martedì 23 aprile 2013

Numeri a 5 Stelle

POLITICA - I numeri non mentono, al massimo il problema è come vengono commentati, per questo basta riportare i dati che oggi sono usciti per avere un’idea su cosa accade intorno al Movimento 5 Stelle.

Iniziamo dalle quirinarie. Per più di una settimana il Movimento guidato da Grillo ha urlato, anche nelle piazze, che Rodotà era il candidato migliore perché votato dai cittadini. Dopo più di una settimana, quando ormai il candidato Rodotà è saltato e al Quirinale viene riconfermato Giorgio Napolitano, sul blog di Grillo vengono diffusi i dati ufficiali.

voti espressi sono stati 28.518 sui 48.292 degli aventi diritto (41% si è astenuto)

- Gabanelli Milena Jole: 5.796
- Strada Luigi detto Gino: 4.938
- Rodota’ Stefano: 4.677
- Zagrebelsky Gustavo: 4.335
- Imposimato Ferdinando: 2.476
- Bonino Emma: 2.200
- Caselli Gian Carlo: 1.761
- Prodi Romano: 1.394
- Fo Dario: 941

Alle ultime elezioni italiane gli aventi diritto erano  50 449 979

Elezioni in Friuli Venezia Giulia. Alle elezioni politiche del 2013 il Movimento di Grillo ha preso, in Friuli Venezia Giulia, 196.218 voti, pari al 27,2. a distanza di poco meno di due mesi, alle elezioni regionali in Friuli il Movimento ha preso 103.133 voti pari a 19,2%  (perdendo quindi più di 90 mila voti e intorno agli 8 punti percentuali). Va ricordato però che nella regione c’è stata una fortissima astensione (un elettore su due) e che è sempre difficile paragonare due elezioni diverse, nelle elezioni regionali conta molto la radicalità nel territorio dei candidati e forse Debora Serracchiani lo è più dei suoi avversari.

Un passaggio storico: il testo integrale del discorso di Napolitano

POLITICA - Pubblichiamo integralmente, e senza superflui commenti, il discorso pronunciato lunedì 22 aprile 2013 da Giorgio Napolitano in occasione della sua elezione a Presidente della Repubblica Italiana.


"Signora Presidente, onorevoli deputati, onorevoli senatori, signori delegati delle Regioni,
lasciatemi innanzitutto esprimere - insieme con un omaggio che in me viene da molto lontano alle istituzioni che voi rappresentate - la gratitudine che vi debbo per avermi con così largo suffragio eletto Presidente della Repubblica. E' un segno di rinnovata fiducia che raccolgo comprendendone il senso, anche se sottopone a seria prova le mie forze : e apprezzo in modo particolare che mi sia venuto da tante e tanti nuovi eletti in Parlamento, che appartengono a una generazione così distante, e non solo anagraficamente, dalla mia.

So che in tutto ciò si è riflesso qualcosa che mi tocca ancora più profondamente : e cioè la fiducia e l'affetto che ho visto in questi anni crescere verso di me e verso l'istituzione che rappresentavo tra grandi masse di cittadini, di italiani - uomini e donne di ogni età e di ogni regione - a cominciare da quanti ho incontrato nelle strade, nelle piazze, nei più diversi ambiti sociali e culturali, per rivivere insieme il farsi della nostra unità nazionale.

Troppi grilli per la testa: il PD nel post elezioni di Napolitano

POLITICA - Quando il nome di Romano Prodi è risuonato per la trecentonovantacinquesima, e ultima, volta venerdì sera, durante il quarto scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica, era chiaro che quello successo nel segreto dell’urna andava oltre alla bocciatura di Prodi, era un vero e proprio inizio del congresso. All’appello nell’urna sono mancati 101 voti, molti, troppi, per poter continuare a puntare sull’ex premier padre dell’Ulivo e del centro-sinistra. Era, come sottolineato da molti, da Vendola a importanti esponenti del PDL, l’inizio del congresso del PD a spese degli italiani.
La candidatura di Prodi era nata in mattinata al cinema Capranica, dopo aver puntato, nel primo scrutinio, sul, perdente, nome di Marini. Prodi acclamato, era diventato il candidato ideale, inviso a Berlusconi, come chiedeva la base, un nome che univa, come chiedevano in tanti nel partito. Nessuno era contrario, sarebbe stato il presidente di tutti.
Ma la carica dei 101, nel segreto dell’urna, ci ha ripensato. Ma più che di franchi tiratori, l’ormai ex segretario Bersani ne aveva previsti almeno una cinquantina per poter continuare a puntare sul nome di Prodi, sono stati calcoli politici. Il messaggio era chiaro, Prodi era un nome che avrebbe  potuto unire il partito ma avrebbe diviso il parlamento e il paese (B. in piazza a Bari aveva minacciato di lasciare l’Italia nel caso fosse stato Prodi il Presidente della Repubblica) allontanando di fatto quelle larghe intese che in molti chiedono tra i democratici (D’Alema e Franceschini per fare solo due nomi). E l’elezione di Napolitano, con una così larga maggioranza, fa presagire un governo di larghe intese (già questa sera ci potrebbe essere un premier incaricato dopo un rapido giro di consultazioni).

mercoledì 17 aprile 2013

L'ultima barbarie: 25 anni fa le Brigate Rosse uccidevano Roberto Ruffilli

''L'odio e la violenza terroristica'' hanno colpito ''la sua determinazione nel portare avanti un progetto politico riformatore capace di superare visioni esclusivamente ideologiche e di rafforzare, ammodernandoli, i principi alla base del sistema democratico''. Ai giovani ''va trasmessa la consapevolezza del valore della sua eredita''.

Con queste parole il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha voluto ricordare ieri Roberto Ruffilli, nel 25esimo anniversario della sua barbara e macabra uccisione ad opera di un gruppo di terroristi provenienti  dalla fazione militarista delle Brigate Rosse. Con la sigla BR-PCC (Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente, adottata dalle BR  alla fine del 1981), dopo aver firmato nel 1986 l'omicidio dell'ex Sindaco di Firenze Lando Conti, con l'uccisione del senatore DC Roberto Ruffilli, il terrorismo rosso chiude nel sangue la stagione di piombo degli anni '80.


Ruffilli era appena rientrato nella sua casa di Forlì quando due finti postini suonarono alla porta della sua abitazione con la scusa di recapitargli un pacco postale; entrati nell'abitazione, lo condussero nel soggiorno, dove lo fecero inginocchiare accanto al divano per poi ucciderlo con tre colpi di pistola alla nuca.
Dopo una telefonata al quotidiano la Repubblica, nel giorno stesso dell'assassinio, alle 10.40 del 21 aprile fu ritrovato, in un bar di via Torre Argentina a Roma, un volantino rivendicante l'uccisione, che esordiva così:
« Sabato 16 aprile un nucleo armato della nostra organizzazione ha giustiziato Roberto Ruffilli, [...] uno dei migliori quadri politici della DC, l'uomo chiave del rinnovamento, vero e proprio cervello politico del progetto demitiano, teso ad aprire una nuova fase costituente, perno centrale del progetto di riformulazione delle regole del gioco, all'interno della complessiva rifunzionalizzazione dei poteri e degli apparati dello Stato. Ruffilli era altresì l'uomo di punta che ha guidato in questi ultimi anni la strategia democristiana sapendo concretamente ricucire, attraverso forzature e mediazioni, tutto l'arco delle forze politiche intorno a questo progetto, comprese le opposizioni istituzionali. Firmato: Brigate Rosse per la costituzione del Partito Comunista Combattente »

Il professor Roberto Ruffilli, allora 51 enne, era considerato un bersaglio importante per l'impegno che, come consulente di Ciriaco Demita, leader Dc, stava dando alla riforma dello Stato. Per il suo omicidio furono condannati all’ergastolo: Fabio Ravalli, Maria Cappello, Franco Grilli, Stefano Minguzzi, Tiziana Cherubini, Franco Galloni, Rossella Lupo, Antonio De Luca, e Vincenza Vaccaro.

Terremoto in Iran, anche gli USA offrono aiuto

Gli Stati Uniti sono "pronti a offrire assistenza in questo momento difficile" a Iran e Pakistan colpiti dal terremoto. Così si esprime in una nota il segretario di Stato Usa John Kerry rendendo esplicita l'offerta di aiuto statunitense e presentando le sue "più profonde condoglianze" alle "famiglie delle vittime, ai feriti e alle comunità che hanno subito danni alle loro case e alle loro proprietà" nel sisma di ieri. Per certi versi un atto dovuto ma che giunge quanto mai opportuno in questa fase di tensioni crescenti tra i due paesi.


Intanto in Iran la situazione resta tanto tragica quanto sconosciuta. I primi bilanci seguiti al potente terremoto che lo scorso 16 aprile ha devastato il sud est del Paese sono già drammatici: fonti locali citate dai siti dell'area parlano di almeno 81 morti e migliaia di edifici crollati. Il regime di Teheran nega invece ogni perdita in vite umane. La città di Hiduch nel sudest dell’Iran “è stata interamente distrutta” dal sisma che ha colpito l’area. Lo scrive il Guardian, citando fonti iraniane. E vittime si registrano anche in Pakistan: 34, secondo le autorità di Islamabad. L'epicentro è stato localizzato a circa 86 km dalla citta' di Khash e 81 km da Saravan, entrambe con oltre 50.000 abitanti, e a 167 km da Iranshahr, che invece ne conta quasi 100.000. Nella zona sono centinaia di migliaia le case costruite con mattoni di fango, secondol'agenzia semi-ufficiale Fars.

Sebbene secondo gli esperti quello di ieri rappresenti il sisma più potente degli ultimi 50 anni, l’Iran è un Paese fortemente sismico e già abituato a fare i conti con le conseguenze devastanti dei terremoti: già nell’agosto scorso 2012 vi era stato un terremoto con 306 morti e circa 4.500 feriti a Tabriz, nel nordovest. Il sisma che nel dicembre 2003 colpì l’antica città di Bam causò tra i 25 mila e i 31 mila morti a seconda delle stime e ancor più tragico fu il terremoto del giugno 1990, ancora una volta nel nord-ovest, che fece circa 37 mila vittime e più di 100 mila feriti nelle province di Gilan e Zanjan.



Preparazione a 5 stelle


POLITICA -  Lo confesso, non sono mai stato un fan di Beppe Grillo, non ho mai avuto per la sua inziativa politica né curiosità, nè simpatia. Ho sempre pensato (e lo penso tuttora) che il suo personaggio sia costruito a tavolino, che sia entrato in politica per interessi poco chiari, che abbia poco di concreto da dire. Se vi siete stufati di leggere pensando che sia prevenuto, fate pure.
Eppure, fino a pochi mesi fa, avevo una speranza. Pensavo, vabbè lasciamo stare Grillo e Casaleggio, ma oltre loro il movimento è composto da giovani preparati, vivaci, dinamici, pronti a contribuire al rilancio del Paese. Già ad esempio Pizzarotti, il Sindaco di Parma, di fatto il primo grillino in un luogo di potere, sicuramente si presenta bene, come un ragazzo alla mano voglioso di dare un contributo utile per la sua città.
Aspettavo quindi con curiosità lo sbarco a Roma dei deputati grillini per vedere il loro grado di preparazione, le loro competenze, il loro contributo alle attività parlamentari. Ora, tolta la strategia politica del movimento, che personalmente non condivido ma accetto come strategia, sono veramente colpito dalla impreparazione, dalla maleducazione, dall’ignoranza e pochezza culturale di molti dei Deputati Grillini. Per sintetizzare, concentriamo la nostra attenzione sul Capogruppo alla Camera dei Deputati Roberta Lombardi.
La Lombardi in meno di due mesi ha collezionato una serie enorme di gaffe, ha mostrato tutto il suo mix di arroganza ed interpretazione (mi permetto, se io fossi un elettore grillino chiederei di corsa le sue dimissioni, sta danneggiano il movimento). Provo ad andare per punti:
·       La simpatia non è un dono che tutti ricevono in dote, ma anche il più caratterialmente antipatico può sforzarsi di migliorare il suo carattere. La Lombardi guarda sempre il suo interlocutore con disprezzo, con uno sguardo di superiorità morale, col tono di voce e la faccia della prima della classe, quella che a 5 minuti dalla campanella ricorda alla Prof. che oggi doveva interrogare. Per dire, a me personalmente Crimi risulta un mostro di simpatia rispetto alla Lombardi.
·       L’insicurezza. Pur di apparire la più brava e devota di tutte, la Lombardi chiede alla rete anche cosa deve mangiare o bere. E’ famosa ed emblematica la sua richiesta “ragazzi mi hanno rubato il portafoglio con le ricevute degli scontrini, che faccio? Aspetto consigli”. Ora, cara Roberta,  va bene consultare la rete, ma spero voi deputati grillini abbiate un minimo di autonomia. Capisco consultare la rete per l’elezione del Presidente della Repubblica, capisco meno affidarsi alla rete per questioni che poco interessano ai cittadini.
·       Il rispetto per le Istituzioni. Perfino Grillo, in un raro momento di lucidità, ha elogiato Napolitano quando il Capo dello Stato lo ha difeso dagli attacchi del leader della Sinistra Tedesca. Ora, dire al Capo dello Stato, rappresentante del nostro popolo, di godersi la vecchiaia ed i nipotini, è veramente uno sgarbo istituzionale di pessimo gusto. Non sarebbe sgradita una quota sindacale di educazione.
·       L’impreparazione. Se scegli di fare il deputato, se oltretutto vieni eletta Presidente dei Deputati del tuo Partito, non puoi ignorare la Costituzione! Non puoi non sapere che per essere eletto Presidente della Repubblica devi avere più di 50 anni! Io, cittadino, posso non saperlo (e, per inciso, personalmente lo sapevo), tu, Capogruppo, DEVI SAPERLO. E meno male, Roberta, che avevate occupato la Sala del Mappamondo leggendo la Costituzione…
·       Mi è rimasta qui questa frase: nel dialogo in streaming Bersani-5stelle, il segretario Pd dice, sintetizzo “noi abbiamo i voti”, e la Lombardi, “si, ma noi abbiamo la credibilità”. Cara Roberta, la credibilità si conquista col tempo, tra un anno, forse, potremmo dire che il movimento è credibile, dirlo ora è pura arroganza.
Concludo. Mi aspettavo, e credo anche voi, gente preparata, colta, pronta al dialogo, capace di generare proposte e contributi. Fino ad oggi abbiamo visto una banda di dilettanti allo sbaraglio. Se la Lombardi è la Capogruppo, la rappresentante, la prima della classe, non oso pensare al resto.  Non è sicuramente di una banda di incompetenti arroganti quello di cui il paese avrebbe bisogno.
Mario Scelzo

lunedì 15 aprile 2013

Democratici sull’orlo di una crisi di nervi.

POLITICA - Nonostante sia stato il Partito più votato, con la maggioranza alla Camera dei deputati, il partito che, pur non avendo vinto, comunque non ha perso, sta vivendo, nel panorama politico italiano, il peggior momento della sua (breve) storia. Mai, come in questi ultimi giorni, infatti, all’interno del Partito Democratico si era visto attacchi feroci tra i suoi esponenti.
Intervistato dal TG5 il sindaco di Firenze parte all’attacco del segretario del suo partito “ho soltanto detto insieme a tanti altri, persino la Cgil, che bisogna fare presto.” È l’incipit del ragionamento renziano, che poi attacca “Mi spiace che destini personali di Bersani siano più importanti.” E poi boccia l’eventuale candidatura di Marini e Finocchiaro al Quirinale. Da li giro di dichiarazioni all’interno del PD; Fassina su Repubblica: “Renzi continua a far prevalere le sue pur legittime aspirazioni personali rispetto agli interessi del paese e mi sembra irresponsabile. Ormai è evidente che i sondaggi creino deliri di onnipotenza.”  Ma è la Finocchiaro ad essere la più dura: “Trovo che l'attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile, per i toni e per i contenuti.” poi aggiunge “E trovo inaccettabile e ignobile che venga da un esponente del mio stesso partito.”
Naturalmente sulla corsa al colle più alto di Roma si gioca una partita importante e determinante per gli assetti politici futuri. Trovare un nome condiviso con il PDL sarebbe un primo passo verso quell’inciucio di cui molti elettori del centro sinistra hanno paura, ma sarebbe il modo per sondare il terreno a destra poter per un eventuale governo di larghe intese che molti chiedono a sinistra (come Massimo D’Alema, in corsa anche lui per il Quirinale con alto gradimento da parte di Berlusconi). Ma per il PD si potrebbe invece profilare un muro contro muro con il PDL e optare per l’ex premier e padre nobile del PD, quel Romano Prodi che impaurisce tanto Berlusconi. Il nome dell’ex premier era uscito anche dalla prima tornata delle quirinarie (le votazioni on-line di Grillo) e magari sul suo nome il MoVImento 5 Stelle potrebbe decidere di convogliare i suoi voti.  
Intanto la vita politica di Bersani sembra segnata. A meno di ricevere un mandato pieno dal successore di Napolitano, ma questo sembra improbabile, Bersani non dovrebbe essere il prossimo candidato del centro sinistra. E all’interno del partito c’è già chi si prepara al prossimo congresso, richiesto a gran voce da più di un esponente appena sarà superata questa delicata fase. A candidarsi alla successione del segretario c’è già Fabrizio Barca, con un lungo e, alle volte, complicato documento, messo in rete appena 24 ore dopo aver preso la sua prima tessera. Il ministro del governo Monti ha in mente un partito di sinistra, molto diverso dall’idea che ha Renzi, molto più vicino ai Democratici americani. Forse la convivenza non sarà facile tra i due.

martedì 9 aprile 2013

Lo stipendio dei Parlamentari a 5 Stelle

POLITICA -
Quanto prende un Parlamentare? Basta andare sul sito della Camera (http://leg16.camera.it/383?conoscerelacamera=4) e si trova la pagina dedicata al trattamento economico del deputato. 10.435,00 euro è l’indennità parlamentare (unica voce lorda del compenso che diventa 5 mila al netto delle tasse). A questa cifra va poi aggiunta la diaria (3.503,11 euro netti), il rimborso delle spese per l'esercizio del mandato (3.690 euro), le spese di trasporto e spese di viaggio (tra 3.323,70 e 3.995,10 euro) rimborsi per le spese telefoniche (3.098,74 euro). La somma è poco meno di 15 mila euro (14573.11 per l’esattezza). E quanto prenderanno i parlamentari grillini? Durante la campagna elettorale avevano promesso che il loro compensa sarebbe stato di 2.500 euro, il rimanete sarebbe ritornato allo Stato.
Ieri l’ennesima polemica, scaturita da un articolo su Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2013/04/08/news/stipendio_parlamentari_m5s-56178895/) a firma di Tommaso Ciriaco. Il giornalista racconta un retroscena che, se vero, sarebbe molto interessante, “Ragazzi – avrebbe detto Grillo- l'importante è essere presenti in Parlamento, fare il proprio lavoro onestamente e in modo trasparente. Io non ho mai eccepito sugli stipendi, ma solo sui vitalizi!” quindi non verrebbe messo in discussione la diaria ma solo il vitalizio. Il titolo del pezzo è emblematico: “Stipendi parlamentari, retromarcia di Grillo:"Vanno bene seimila euro al mese".
È lo stesso Grillo a dare una risposta a Repubblica, sul blog si può leggere .

“La retromarcia dei grillini, non bastano 2500 euro mensili. E Beppe: vanno bene 6 mila". Quante balle si possono infilare in così poche parole? Certamente "la Repubblica" batte ogni record. Ogni candidato del MoVimento 5 Stelle si è impegnato a rispettare il codice di comportamento che prevede 5.000 euro LORDI per l'indennità parlamentare percepita. Il codice non è stato oggetto di discussione, dibattito o revisioni. Consiglio a "la Repubblica" di concentrarsi su notizie fondamentali come l'affare Monte dei Paschi/Santander di cui sulla prima pagina di oggi non c'è cenno. Perché?

Possiamo dare per buone le parole di Grillo e andiamo al codice di comportamento del MoVImento (http://www.beppegrillo.it/movimento/codice_comportamento_parlamentare.php). Tra le tante voci si può trovare quella dedicata al trattamento economico. C’è scritto

Trattamento economico:

L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo. (N.D.R. La sottolineatura non è nel testo originale)

Quindi la polemica finisce qui. I parlamentari non percepiranno ne i 2.500 euro sbandierati in campagna elettorale e neanche i 6.000 euro denunciati da Repubblica, ma molto di più. 12,073.11 euro al mese. Naturalmente i parlamentari a 5 stelle possono decidere di rendicontare ogni singola voce e di prendere solo il dovuto. Aspettiamo il 27 aprile quando percepiranno il loro primo stipendio, sono sicuro che il MovVImento che ha fatto della trasparenza il loro cavallo di battaglia metterà tutte le buiste paga e tutti gli scontrini su internet, saremo noi cittadini-elettori i controllori.

sabato 6 aprile 2013

Giornata Internazionale dei rom e sinti 2013, le iniziative

L'International Romani Day (8 aprile) è il giorno dedicato alla promozione della cultura rom nel mondo  celebrare la cultura Rom e ad aumentare la consapevolezza dei problemi che in cui sono ancora immersi i circa 6 milioni di rom che vivono nel nostro continente, la più grande minoranza europea.
Alla giornata, ufficialmente istituita nel 1979 dalle Nazioni Unite, partecipa attivamente anche l'Italia con convegni istituzionali ed occasioni di incontro promosse da molte associazioni storicamente vicine al mondo dei rom.

Lunedì prossimo si svolgerà a Roma presso la Presidenza del Consiglio una convegno al quale saranno presenti numerosi esponenti delle comunità Rom e Sinti, il ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione Andrea Riccardi e il sindaco del comune di Lamezia Terme Gianni Speranza. Sarà anche l'occasione per fare il punto sulla Strategia nazionale d'inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti, approvata dal Consiglio dei ministri il 24 febbraio 2012. L'evento si terrà alle 12 presso la sala polifunzionale della Presidenza del consiglio dei Ministri, via Santa Maria in Via n. 37.

Maggiori informazioni su www.cooperazioneintegrazione.it

venerdì 5 aprile 2013

Tv a 5 Stelle


POLITICA -  Le ultime elezioni politiche hanno confermato quello che sappiamo da anni: le elezioni in Italia si vincono o si perdono grazie o per colpa della televisione. Detto meglio, le nostre opinioni politiche sono enormemente influenzate dalla visione quotidiana dei telegiornali e dei talk-show. Vi starete chiedendo, ma questo che scrive dove vive? Non si è accorto che un italiano su 4 ha votato per un Partito che si richiama ad internet, alla rete, alle nuove tecnologie? Non si è accorto della indubbia netta affermazione elettorale di Beppe Grillo, reso famoso attraverso il suo blog?
Certo che me ne sono accorto, ma vorrei qui provare a spiegare la mia tesi. Io divido gli elettori del Movimento 5 Stelle in due categorie. Nella prima ci sono i seguaci del blog dalla prima ora, persone che legittimamente seguono le battaglie del Movimento da anni, persone che sono attivisti sul blog, si scambiano opinioni in rete, portano avanti delle idee, delle battaglie (apro parentesi, battaglie a mio modesto parere condivisibili come la lotta agli sprechi della politica, altre del tutto errate, come il razzismo che spesso emerge, come le parole di Grillo contro rumeni e marocchini, come il linguaggio violento spesso utilizzato). Stimo questa prima categoria al 10% dell’elettorato italiano. Grillo ha preso il 25%, il restante 15% secondo me lo ha avuto in dono dalle televisioni, ed è la seconda categoria di elettore del M5Stelle . Si tratta di tanta gente che ha votato Grillo per protesta contro la cosiddetta Casta, che ha votato il movimento credendo ai sondaggi, pensando di votare una forza stimata al 10-15% che avrebbe potuto controllare i lavori parlamentari senza bloccare il Parlamento. Tutti gli addetti ai lavori credevano nello scenario di una vittoria del Pd, con successiva alleanza con l’area di Monti. Molti elettori hanno pensato, mettiamo Grillo ed i suoi in Parlamento come una sorta di controllori.
Ma torniamo al punto, perché questo secondo 15%, stimabile in 4-5 milioni di elettori, ha votato 5 stelle? Per l’onnipresenza del Movimento in Televisione. I direttori dei principali telegiornali e talk show del paese sono caduti in un banalissimo tranello organizzato da Casaleggio.  Dire no alle Tv con lo scopo di andare in Tv. Più Grillo e soci si dichiaravano ostili al mezzo televisivo, più le loro dichiarazioni erano trasmesse dai Tg. Più Grillo parlava di chiudere la Rai, più la Rai trasmetteva su tutte le reti le sue parole. Più Grillo cacciava i giornalisti dal palco di San Giovanni a Roma, più tale immagini venivano trasmesse. Grillo e Casaleggio hanno semplicemente trovato il sistema per essere onnipresenti in Tv; rendersi sfuggenti ed offensivi, dichiarare, in un paese monopolizzato dalle Tv, di essere contrari alla Tv. La Tv, come un leone ferito, ha reagito trasmettendo in Tv anche le idee più stupide del movimento.
Ricordo il giorno in cui le telecamere di mezzo paese erano puntate sullo Stretto di Messina, dove un signore anziano si è dilettato in un esercizio ginnico. Insomma, senza alcun motivo logico centinaia di telecamere hanno ripreso e portato nelle case della gente le parole del Grande Capo del Movimento. Ingroia, Giannino, ma anche Casapound o la sinistra radicale di Ferrero hanno avuto uno spazio mediatico del tutto minimo o marginale, mentre il fiore della stampa e tv italiana inseguiva Grillo in spiaggia, nella sua villa, nei suoi spostamenti.
L’abilità di Grillo è stata di creare un alone mitologico attorno al suo personaggio. Personalmente penso Grillo abbia poco di interessante da dire, ma, complici le tv, ha fatto credere a tanti di avere chissà quali idee brillanti, quali proposte rivoluzionarie.
Personalmente, se fossi stato direttore di un telegiornale, avrei dato a Grillo lo stesso spazio di Giannino o Ingroia. Se poi, alla richiesta di una intervista mi sarei sentito offendere, avrei smesso di insistere, non seguito l’evento, detto in diretta ai miei telespettatori una frase del tipo “oggi manifestazione del Movimento 5 Stelle a Roma, non la documentiamo perché gli organizzatori non vogliono la stampa, andiamo avanti con la prossima notizia”. Il giorno dopo, non avrei neppure letto il comunicato.
Intendiamoci, la mossa di Grillo e Casaleggio è legittima, nessuno è obbligato ad apparire in televisione, credo però che ora Beppe dovrebbe ringraziare le televisioni che hanno fatto da megafono alle sue parole.
Concludo. Direte voi, se pensi che parlare del movimento genera consenso, e si è capito che non sono un fan del movimento, perché continui a parlarne? Non sarebbe meglio ignorarli? Lasciarli perdere?
NO! ORA NO! Ora sono dei Parlamentari, sono dei nostri rappresentanti, pagati coi nostri soldi. In un certo senso, sono nostri dipendenti. Quindi, ora pretendo di sapere tutto su di loro, cosa fanno, cosa propongono, come spendono i miei soldi. Loro hanno fatto della trasparenza una giusta battaglia, ora devono essere i primi a mostrarsi trasparenti, nei comportamenti ma anche nelle modalità comunicative, e trovo sciocco, oltre che scorretto, l’utilizzo dello streaming a piacimento. Quando fa loro comodo, riunioni aperte alla rete, quando non gli fa comodo patetiche fughe in autobus per raggiungere chissà quali mete. Loro hanno parlato di aprire il Parlamento con un apriscatole, uso la loro metafora e vorrei che noi cittadini potessimo aprire con un apriscatole il Movimento 5 Stelle per capire chi comanda, chi decide, quali sono gli argomenti di discussione, quali le divergenze.
Credo comunque questi 40 giorni successivi alle elezioni hanno mostrato la vera faccia del Movimento 5 stelle, cioè un movimento non democratico, dove uno o due decidono per tutti, dove non è ammessa la discussione, dove non si vede una linea, un progetto per il Paese. Un Movimento capace di dire solo NO senza neppure provare a fare delle proposte, dei nomi, senza uno straccio di idea da sottoporre all’attenzione del Parlamento e dei suoi elettori.
Per fortuna, e questo grazie alle Tv ed ai social network che ci informano tutti i giorni sulle loro gaffes, incongruenze, figuracce, rifiuti ed assenza di proposte ormai il Movimento lo conosciamo, altri trucchetti non saranno più possibili. Accetto scommesse, tra qualche anno parleremo del Movimento 5 Stelle come una meteora della Politica Italiana, da qui a 2-3 anni il M5stelle avrà lo stesso peso politico dei radicali, del Fli, di Sinistra Critica, dei partiti di Mastella.

Ps. Accenno solo un rapido scenario. Come detto, siamo un paese sotto controllo televisivo, non mi dilungo su questo, pensate al legame Berlusconi e televisione e capite quanto conti la Tv in Italia. Con questa premessa, ipotizzo tra un anno il Presidente del Consiglio si chiamerà Matteo Renzi. E’ giovane, buca lo schermo, sa comunicare, ha una faccia pulita che ispira sicurezza, parla di temi concreti e non di vecchie ideologie, secondo i sondaggi prenderebbe voti a sinistra ma anche dal centro e dalla destra. Questo è indubbio, sarà anche bravo? Ho qualche dubbio.

Mario Scelzo

martedì 2 aprile 2013

Il gol di Turone, visto da un romanista

news dalla storia - Il goal di Turone era bbono! Se come me abitate a Roma, almeno una volta vi sarà capitato di sentire questa frase, magari in un Bar, in una discussione tra amici, in coda alle Poste. Frase mitologica, ormai parte dell’immaginario colletivo e della memoria storica di Roma, come il Colosseo, San Pietro, Romolo e Remo.
Episodio controverso che ha regalato fama eterna a Maurizio Turone, modesto difensore, giocatore che non sarebbe stato ricordato da nessuno per le sue capacità tecniche. Insomma, un umile gregario nella Roma di Falcao, Di Bartolomei, Nela, Ancelotti, Pruzzo, Campioni che hanno segnato un’epoca.
Il goal di Turone è diventato un simbolo. Per noi tifosi della Maggica rappresenta tutto il marcio del pallone simboleggiato dalla Vecchia Signora. Scudetti rubati, arbitri comprati, arroganza del potere (la famiglia Agnelli vista come la Casa Reale dell’Italia del dopoguerra, famiglia che è meglio avere amica che nemica), Moggi, la Gea, il doping, le schede Sim Svizzere regalate agli arbitri, tutto è racchiuso nel fuorigioco inesistente fischiato a Turone, che di fatto ha consegnato lo Scudetto alla Juventus.
Al contrario, per il tifoso juventino, il parlare romanista del goal di Turone rappresenta la Rometta, una squadra per anni modesta e sicuramente inferiore alla Juventus, squadra di onesti comprimari (Servidei, Annoni, Loria, Piacentini giusto per fare qualche nome), squadra più abile nel lamentarsi che nel giocare a pallone. Insomma, la vulgata juventina, magari di fronte all’episodio dubbio, è …voi vi lamentate sempre, dai tempi del goal di Turone….
Non mi soffermo molto sull’episodio, che probabilmente conoscete, vorrei qui parlare degli sviluppi successivi, degni di un thriller di Stieg Larsonn. In sintesi estrema, Turone segna di testa in tuffo sfruttando un passaggio di Pruzzo, l’arbitro Bergamo convalida il goal ma il guardalinee Sancini alza la bandierina. Bergamo si fida del suo collaboratore ed annulla le rete, la partita termina zero a zero, la Roma fallisce il sorpasso alla Juventus, che a fine anno vincerà l’ennesimo scudetto.
Vi prego di considerare il seguito dell’articolo con la dovuta ironia, ma sul goal di Turone si sono create leggende, teorie del complotto e depistaggi degni dei maggiori misteri italiani. La Strage di Piazza Fontana, l’assassinio di Aldo Moro, la scomparsa di Emanuela Orlandi, i legami ambigui tra Ior, Banda della Magliana, Loggia P2, al confronto col mistero del goal di Turone sono delle storie di facile soluzione.
Entriamo nelle controversie:
·       Con la tecnologia moderna, non esisterebbe il dubbio. Oggi ogni campo è pieno zeppo di telecamere, col computer è possibile analizzare il tutto, gli arbitri continuano a sbagliare, ma pochi secondi dopo in Tv sappiamo se c’è stato o non c’è stato errore. Nel 1981 al Comunale di Torino c’erano 4 telecamere, per di più non in linea con l’area di rigore. Ulteriore beffa del fato, quel giorno c’era uno sciopero di cameramen e montatori della Rai (l’unica Tv che riprendeva le partite), abbiamo quindi poche immagini, riprese da telecamere lontane.
·       Questa incertezza cresce negli anni, viene per cosi dire alimentata dal susseguirsi dei Campionati. Ogni volta che in un Roma-Juve accade un episodio sospetto ( e ne capitano, a memoria ricordo un rigore assegnato alla Juventus per un fallo su Zalayeta più vicino al Centrocampo che all’area di rigore… ), subito la memoria corre al goal di Turone.
·       Come per la Strage di Piazza Fontana, la verità, o la presunta verità, emerge con gli anni. Le polemiche tra Sofri e Cucchiarelli, autore dell’ultimo libro-ricostruzione sulla vicenda, sono una inezia rispetto all’ultimo confronto Sassi-De Luca, che in parte ripercorriamo:
·       Pochi giorni fa, un intervento radiofonico di Carlo Sassi, inventore della moviola nel ’79 e moviolista in tv il pomeriggio del gol-non-gol del giallorosso Maurizio Turone, ha aggiunto ulteriore mistero alla vicenda: «La moviola - ha raccontato Sassi su RadioDue - dimostrò che il gol era irregolare, che Turone era oltre la linea di Prandelli. Poi, però, a Roma con un marchingegno particolare dimostrarono che, invece, non era in fuorigioco. Non dico che hanno barato, per l’amor di Dio, dico che non era perfetto quel macchinario. L’hanno un po’ acchittato: Turone era in fuorigioco effettivamente...». 
·         Poteva finire qui? No, infatti, pochi giorni dopo arriva la replica di Massimo De Luca, che in parte trovate qui sotto: vorrei mettere un punto fermo a questo incredibile ritorno polemico di fiamma sul famoso gol di Turone provocato dalla partecipazione di Carlo Sassi, l'uomo-moviola di quegli anni, alla trasmissione "Circo Massimo" …. Sassi ha aggiunto…."non è che a Roma hanno barato, per carità, non era perfetto quel marchingegno". Da qui è nata, soprattutto in rete, la valanga che è arrivata a concludere che in Rai si taroccano le immagini per favorire questo o quello. La storia è più semplice e più lineare. Il "marchingegno" cui fa riferimento Sassi è il "Telebim" uno dei primi software grafici applicati allo sport in tv, quello che consentì a Gianfranco De Laurentis di dimostrare che il salto in lungo di Giovanni Evangelisti ai Mondiali d'Atletica di Roma '87 era più corto degli 8.37 ufficiali.In seguito a questo, altri due colleghi dello sport del TG2 (appunto a Roma) e cioè Giorgio Martino e Beppe Berti (il caporedattore, purtroppo recentemente scomparso) pensarono di applicare quel meccanismo al famoso gol di Turone, di cui, ad anni di distanza, si continuava a parlare. Il responso della macchina fu che il gol era regolare. Tutto qui. Alla DS, il giorno stesso, Sassi lo valutò fuorigioco; al Telebim, anni dopo, risultò regolare. Non ci sono stati taroccamenti, né costrizioni nei confronti di giornalisti per fargli dire cose non vere. Al contrario di quello che gran parte degli utenti web di parte juventina sta adesso sostenendo.” Fin qui la replica di De Luca.
·         In sostanza, aggiunge chi scrive, non solo parliamo di controversia arbitrale, ma entra in ballo un ulteriore elemento, che potremmo chiamare Redazione Milanese contro Redazione Romana. Come sapete, la Rai ha sede a Roma, ma La Domenica Sportiva, programma di punta del Palinsesto Sportivo, si è sempre registrata negli studi di Milano. Sintetizzando, il Vento del Nord, il Potere del Calcio (la triade Milan/Inter/Juventus), contrapposta al potere politico (Roma Ladrona, secondo la definizione della Lega Nord).
Potremmo concludere dicendo che passano gli anni,,,,e il mistero cresce!


Ps. Comunque, il goal di Turone era bbono!
Mario Scelzo