lunedì 30 dicembre 2013

#Grillomente: sulle vacanze di Natale Grillo fa solo disinformazione

POLITICA - Anche se la polemica è esplosa qualche giorno fa, vale la pena ritornarci per alcuni istanti.

Grillo posta un video nel quale si vedono i deputati Titti Di Salvo (Sel) e Andrea Romano (Scelta Civica) invitare i colleghi a dare certezza sul calendario dei lavori e riflettere sulla possibilità di una chiusura dei lavori parlamentari in vista delle vacanze di Natale. Fino a qui nulla di strano, una forza politica, il MoVimento 5 Stelle, vorrebbe protrarre i lavori il più possibile, mentre altri deputati chiedono di poter passare le festività natalizie a casa. Non entro nel merito di questa polemica, ma bisogna soffermarsi su due punti in particolare.

La violenza scatenata dal post. Oggi il post di Grillo, con i relativi commenti, è sparito, ma per diverse ore era on-line, dando a molti la possibilità di commentare. Ai classici insulti, ormai all’ordine del giorno, si sono aggiunte le minacce di morte verso i due parlamentari. Una violenza forte che non giova al dibattito politico. Una violenza forte e inspiegabile, due giorni di vacanza possono scatenare tanta violenza? Il Presidente della Camera, Laura Boldrini ha diffuso una nota nel quale spiegava che “Non vogliamo e non dobbiamo rassegnarci a questo imbarbarimento del dibattito pubblico, che cancella ogni distinzione tra la legittima critica ai politici e l’esercizio della più sfrenata violenza verbale.”

La disinformazione di Grillo. Ma c’è un altro punto importante da sottolineare. Grillo, in questo caso, mente. Solo pochi giorni fa attaccava il vice direttore de La Stampa, Massimo Gramellini, accusandolo di fare disinformazione e ci cade anche lui. Il primo ad accorgersene è Andrea Sarubbi, giornalista ed ex parlamentare quindi il male assoluto per molti grillini, che risponde ad un post su facebook dell’onorevole Gianluca Vacca (M5S) che 23 dicembre aveva scritto: “La Camera chiude. Abbiamo provato a inchiodarli qui fino al 24, anche al 25 se necessario. Ovviamente pur di evitare questo hanno posto l’ennesima fiducia e sono tornati tutti a casa, per le vacanze”. Sarubbi risponde “Non è vero! Avete concesso la deroga alle 24 ore di tempo tra la richiesta di fiducia e il voto per tornare a casa la vigilia di Natale. Perché dite bugie?”. Vacca prova a rispondere “Andrea, si tratta di poche ore, dopo l’apposizione della fiducia potevamo fare ben poco ormai” Ma Sarubbi non ci sta e rincara la dose “Non è vero. Potevate passare il 23 notte alla Camera e lavorare il 24. Non lo avete fatto.”

Bisogna capire come funziona il regolamento della Camera. Nel caso il governo fa richiesta del voto di fiducia vengono bloccati i lavori parlamentari per 24 ore. Il voto di fiducia non è un voto qualsiasi, il governo ci mette la faccia, non si possono apportare modifiche ne proporre emendamenti ma bisogna votare sul decreto governativo così com’è, e nel caso il decreto non ottenesse la maggioranza il governo non ha più la fiducia e decade, per questo il regolamento da la possibilità di fermare i lavori e avere 24 ore per riflettere bene. Naturalmente c’è la possibilità di deroga alle 24 ore, come dice Sarubbi. Nel caso in cui tutti i gruppi parlamentari fanno richiesta di anticipare il voto questo può essere espresso prima delle 24 ore.

Nei giorni precedenti al Natale si discuteva alla Camera il “Salva Roma”. Nel pomeriggio del 22 il governo pone il voto di fiducia e, da regolamento con la pausa di 24 ore, la votazione nominale sarebbe iniziata intorno alle 19 del 23 con relativa partenza dei parlamentari non prima del 24. Alcune forze parlamentari avevano chiesto la deroga, iniziando le votazioni nella mattinata del 23. Questo sarebbe stato possibile solo, ripeto solo, con l’ok anche del M5S. Ma, a sorpresa, durante la conferenza dei capo-gruppi alla Camera, il rappresentante del M5S, l’onorevole Villarosa, si dichiara d’accordo anticipando di fatto il voto.

I grillino avrebbero potuto obbligare a iniziare la votazione di fiducia il 23 e protrarre la discussione fino al 24 dicembre, ma non lo hanno fatto, e Grillo si è dimenticato di dirlo, iniziando una grave campagna d'odio contro Titti Di Salvo e Andrea Romano, quando anche i suoi parlamentari erano d'accordo.

Il Presidente Boldrini, nella nota che abbia già citato, infatti continuava: “Un comportamento ancor più inaccettabile perchè, nel caso specifico, tutti i gruppi, incluso il M5S, avevano dato l’assenso alla deroga che ha consentito di anticipare di poche ore il voto di fiducia di lunedì 23. Trovo assai scorretto che non ci si voglia assumere, davanti ai cittadini, la responsabilità delle decisioni prese all’unanimità, e che anzi si forniscano false ricostruzioni dei fatti.”

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