Per due motivi: 1) Mi sono stufato di firmare cambiali in bianco; 2) I candidati proposti, per un motivo o per l’altro, non sono di mio gradimento. Provo ad argomentare punto per punto.

1) Alle ultime primarie ho votato prima Vendola e successivamente al ballottaggio Bersani, ho successivamente votato Sel alle elezioni sapendo benissimo che il candidato Premier era Bersani. Insomma, ho dato il mio voto al Centrosinistra rispetto ad un patto di Governo. Potevo immaginare una alleanza post-elettorale con Scelta Civica, non mi sarei però mai immaginato di votare Vendola alle primarie per poi trovarmi al Governo con Berlusconi ed Alfano. Vero che il voto è stato imprevedibile, però ecco le scelte successive del Pd non hanno rispettato le mie aspettative.
Ora, saltiamo tutta la storia, diciamo che il governo col Pdl è stato quasi obbligato, non posso però scordare la pessima gestione del voto per il Quirinale. Scelte assurde, un partito che prima sbaglia scegliendo Marini, poi si accorda su Prodi, ed i famosi 101 impallano il Professore. Emerge un partito spaccato in fazioni, correnti, gruppi di interesse, ancora oggi non sappiamo chi ha impallinato la votazione di Prodi, tra sospetti, veleni e minacce più o meno velate.

2) Già ero indeciso, e mi arrovellavo sulla scelta tra Renzi Cuperlo e Civati. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la pessima gestione del caso Cancellieri. Procedo candidato per candidato:
             Renzi. Penso anche io che il Pd necessiti di una rivoluzione dalla fondamenta, che o si rinnova o muore, penso che Renzi sia capace ed abbia una ottima parlantina, però, sintetizzo, la mia sensazione è che sia più guidato dalla ambizione personale che dalla ricerca del bene del partito. In più, ho paura che con lui Premier avremo tanto fumo e poco arrosto, parla per slogan, chiama l’applauso, è efficace, ma raramente spiega come nel concreto attuare il suo programma.
             Cuperlo. Non lo conoscevo, e confesso che quando parla resto colpito. Usa parole quasi estinte come sinistra, uguaglianza, lavoro, solidarietà, e sarei seriamente tentato di votarlo. Però, mi spiace, vedo Cuperlo come l’uomo dell’apparato, la proiezione di D’Alema, e chi scrive pensa che baffino sia la causa di tutti i mali della sinistra negli ultimi anni. Max invece di farsi da parte dopo le sconfitte, sta sempre ufficialmente dietro le quinte ma nei fatti nel cuore del Partito, lavorando sempre ai fianchi per affossare i suoi nemici. Sono personalmente convinto che Prodi non sia salito al Colle per l’opposizione di D’Alema.
             Civati. Parla bene, è efficace, ma davvero sembra far parte di un altro partito. Ne fondasse uno suo se la casa madre è cosi insopportabile.

Mentre ero indeciso, arriva il caso Cancellieri. La vicenda la conoscete. Quello che ho trovato insopportabile è che sia Renzi che Civati che Cuperlo si erano fortemente espressi per la sfiducia al Ministro. Parole forti ed argomenti a mio parere validi. Poi, per disciplina di Partito si sono adeguati al diktat di Letta votando la fiducia al Governo. Abbiamo avuto l’ennesima prova di un Partito che predica bene e razzola male.
L’alleanza con Silvio, i 101, il caso Cancellieri, la difesa di Alfano nel caso Kazako, l’abolizione dell’Imu per contentare il Pdl. Scusate, ma non ce la faccio. Poi, in futuro si vedrà. Spero chi vinca le Primarie possa convincermi a votare alle prossime elezioni.

Chiudo con una citazione di Zoro, il comico che spesso si occupa delle vicende della sinistra. Cosi parlava, e mi ci ritrovo appieno: “potevo nasce negli anni 60 juventino e democristiano, una vita comoda comoda, e invece me ritrovo romanista e de sinistra, che vita di sofferenza!”.

Mario Scelzo.

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