martedì 29 gennaio 2013

Ustica: è stato un missile. Lo sapevamo già da 33 anni

NEWS DALLA STORIA - Nella nostra storia è accaduto anche questo. Che una verità scoperta e capita subito ha dovuto essere smentita e inabissata per 33 anni, per poi ritornare prepotentemente a galla. In tanti, in quella lunga notte del 27 giugno 1980, parlavano di un missile che, nel corso di una azione di guerra tra Francia, Stati Uniti e Libia, aveva colpito, per sbaglio, il DC9 italiano della compagnia aerea Itavia, che stava volando sui cieli di Ustica. 81 persone persero la vita in quella tragedia. La parola "Ustica", che fino al 26 giugno 1980 indicava solo una splendida isola mediterranea, subì una mutazione quasi genetica: divenne un neologismo italico, evocatore di qualcosa di oscuro, indicibile, utile per indicare una linea di condotta politica codarda e poco lungimirante, che negli anni post guerra fredda non troverà mai il coraggio di aprire gli archivi, di togliere il segreto di Stato sulle stragi, di suscitare un dibattito sano e costruttivo sul tanta parte oscura della storia del nostro Paese. Si diceva: un giorno la verità storica smentirà quella giudiziaria, fatta anche per Ustica di depistaggi, dolorose assoluzioni e di ricostruzioni farlocche degli eventi, che non vale neppure la pena citare ancora. I procedimenti giudiziari per alto tradimento intentati contro alcuni vertici militari italiani che avrebbero ostacolato le indagini si sono conclusi con la completa assoluzione degli imputati. Eppure ieri, lunedì 28 gennaio, qualcosa è cambiato. La tesi che fu un missile ad abbattere il Dc9 dell’Itavia ad Ustica «è abbondantemente e congruamente motivata». Poche parole che cambiano tutto e aiutano la ricostruzione storica: le ha scritte nella sua sentenza la terza sezione civile della Corte di Cassazione che ha respinto quindi il ricorso presentato dal ministero della Difesa e delle Infrastrutture e Trasporti e ribadito che i parenti delle vittime del disastro vanno risarcite. Lo Stato dovrà pagare perchè non ha garantito la sicurezza della navigazione aerea civile. «Non c’è dubbio - scrivono i giudici - che le amministrazioni avessero l’obbligo di garantire la sicurezza dei voli e che l’evento stesso dimostra la violazione della norma cautelare».

Approfondimenti:
La bibliografia completa sulla strage di Ustica

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