martedì 31 dicembre 2013

Delusione a 5 Stelle

POLITICA - Il 2013 è stato un anno ricco di novità ed avvenimenti politici, molti di questi avvenimenti probabilmente condizioneranno, nel bene o nel male, la società e la vita politica dei prossimi anni.

Indubbiamente una delle principali novità del 2013 è il notevole successo elettorale, con conseguente ingresso in Parlamento, del Movimento 5 Stelle. Il Movimento fondato da Beppe Grillo aveva già riscosso un discreto interesse, ed era entrato a far parte di consigli comunali e regionali, ma per la prima volta si presentava alle elezioni politiche. C’era molta attesa, molti si aspettavano percentuali interessanti, probabilmente nessuno aveva previsto il 25% dei consensi.

Prima considerazione. Il successo è stato notevole, ma a livello di coalizione il Movimento si piazza al terzo posto, dietro il Centrosinistra ed il Centrodestra, ed a livello di risultato del singolo partito, si piazza al secondo posto, non al primo come sostiene Grillo. Piaccia o no, esiste il voto degli italiani all’estero, e nella somma del voto di tutti gli italiani, il Pd è avanti rispetto al 5 Stelle, potete tranquillamente controllare sul sito del Viminale.

Dirò subito la mia. Sono enormemente deluso dal comportamento tenuto in questi mesi dal Movimento. Non l’ho votato, ma ritenevo che il movimento potesse essere una novità positiva nel panorama politico, a mio parere invece il movimento non ha portato nulla di nuovo e di interessante, se non una serie di gaffes, offese gratuite, campagne populiste, nonché una totale incapacità di coinvolgere gli altri partiti nelle loro iniziative.

Sono deluso perché, a mio parere, il Movimento ha coscientemente rifiutato la responsabilità di governare. Potevano entrare nel Governo Bersani, ovviamente per poi uscirne se lo ritenevano opportuno. Hanno scelto di stare all’opposizione.

Io ritengo sia molto più facile fare una opposizione distruttiva, tutti sono capaci a dire che fa tutto schifo, sarebbe stato interessante vedere il MoVimento 5 stelle alla prova di una alleanza di Governo.

Proverò comunque ad argomentare la mia delusione, andrò per punti:

             Considero la politica l’arte del compromesso. Al di là dei contenuti, ricordo partitini con meno del 2%, come quello di Mastella, oppure i Verdi, che hanno pesantemente condizionato governi e coalizioni. Oppure ricordo la Lega Nord, che con un 5-6% di consensi, ha dettato per anni la linea dei Governi di Centro-Destra. Non condivido nessuna delle idee leghiste, però a mio parere sono stati molto abili nel far pesare i loro, pochi, voti. Constato che con il 25% dei voti, il Movimento non è al Governo, non ha ministeri, non ha fatto approvare quasi nessuna delle sue proposte di leggi. Strategicamente, è un fallimento.

             Uno dei cavalli di battaglia del Movimento è quello sulla trasparenza. Ogni spesa deve essere rendicontata, non devono esistere conflitti di interessi, le lobby non devono condizionare la vita del Parlamento etc….iniziative che davvero considero lodevoli. Mi stupisce però una incoerenza di fondo. Grillo ed i suoi, che tuonano chiedendo trasparenza, non ne hanno al loro interno. Il Blog di Grillo, anima indiscussa del movimento, spesso pubblicizza slot machine, oppure grandi gruppi del Capitalismo Italiano, come Italo. I parlamentari del 5 stelle chiedono trasparenza agli altri partiti, non hanno le palle di chiedere trasparenza al loro capo. Mi direte, è un libero cittadino, fa quello che vuole. Giusto, segnalo però una profonda incoerenza tra quello che si comunica e quelli che sono i propri comportamenti.

E’ anche molto ambiguo che all’interno di un movimento che fa della trasparenza uno dei suoi punti forti, nessuno sappia bene che ruolo abbia Casaleggio, nessuno conosca la dichiarazione dei redditi di Grillo, nessuno abbia chiaro il processo decisionale.

Considero eloquente quando successo sull’immigrazione. Due deputati votarono per modificare la Bossi – Fini, poche ore dopo, tramite il blog viene pubblicato un post a firma di Grillo e Casaleggio, arriva una immediata scomunica nonché “invito” a ritrattare la proposta. E’ un esempio tra i tanti, ma chiarisce l’ambiguità di un movimento dove in teoria decide la rete, in pratica comandano uno o due.

             Sono rimasto negativamente colpito da quello che io chiamo integralismo grillino. La mia impressione è che a volte, pur di non votare provvedimenti di altri partiti, i deputati del 5 stelle si arrampicano sugli specchi per trovarne gli aspetti negativi. Mi spiego, ovviamente è legittimo non condividere molte delle proposte della maggioranza di governo, è però sospetto quanto TUTTE le proposte della maggioranza non sono considerate degne di attenzione. Io ho l’impressione che se il Pd proponesse il reddito di cittadinanza nella forma richiesta dal 5 Stelle, i grillini non lo voterebbero, sostenendo che loro avrebbero fatto di meglio. Insomma, mi pare che più che al bene del paese, tengano alla loro immagine. A volte, un minimo di dialogo, non guasterebbe.

In conclusione, la mia delusione nasce da una considerazione. Provo a spiegarla con una metafora. Una persona sta annegando, una persona gli lancia una corda per aiutarlo. Ecco, il grillino mi sembra uno che sta li e dice, no, la corda non va bene, meglio la boa, senti, meglio la mia boa che la tua corda, leva quella corda, solo che mentre si discute, la persona è annegata. Questo mi sembra l’atteggiamento spesso tenuto in Parlamento dai deputati del Movimento.

Mario Scelzo

lunedì 30 dicembre 2013

#Grillomente: sulle vacanze di Natale Grillo fa solo disinformazione

POLITICA - Anche se la polemica è esplosa qualche giorno fa, vale la pena ritornarci per alcuni istanti.

Grillo posta un video nel quale si vedono i deputati Titti Di Salvo (Sel) e Andrea Romano (Scelta Civica) invitare i colleghi a dare certezza sul calendario dei lavori e riflettere sulla possibilità di una chiusura dei lavori parlamentari in vista delle vacanze di Natale. Fino a qui nulla di strano, una forza politica, il MoVimento 5 Stelle, vorrebbe protrarre i lavori il più possibile, mentre altri deputati chiedono di poter passare le festività natalizie a casa. Non entro nel merito di questa polemica, ma bisogna soffermarsi su due punti in particolare.

La violenza scatenata dal post. Oggi il post di Grillo, con i relativi commenti, è sparito, ma per diverse ore era on-line, dando a molti la possibilità di commentare. Ai classici insulti, ormai all’ordine del giorno, si sono aggiunte le minacce di morte verso i due parlamentari. Una violenza forte che non giova al dibattito politico. Una violenza forte e inspiegabile, due giorni di vacanza possono scatenare tanta violenza? Il Presidente della Camera, Laura Boldrini ha diffuso una nota nel quale spiegava che “Non vogliamo e non dobbiamo rassegnarci a questo imbarbarimento del dibattito pubblico, che cancella ogni distinzione tra la legittima critica ai politici e l’esercizio della più sfrenata violenza verbale.”

La disinformazione di Grillo. Ma c’è un altro punto importante da sottolineare. Grillo, in questo caso, mente. Solo pochi giorni fa attaccava il vice direttore de La Stampa, Massimo Gramellini, accusandolo di fare disinformazione e ci cade anche lui. Il primo ad accorgersene è Andrea Sarubbi, giornalista ed ex parlamentare quindi il male assoluto per molti grillini, che risponde ad un post su facebook dell’onorevole Gianluca Vacca (M5S) che 23 dicembre aveva scritto: “La Camera chiude. Abbiamo provato a inchiodarli qui fino al 24, anche al 25 se necessario. Ovviamente pur di evitare questo hanno posto l’ennesima fiducia e sono tornati tutti a casa, per le vacanze”. Sarubbi risponde “Non è vero! Avete concesso la deroga alle 24 ore di tempo tra la richiesta di fiducia e il voto per tornare a casa la vigilia di Natale. Perché dite bugie?”. Vacca prova a rispondere “Andrea, si tratta di poche ore, dopo l’apposizione della fiducia potevamo fare ben poco ormai” Ma Sarubbi non ci sta e rincara la dose “Non è vero. Potevate passare il 23 notte alla Camera e lavorare il 24. Non lo avete fatto.”

Bisogna capire come funziona il regolamento della Camera. Nel caso il governo fa richiesta del voto di fiducia vengono bloccati i lavori parlamentari per 24 ore. Il voto di fiducia non è un voto qualsiasi, il governo ci mette la faccia, non si possono apportare modifiche ne proporre emendamenti ma bisogna votare sul decreto governativo così com’è, e nel caso il decreto non ottenesse la maggioranza il governo non ha più la fiducia e decade, per questo il regolamento da la possibilità di fermare i lavori e avere 24 ore per riflettere bene. Naturalmente c’è la possibilità di deroga alle 24 ore, come dice Sarubbi. Nel caso in cui tutti i gruppi parlamentari fanno richiesta di anticipare il voto questo può essere espresso prima delle 24 ore.

Nei giorni precedenti al Natale si discuteva alla Camera il “Salva Roma”. Nel pomeriggio del 22 il governo pone il voto di fiducia e, da regolamento con la pausa di 24 ore, la votazione nominale sarebbe iniziata intorno alle 19 del 23 con relativa partenza dei parlamentari non prima del 24. Alcune forze parlamentari avevano chiesto la deroga, iniziando le votazioni nella mattinata del 23. Questo sarebbe stato possibile solo, ripeto solo, con l’ok anche del M5S. Ma, a sorpresa, durante la conferenza dei capo-gruppi alla Camera, il rappresentante del M5S, l’onorevole Villarosa, si dichiara d’accordo anticipando di fatto il voto.

I grillino avrebbero potuto obbligare a iniziare la votazione di fiducia il 23 e protrarre la discussione fino al 24 dicembre, ma non lo hanno fatto, e Grillo si è dimenticato di dirlo, iniziando una grave campagna d'odio contro Titti Di Salvo e Andrea Romano, quando anche i suoi parlamentari erano d'accordo.

Il Presidente Boldrini, nella nota che abbia già citato, infatti continuava: “Un comportamento ancor più inaccettabile perchè, nel caso specifico, tutti i gruppi, incluso il M5S, avevano dato l’assenso alla deroga che ha consentito di anticipare di poche ore il voto di fiducia di lunedì 23. Trovo assai scorretto che non ci si voglia assumere, davanti ai cittadini, la responsabilità delle decisioni prese all’unanimità, e che anzi si forniscano false ricostruzioni dei fatti.”

2013 l'anno dei due Papi

ATTUALITA' - lo scorso 11 Febbraio sono andato a giocare a Tennis alle 9 di mattina. Lo faccio spesso nelle giornate in cui sono in turno al lavoro di pomeriggio. Torno a casa, mi sistemo, stavo tranquillamente riposando sul divano quando mia madre mi chiama con voce concitata, con un tono che li per li mi ha spaventato. “Mario, una cosa gravissima”, neanche il tempo di pensare a cosa stesse succedendo che mi dice, “si è dimesso il Papa”.

Pochi secondi dopo telefona a casa mio padre, che da anni lavora in Vaticano e da poche settimane aveva iniziato a lavorare alla Sala Stampa. Anche lui emozionato, mi chiede però se gli porto di corsa una giacca elegante, visto che da li a poco arriveranno giornalisti e troupe televisive per interviste, accrediti, commenti alla notizia, e lui doveva occuparsi di provare a gestire la massa umana ed assetata di notizie dei giornalisti.

Ho fatto questa premessa familiare per sottolineare la particolarità e la straordinarietà di quanto accaduto lo scorso 11 Febbraio, con le inattese dimissioni di Papa Benedetto. Basti pensare che per trovare dei precedenti di dimissioni papali dobbiamo tornare al Medio Evo, quindi la figura del Papa era per credenti e non una sorta di istituzione permanente, non soggetta a scadenze, riconferme, dimissioni.

A distanza di qualche mese, vorrei fare una brevissima riflessione, per rendere un doveroso omaggio alla figura di Papa Benedetto, che con il suo umile gesto ha contribuito a rinnovare la Chiesa ed ha posto le basi per la splendida primavera dello Spirito che stiamo vivendo con Papa Francesco.

Ricordo moltissime critiche per la scelta di Ratzinger: un Papa non si dimette, non si scende dalla Croce; e poi numerosissime interpretazioni maliziose e volgari, del tipo sicuramente ha qualcosa da nascondere, chissà gli scandali che vuole coprire, se lascia è perché ha la coscienza sporca….ognuno si sentiva autorizzato a sparlare di una scelta comunque particolare, ma ampiamente meditata.

Io ritengo sia stato un gesto di enorme umiltà ed amore verso il Popolo di Dio.

Umilmente Benedetto XVI si è reso conto di non avere le forze, sia fisiche che mentali, per amministrare, guidare e gestire una realtà complessa come la Chiesa Cattolica. La vita di un Pontefice è fatta di viaggi, incontri, riunioni, appuntamenti non rinviabili, nonché il tempo necessario per la preghiera e la cura dello Spirito. Ora, il Papa ha avuto il coraggio e la forza di non imporre i suoi tempi ai tempi della Chiesa. Non voglio assolutamente disprezzare la vita anziana, ma indubbiamente si hanno meno forze, la memoria può svanire, si fatica a tenere i ritmi frenetici della società moderna. Con enorme saggezza, Ratzinger ha ritenuto che la Chiesa avesse bisogno di una personalità forte, vivace, vitale, pronta ad affrontare le numerose sfide del Nuovo Millennio.

Gesto di Amore, perché un Monarca non avrebbe rinunciato ai suoi privilegi o poteri, al contrario, un Pastore del gregge come Benedetto ha capito che con le sue deboli forze non poteva guidare con sapienza la Nave della Chiesa nelle tempeste del Mondo.

Dopo Benedetto, è arrivato Bergoglio. Penso sia inutile sottolineare quanto il suo Pontificato stia cambiando radicalmente la Chiesa, e quando la sua predicazione fatta di gesti semplici stia riavvicinando tanti alla fede. Ogni giorno Papa Francesco ci dona una piacevole sorpresa, un gesto, una riflessione, che ci aiutano nelle scelte della vita quotidiana.

Probabilmente, anzi direi certamente, senza l’umiltà delle dimissioni di Benedetto, la Chiesa ed il Mondo non avrebbero conosciuto ed apprezzato la splendida figura di Papa Francesco.

Mario Scelzo

Ps. Nella vicenda delle dimissioni di Papa Benedetto e della conseguente elezione di Papa Francesco, chi scrive da credente vede al lavoro la mano dello Spirito Santo. Ecco, senza voler mancare di rispetto, sarei ben felice se avanzasse un soffio di Spirito per rianimare la politica italiana.

venerdì 27 dicembre 2013

#Grilloversaqui, lettera aperta a Giuseppe, detto Beppe, Grillo

Caro Giuseppe, detto Beppe, Grillo,

ho deciso di scriverle non solo al semplice cittadino ma anche al presidente del MoVimento 5 Stelle.

Le confesso che non ho mai votato il suo Movimento anche se all’inizio ero rimasto colpito da alcune sue proposte. Ho visto uno dei suoi ultimi spettacoli (purtroppo censurati in Italia ma trasmessi dalla TV Svizzera) e mi sono trovato d’accordo su molte sue posizioni. Poi, già con le proposte referendarie al primo Vaffa Day, ho dovuto rivedere le mie posizioni, non concordando su molte delle sue proposte. Ho sempre creduto che fare politica sia una cosa nobile, occuparsi della cosa pubblica sia fondamentale, anche se spesso, soprattutto in Italia, bisogna separare la politica dal politico. Come le dicevo non ho mai votato per il suo Movimento ma bisogna ammettere che oggi i 5 Stelle rappresentano una fetta importante della società. Con il 25% dei voti alle ultime elezioni non solo siete entrati in Parlamento, ma oggi rappresentate (anche se in Italia per Costituzione i Parlamentari non hanno vincolo di mandato) più di 8 milioni di miei concittadini.

Le scrivo però per farle una richiesta e provare a suggerirle una proposta.

La richiesta. Da quando è nato il Movimento avete fatto della trasparenza una delle vostre bandiere. E questo è lodevole. I parlamentari del Movimentonon solo si sono tagliati lo stipendio ma hanno anche deciso di rendicontare (anche se un po’ a rilento ultimamente) la diaria parlamentare e tagliarsi il superfluo. Sarebbe bello che il presidente del MoVimento politico che invoca trasparente dia il buon esempio pubblicando la propria dichiarazione dei redditi. Perché, se è innegabile che lei non percepisce soldi dallo stato in nessuna forma a noi nota, è anche vero che i guadagni che lei percepisce con il blog sono legati alla politica. Provo a spiegare meglio il concetto: il suo blog è la voce ufficiale ldel MoVimento, ogni singolo cittadino, per essere informato, deve accedere al suo blog per vedere cosa fanno i parlamentari che ha eletto e deve accedere al blog per vedere quale è la linea politica del MoVimento stesso. Lei, qualche settimana fa, ha dichiarato che da quando fa politica (perché politica non si fa solo se si è eletti) non ha guadagnato nulla, anzi ci ha rimesso. Ho letto alcuni dati però che affermano che da quando è nato il MoVimento le visualizzazioni del blog sono aumentate in maniera importante, e quindi anche le entrate frutto della pubblicità sul blog, tanto che qualcuno (anche il sottoscritto) ha dei dubbi sui suoi guadagni. Per tutto questo, personalmente, reputo necessario che lei metta on-line la sua dichiarazione dei redditi.

La proposta. So benissimo come funziona il mercato pubblicitario. So che lei ha scelto gli spazi del blog ma è poi una società terza a decidere quale pubblicità inserire. È innegabile però che alcune inserzioni sono in contrasto con i principi del MoVimento e quindi, di conseguenza, con i suoi. È innegabile quindi che lei percepisce soldi da quelle società che vorrebbe contrastare ma facendole pubblicità ha l’effetto contrario. Da qui la mia proposta, potrebbe devolvere il ricavato che lei percepisce da questi introiti sul conto corrente aperto (forse anche grazie al presidio dei suoi parlamentari sotto il ministero dell’Economia e delle Finanze) per aiutare le piccole e medie imprese. Sarebbe un nobile gesto fatto dal cittadino ma anche dal presidente Grillo. Darebbe il buon esempio ai politici e ai capitalisti italiani. Lo faccia però senza chiedere nulla in cambio agli altri politici, lo faccia senza fare troppo clamore ma da cittadino certo non povero che decide di aiutare i propri connazionali in difficoltà.

Le lascio l’Iban IT61Z0100003245348018369300, ne faccia buon uso.

martedì 24 dicembre 2013

Immigrazione: la proteste di Kalid Chaouki (PD) e la proposta di Fratoianni (Sel)

ATTUALITA' -
Abbiamo ancora negli occhi le immagini del naufragio di Lampedusa ma pensiamo ormai a quella notizia come se fossero passati anni. Le bare bianche dei bambini, ammassate nel porto, con sopra solo un numero identificativo perché non ne conosciamo i nomi, ci hanno impressionato per qualche ora, poi la notizia è diventata vecchia ed è sparita dai TG e dai giornali. Oggi Lampedusa ritorna a far notizia sui giornali grazie alla protesta pacifica di Kalid Chaouki, giovane deputato democratico di origini marocchine, che si è chiuso dentro il centro di prima accoglienza spinto da una di quelle notizie che fanno fatica a non impressionare. Pochi giorni fa infatti è girato un video in cui si vedevano uomini in fila, nudi, mentre venivano “disinfettati” con  getti di benzoato di benzina. Oltre che ai soliti stupidi commenti di alcuni esponenti politici, le cui parole non vale neanche la pena commentare, quelle immagini somigliavano a qualche scatto della prigione irachena di Abu Ghraib. Immagini forti che per fortuna non sono passate sotto silenzio, e per questo bisogna ringraziare ancora Chauki che questa mattina ha spiegato “Stamane parte il primo gruppo con un volo diretto a Palermo e poi un secondo gruppo partirà nel primo pomeriggio. Io rimarrò qui fino all’ultimo dei profughi e voglio essere certo che se ne vadano tutti”

Nicola Fratoianni, giovane deputato di SeL commenta le parole di Alfano in Aula spiega “ Oggi il ministro Alfano in Aula è venuto a raccontare una storia, che non è la storia che abbiamo visto a Lampedusa, in una visita ispettiva a sorpresa, in quel centro di accoglienza segnato da immagini che raccontano un Paese indegno di una cultura dell’accoglienza.

C’è inoltre un problema di legislazione nazionale, la pessima legge Bossi-Fini, che va subito cambiata. Per questo” conclude Fratoianni “abbiamo proposto di istituire una commissione d’inchiesta per fare luce sul quel sistema e per riformarlo una volta per tutte.”

Quella dell’immigrazione non è un tema popolare, trattarlo in campagna elettorale potrebbe portare ad avere “percentuali da prefisso telefonico” (sostiene Grillo). Ma stiamo parlando di uomini, donne e bambini, stiamo parlando degli ultimi della terra. Persone che fuggono da guerra e povertà e che cercano in Europa solo la propria salvezza.  

E poi parliamo di soldi, tanti. Secondo una ricostruzione dell’Espresso, l’Unione Europea ha dato all’Italia, 500 milioni di euro negli ultimi 5 anni, spesi, sempre secondo l’Espresso, poco e male, spesso persi in progetti che non sono mai partiti. Soldi destinati all’accoglienza ma i frutti non se ne vedono.

Solo pochi giorni fa il neosegretario del PD Renzi apriva ad due temi molto importanti per l’immigrazione, istituire una legge sullo Ius Soli e il superamento della Bossi-Fini.

Spero che il segretario possa portare presto in Aula queste proposte. Magari sarà costretto a ricercare una maggioranza diversa (sono molto curioso di vedere le posizioni di alcuni parlamentari che su questo tema sono stati un po’ ambigui come i parlamentari del M5S), ma forse potremmo avere finalmente una legge umana.

lunedì 23 dicembre 2013

2013 odissea ad Arcore

POLITICA - L’anno che si sta per chiudere è stato indubbiamente ricco di avvenimenti politici, vicende che hanno segnato il tempo attuale ma che probabilmente avranno influssi anche per gli anni a seguire. Per la prima volta nella Storia Repubblicana abbiamo avuto la rielezione dello stesso Presidente della Repubblica, per la prima volta è entrato in Parlamento il Movimento 5 Stelle, è stato indubbiamente un anno ricco di novità e colpi di scena.


A mio parere però la vera novità politica e il passaggio che segna un’epoca, decretando probabilmente la fine della Seconda Repubblica e l’ingresso nella terza, è la triste uscita di scena di Silvio Berlusconi e la sua decadenza sia da senatore (questo è un dato di fatto), sia da protagonista della scena politica (questa è una mia ipotesi).

Sono personalmente convinto che, al di là della decadenza, il tempo del Cavaliere è finito, il suo sarà nei prossimi anni un ruolo marginale, e ritengo che per la prima volta in tanti anni il Cavaliere abbia commesso degli enormi errori di strategia politica. Come leggerete in seguito, ritengo il principale errore commesso da Berlusconi l’essere uscito dal Governo Letta, perdendo così capacità di condizionarne le decisioni. Senza Forza Italia, il Governo è più forte e compatto.

Chiariamo, chi scrive non ha nessuna simpatia per il leader di Forza Italia, e lo considera uno dei principali responsabili del declino economico e soprattutto morale del nostro paese. Nonostante ciò, è indubbio che la sua personalità abbia segnato un ventennio di Storia Italiana, e, da non sostenitore, è innegabile negare al Cavaliere, almeno fino a pochi mesi fa, una capacità di leadership ed una abilità strategica veramente notevoli.

Io, come tanti, lo davo per finito nel corso del 2012, ed ero convinto che già le elezioni del 2013 lo avrebbero messo ai margini della scena politica. Lo stesso pensavano numerosi commentatori politici ed ampi settori del suo partito. I fatti dicono che mentre lo davamo per finito ed il Pdl nei sondaggi scendeva sotto al 10%, il Cavaliere da vera macchina da Campagna Elettorale, tra promesse, alleanze, errori degli avversari (è un dato di fatto che quando il Cavaliere è in difficoltà il Pd arriva sempre in suo soccorso, auguro a Renzi di non continuare su questa strada), è riuscito a raggiungere un ottimo risultato elettorale, inchiodando di fatto il Partito Democratico, che già si sentiva vincitore, ad un risicato pareggio.

Io ritengo che la grande abilità strategica e comunicativa del Cavaliere, che gli ha consentito la rimonta, sia stata quella di far ricadere sul Governo Monti le colpe di anni ed anni di inefficienza dei governi di Centro-Destra. Non difendo Monti, che ha commesso molti errori, basti solo pensare alla pessima Riforma Fornero, però ritengo davvero ingeneroso accanirsi col medico che ricorre agli antibiotici per curare una influenza che i governi precedenti avevano del tutto trascurato.

Ricapitoliamo. Il 2013 parte bene per Silvio, che pareggia le elezioni e sostanzialmente ottiene di far parte del Governo delle Larghe Intese. Da sconfitto, ottiene 5 Ministri, e soprattutto sale al Colle per la seconda volta Napolitano, certamente personalità per lui più rassicurante rispetto alle ipotesi Prodi o Rodotà. Mi sento di dire che i primi passi del Governo Letta sono favorevoli al Cavaliere, che ottiene uno dei suoi cavalli di battaglia elettorale, l’abolizione dell’Imu, e il suo carisma spesso mette nell’angolo il Partito Democratico, in teoria guida della Maggioranza.

Qui, per me, il Presidente del Milan commette alcuni incredibili errori, che lo mettono ai margini della scena politica.

Il primo è quello di legare le vicende del Governo con le sue vicende giudiziarie. Conosciamo tutti la storia processuale. Al netto di ogni considerazione, il cittadino Berlusconi viene condannato in via definitiva per evasione fiscale e di conseguenza scatta l’interdizione dai pubblici uffici. L’ex Premier, oltre alle solite accuse alla Magistratura, si sente in diritto, non si capisce per quale motivo, di ricevere dal Presidente della Repubblica per una inspiegabile Grazia che non vuole neanche chiedere formalmente.

Il Cavaliere mette poi in chiaro che in assenza della Grazia, o di qualche salvacondotto ad personam, toglierà la fiducia al Governo, ed inizia una battaglia legale/tecnico/parlamentare per rallentare l’iter della sua decadenza da Senatore.

Qui nascono le prime tensioni con Alfano e con gli attuali aderenti al Nuovo Centro Destra. Da più parti si tenta di far capire al Cavaliere che l’elettorato non capirebbe una crisi di Governo derivante solo dall’esito delle sue vicende personali con la giustizia. Ma il Capo è ostinato.

Il secondo, e ancor più grave errore, è pensare che senza Forza Italia il Governo non avrebbe retto. Al contrario, ritengo che da quando il suo partito è assente, la maggioranza ha trovato un discreto equilibrio e, spero, si avvia a realizzare qualche valido provvedimento.

Il terzo errore, conseguenza dei primi due, è aver lasciato campo libero all’iniziativa di Matteo Renzi. L’ex Sindaco di Firenze ed ora Leader del Pd (del quale tutto si può dire, ma è forse l’unico leader del centrosinistra a saper maneggiare i media e lo show-business con la stessa abilità del Cavaliere) oggi ha una leadership forte nel Partito, ed un peso enorme nella maggioranza, ora quasi del tutto sostenuta dal Pd.

In conclusione, in meno di tre mesi il Cavaliere ha perso parte del suo Carisma e parte del suo Partito. Non ha voce in capitolo nel Governo, non ha consiglieri fidati (a parte la corte di giullari sempre pronta a dargli ragione), non ha nulla di nuovo da proporre.

La storia ci dirà se il Nuovo Centrodestra saprà proporsi come una novità interessante o meno, ci dirà se avremo una destra moderata di respiro europeo. Personalmente credo di no, c’è poco di Nuovo in Formigoni e Giovanardi, ma ne riparleremo. La storia però ci ha detto che il ventennio berlusconiano è terminato.

Mario Scelzo.

venerdì 20 dicembre 2013

"Sirena del giorno" Paolo Bernini e i soldi all'editoria


POLITICA - Il MoVimento 5 Stelle da tempo cerca di fare una battaglia contro il finanziamento pubblico ai giornali, ma non tutti i parlamentari pentastellati conoscono la materia. Nei giorni scorsi è nato su Twitter un acceso dibattito tra l’onorevole Paolo Bernini (quello dei micro cip per intenderci) e il giornalista de la Stampa Alberto Infelise proprio su questo tema.
Ad attaccare è stato Bernini che prima twitta “Dopo più di 50ore abbiamo ottenuto l'IBAN x il versamento dei nostri stipendi tagliati e della diaria. Grazie a Tutti”. Il giornalista de La Stampa, scherzosamente, risponde con un semplice prego. E Bernini: “C'è poco da pregare, se fosse stato per la Stampa che si pappa allegramente i soldi pubblici, saremo ancora lì.”

Ma, purtroppo per Bernini, le cose non sono esattamente così: La Stampa, come molti giornali italiani, infatti non percepisce finanziamenti diretti. La legge vigente sul Finanziamento Pubblico all’editoria infatti non elargisce a pioggia soldi a tutti i giornali, come si può vedere dal sito del dipartimento per i contributi all’editoria (qui si possono trovare quelli elargiti nel 2011 http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2011/contributi_stampa_2011/stampa_2011.html) Hanno infatti diritto a chiedere sovvenzioni solo i giornali organo di partito, quelli editi da cooperative o giornali delle minoranze linguistiche.

Ricorda Walter D’Amario sull’Espresso infatti che “La maggioranza dei quotidiani italiani, che rappresentano il 90 per cento del totale delle copie diffuse in Italia, non riceve contributi diretti. Quanto ai contributi indiretti - sotto forma di agevolazioni telefoniche, spedizioni postali, rimborsi per la carta o spedizione degli abbonamenti sono invece del tutto cessati dal marzo del 2010: quindi non esistono più.”

Il "Dove", papa Francesco e i poveri

Chiesa- La Comunità di Sant’Egidio ha presentato ieri a Roma l'edizione 2014 dell'ormai famosa guida per i poveri “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, giunta ormai alla 24° Edizione. Tale guida è il frutto di un lavoro di coordinamento tra le numerose realtà che in forme differenti si occupano del problema povertà e disagio a Roma.

La presentazione è stata anche una buona occasione per provare a riflettere sui mutamenti della povertà a Roma ed in Italia. Per una attenta lettura dei dati e delle proposte vi rimando a:

http://www.santegidio.org/pageID/3/langID/it/itemID/8329/Povert_a_Roma__grave_ma_aumenta_la_solidariet.html

Vorrei provare a fare alcune considerazioni sulla situazione attuale, alla luce del contesto sociale italiano e della peculiare situazione di Roma, Città del Papa.

Come potete leggere dai dati, e come mediamente ognuno di noi se ne accorge nella vita quotidiana, la crisi economica ha aumentato il numero delle persone in difficoltà. Da volontario di Sant’Egidio posso testimoniare che negli ultimi anni è notevolmente aumentano il numero di persone in cerca di aiuto o sostegno.

La prima considerazione che faccio è che negli ultimi anni oltre alla crisi economica, mi sento di dire, esiste una enorme crisi delle reti sociali, con questo intendo crisi della famiglia come istituzione, crisi delle realtà associative come i partiti o i sindacati. C’è una forte precarietà dei legami, come scrive il sociologo Baumann siamo nel tempo della modernità liquida, i legami sono temporanei ed instabili. Questo comporta che con più facilità rispetto al passato è possibile passare da una situazione normale ad una situazione di povertà.

Pensiamo ad esempio ad un padre separato che si ritrova a dover pagare gli alimenti alla moglie, pensiamo ad un lavoratore che all’improvviso resta disoccupato. In questi casi, avere un legame familiare, una rete sociale diviene veramente una salvezza. Inoltre, chi non è abituato alla povertà, sente con maggiore fatica la situazione in cui si viene a trovare. Il film “Gli Equilibristi” di Ivano de Matteo, con ottima interpretazione di Valerio Mastrandrea, a mio parere ben racconta una situazione di “nuova povertà”, seguendo le vicende di Giulio/Mastrandrea che, sposato e con una figlia, buon padre di famiglia, in pochi mesi subisce le difficoltà morali ed economiche della separazione.

La seconda considerazione è che a mio parere il clima di crisi ha creato un clima di pessimismo e paura, questo ha comportato negli anni un calo delle donazioni e della solidarietà. Non nego la realtà della crisi, penso però che il bombardamento mediatico rispetto a tale argomento ha reso molti più diffidenti ed insicuri, ed anche chi avrebbe qualcosa da donare sente l’istinto di conservare ciò che ha, visto che l’aria che tira è pesante. La crisi diviene cosi non solo economica ma crisi di pensiero e di azione, crisi di idee e di progetti.

Però, come spiega Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, è aumentato nell’ultimo anno il numero delle persone che donano qualcosa, sia in beni materiali sia donando il loro tempo alle numerose iniziative portate avanti da parrocchie ed associazioni.

A mio parere questo clima nuovo e più solidale è frutto della generosa predicazione di Papa Francesco, che con le sue parole, ma soprattutto con il suo esempio (pensiamo solo al fatto di aver festeggiato il suo compleanno in compagnia di 4 clochard), ha risvegliato tanti cuori stanchi ed induriti.

La semplicità dei suoi gesti, la sobrietà nello stile di vita sono, oltre che un esempio per credenti e non, un ulteriore stimolo per creare una società ed in particolare una città più solidale, dove i poveri siano accolti.

Le sue parole sono una continua esortazione ad allargare gli spazi della solidarietà, la sua simpatia travolgente ci mostra che anche in tempi di crisi è possibile sorridere, donare, vivere con uno spirito aperto all’incontro col prossimo. La sua ultima enciclica “Evangelium Gaudium” è una bella esortazione a non lasciare mai soli i poveri.

Papa Francesco ci mostra che nonostante la crisi, con il nostro impegno ed il nostro lavoro, possiamo contribuire  a sconfiggere la povertà e possiamo creare un mondo migliore. Un sorriso, un piccolo gesto, una donazione, sono una goccia di bene che può creare un oceano di solidarietà.

Mario Scelzo

giovedì 19 dicembre 2013

Le lobby e la pubblicità sul blog di Grillo

POLITICA - Come ogni mattina accendo il mio Pc, vado su twitter o facebook e vedo che aria tira. Ho notato l’hashtag #fuorilelobby ed ho visto dei post di alcuni amici vicini al Movimento 5 Stelle, che pubblicizzano un post del blog di Beppe Grillo dal titolo:

Il Pd schiavo delle lobby d'oro #fuorilelobby

In sintesi si accusa un conflitto di interessi tra il Pd e De Benedetti, e di lobbisti in Parlamento che avrebbero lavorato per far approvare emendamenti favorevoli all’uomo di punta del Gruppo Editoriale Espresso. Vero, falso, non entro nel merito, probabilmente non si tratta di accuse del tutto campate in aria. Lascio a voi giudicare.

Incuriosito, vado sul Blog di Grillo. Confesso che metto il link a malincuore, perché giusto o sbagliato che sia il mio ragionamento, io ritengo che Grillo usi toni aggressivi e offensivi per spingere la gente a visitare il suo blog e così guadagnare sulla pubblicità.

Comunque, apro www.beppegrillo.it  e in cima noto la pubblicità alla nuova Carta American Express associata ad Italo, il gruppo di trasporto ferroviario che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo e Diego della Valle.

Non conosco nel dettaglio chi siano gli azionisti di American Express, ma da persona mediamente informata conosco sia Montezemolo che Della Valle.

Come molti sanno Montezemolo nasce e cresce come manager all’ombra della famiglia Agnelli, non proprio l’ultima famiglia italiana, poi diviene Capo di Confindustria che potremmo definire la “lobby suprema”, è il manager di punta della Ferrari, si avvicina alla “politica” con Italia Futura, prima con abboccamenti al Centro-Destra (Berlusconi gli propose di entrare nella sua squadra di governo) poi al Centro (alcuni esponenti di Italia Futura sono stati recentemente eletti con Scelta Civica), ultimamente con messaggi amichevoli verso Renzi. Scelte rispettabili, nulla da eccepire, però sicuramente il buon Luca è persona avvezza e conosciuta nei circoli del potere ed ha voce in capitolo nelle stanze che contano.

Percorso più o meno simile per Della Valle, creatore del marchio Tod’s, Azionista in Mediobanca, Rcs (che  vuol dire Corriere della Sera), Piaggio, Presidente della Fiorentina . Di lui si ricordano gite in barca con Clemente Mastella, aperture verso Mario Monti, endorsment per il Sindaco di Firenze Matteo Renzi. Anche qui nulla da eccepire, scelte rispettabili.

La scelta che sinceramente rispetto meno è quella della propaganda di Beppe Grillo e del suo blog, che con la mano destra critica le lobbies, con la sinistra incassa gli assegni dei ricavi derivanti dal pubblicizzare sul proprio blog aziende i cui proprietari sono due tra i principali lobbisti italiani.

Sono fiducioso che appena si accorgeranno di questa mancanza di coerenza, i Parlamentari e le persone vicine al Movimento 5 Stelle chiederanno al loro leader di stare più attento alla scelta delle aziende da pubblicizzare, magari scegliendo aziende al di sopra di ogni sospetto di conflitto di interessi.

Se cosi non fosse, sarebbe una ulteriore prova che quella del Movimento 5 Stelle è solamente una strategia propagandistica, senza effetti positivi concreti per il Paese.

Mario Scelzo.

mercoledì 18 dicembre 2013

Renzi, il lavoro e l'Articolo 18

POLITICA - Il neo segretario del Pd Matteo Renzi si appresta a presentare un Piano Nazionale per il rilancio dell’occupazione.
In Italia esiste una emergenza chiamata disoccupazione. Al di là di ogni simpatia politica, è chiaro a tutti che se non riparte l’occupazione, difficilmente il Paese saprà ritrovare la strada della crescita e dello sviluppo. Il tasso di disoccupazione varia nei mesi tra il 12 e 13%, mentre quella giovanile negli ultimi mesi supera quota 35%.
A questo aggiungiamo che all’incirca in Italia su due persone che lavorano, una ha un contratto a tempo indeterminato, un altro rientra nella grande famiglia del lavoro precario o atipico, famiglia a sua volta composta da precari con alcune garanzie (penso ai contratti a tempo determinato) ed altri che non he hanno quasi nessuna (il mondo dei co.co.pro per capirci i lavoratori del call center, i commessi di Mc Donald’s).
Per comodità di lettura, chiamerò da ora atipici tutti i lavoratori facenti parte della grande famiglia del precariato.
Se il precariato è una realtà per tutti, lo è ancor più per i giovani. Ho trentatre anni, e il numero dei miei amici o conoscenti che ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato è veramente basso, ovviamente non sono un caso particolare ma è una realtà ben chiara a tutti. Sintetizzando oggi un giovane o non lavora, o se è fortunato è precario.
Cosa propone il nuovo Segretario del Pd?
Premesso che la materia è complessa e che prima di giudicare andrebbe letto il testo completo, l’idea di fondo, a quanto si sa, è quello di introdurre un contratto a tempo indeterminato per i neoassunti, che non prevede la tutela dell’articolo 18 (reintegro o indennizzo in caso di licenziamento illegittimo): in questo caso sarebbe eliminato il reintegro e resterebbe solo l’indennizzo. L’articolo 18 sarebbe ancora valido per i contratti in essere, ma anche per i nuovi contratti, in alternativa a quelli «flessibili» che si vogliono introdurre.
La soluzione, dunque (vicina alla vecchia proposta Ichino), è quella di un contratto indeterminato di inserimento, «alternativo non al tradizionale contratto a tempo indeterminato, che rimane, ma al precariato». In sintesi, assumere tutti con un contratto a tempo indeterminato, ma con possibilità di licenziamento.
Premesso che in linea teorica sono contrario ad ogni forma di precariato, premesso che nel 2001 ero uno dei tre milioni in piazza con Cofferati e la Cgil in difesa dell’articolo 18, confesso che l’impatto con il mondo del lavoro mi ha in parte fatto cambiare idea.
Per me è inaccettabile la disparità di diritti che si è venuta a creare tra gli stessi lavoratori. In una grande azienda possiamo avere dipendenti che, giustamente, hanno diritto alla maternità, a permessi e congedi, ed altri che pur svolgendo le stesse mansioni non hanno gli stessi diritti.  Mi permetto di dire che,  se è sbagliato e pericoloso togliere diritti a chi li ha faticosamente conquistati, è pur vero che spesso le organizzazioni sindacali sono compatte nel difendere i diritti acquisiti, mentre con meno forza chiedono tutele per i lavoratori atipici.
Poi, non voglio generalizzare ma neanche nascondere la realtà, per molti il posto fisso coincide con permessi, leggi 104, malattie continue e frequenti, tassi di assenteismo elevati. Si hanno esempi di persone sanissime con contratto atipico che improvvisamente diventano gravemente ammalate appena raggiunto il posto fisso. Sempre generalizzare, c’è indubbiamente chi abusa delle  numerose tutele e garanzie che lo Statuto dei Lavoratori ha concesso negli anni ai lavoratori. Questo stride col quadro spesso drammatico del lavoro atipico dove di diritti se ne hanno pochi, dove raramente quanto scritto sui contratti coincide con la realtà effettiva delle cose.
Il Governo Monti con la Riforma Fornero ha provato a rendere meno convenienti per le aziende le assunzioni a tempo determinato, ma non ha apportato a mio parere elementi convenienti per le stesse per assumere a tempo indeterminato. Insomma, la Legge Fornero è stata un clamoroso errore (commesso, mi permetto di dire, da persone che col lavoro quotidiano dei giovani avevano davvero poca dimestichezza) ed i risultati si sono visti in negativo.
Il Governo Letta ha in parte corretto gli effetti disastrosi della Legge Fornero rendendo di nuovo agevoli le assunzioni a tempo determinato, ha in parte provato ad incentivare le assunzioni a tempo indeterminato per i giovani ma con risultati per ora davvero modesti,  a mio parere per due motivi: una legislazione veramente complessa (le aziende, per avere accesso ai benefici economici dovevano assumere under 30, del sud, con famiglia a carico, senza aver svolto altri lavori etc…) e per la scarsità delle risorse che il Governo ha stanziato per la lotta alla disoccupazione.
Forse allora la strada di un contratto a tempo indeterminato per i neo assunti, ma senza la rigidità dell’articolo 18 potrebbe essere una strada da seguire. Ovviamente andrebbe legato a questo discorso un meccanismo tutelativo nei confronti di chi non ha un lavoro o di chi lo perde. Si potrebbe provare quella che i paesi scandinavi chiamano flexicurity, dove in sostanza la tutela è della persona e non del posto di lavoro.
Non ho la soluzione al problema, non pretendo che quella proposta da Renzi e dal Pd debba essere la strada maestra, ma sarei felice se la politica, l’economia ed i Sindacati affrontassero questi temi che toccano la vita di tanti con saggezza, senza chiusure e con una volontà di dialogo.
Difficilmente le soluzioni proposte potranno essere peggiori della realtà attuale.
Mario Sclzo

martedì 17 dicembre 2013

"Sirena del giorno" Laura Bottici, senatrice M5S, sale al Quirinale in Auto Blu.

POLITICA - Qualche settimana fa, dopo che sul blog di Grillo era apparsa la rubrica “Giornalista del giorno”, il tesoriere di SeL, Sergio Boccadutri suggeriva di provare a fare una rubrica dal titolo “sirena del giorno” per provare a raccontare tutte le gaffe e le incoerenze del MoVimento 5 Stelle.

Si potrebbe iniziare con la piccola vicenda del questore de Senato in quota 5 Stelle, Laura Bottici. La rappresentante di un MoVimento che ha fatto della lotta alla Casta e ai suoi privilegi (benefit, stipendi) la sua ragion d’essere, ieri è salita al Quirinale, come raccontano alcuni testimoni, per i consueti saluti di Natale tra il Presidente della Repubblica e la nostra classe politica. Peccato che la Senatrice, forse in ritardo, abbia deciso di arrivare in Auto Blu.

Sul portale del MoVimento 5 Stelle dedicato alla Camera dei deputati, il 24 ottobre del 2013 potevano leggere un post che iniziava così: “Ieri sera il Governo si è reso protagonista dell'ennesima pagina vergognosa, che ne rivela ancora una volta la natura indifendibile. l'Aula, infatti, ha respinto l'emendamento del MoVimento 5 Stelle che prevedeva il taglio alle auto blu. I fondi recuperati sarebbero stati poi utilizzati per finanziare l'acquisto di mezzi e risorse per Vigili del Fuoco: Il Palazzo continua a difendere i suoi privilegi di casta.”

Forse la Senatrice, visto che il taglio non è stato fatto, ha pensato bene di farsi dare un passaggio, o forse non sapeva dell'iniziativa dei suoi colleghi della Camera. 

venerdì 13 dicembre 2013

E se Grillo si stesse riposizionando?

POLITICA - Alla fine la notizia che ti aspetti la trovi, anzi ne trovi più di una.
La prima è la condanna in primo grado di Beppe Grillo per diffamazione. Il Presidente del MoVimento Cinque Stelle (ricordiamo l’atto costitutivo firmato da Grillo e dal nipote davanti ad un notaio di Cogoleto il 18 dicembre 2012 che lo designa Presidente dell’associazione Movimento Cinque Stelle)  dovrà pagare le spese processuali e risarcire per danni sia il Partito Democratico sia Antonio Misiani, tesoriere del PD, per un articolo apparso sul blog di Grillo il 4 maggio 2012 . Ed è particolarmente ironico che, dopo essersi scagliato contro il finanziamento pubblico, deve pagare proprio chi, all’interno del partito, gestisce il finanziamento. Ora che il governo, per decreto, lo vuole togliere, Grillo sarà costretto a fare un piccolo regalo di Natale al PD, circa 25 mila euro.
L’altra notizia è vedere i deputati  di Forza Italia votare, in commissione bilancio, un emendamento alla legge di Stabilità proposta dal MoVimento di Grillo. La convergenza su un singolo emendamento non dovrebbe essere un particolare segno, anche se, nei giorni scorsi, lo stesso Berlusconi provava a tenere una porta aperta per una opposizione comune al governo di larghe intese con i 5Stelle e con SeL (che però ha respinto subito al mittente).
Sta di fatto che nell’ultimo periodo Grillo sta cavalcando molto i temi cari ad una parte precisa dell’elettorato. Solo pochi giorni fa Grillo e Berlusconi cavalcavano il mal contento delle proteste che in questi giorni stanno paralizzando l’Italia con Berlusconi pronto a ricevere i capi dei “forconi” e Grillo che in un post, sovversivo, chiede alle forze dell’ordine di non fare più il proprio mestiere (Grillo scrive una lettera aperta ai capi di polizia, esercito e carabinieri invitandoli a non proteggere più i politici e ad abbracciare le istanze dei manifestanti che stanno manifestando contro lo Stato).
Ma vediamo anche vicinanza tra i due leader continua su temi come l’immigrazione e l’Europa, gli attacchi ai giornalisti; sia sul blog di Grillo che su giornali vicini a Berlusconi si possono trovare gli stessi attacchi ai parlamentari eletti con il premio di maggioranza, o i continui attacchi ai Senatori a vita, fa particolarmente riflettere che sul blog dell’ex comico genovese si possa discutere sulla l'abolizione dell'Istituto dei Senatori a vita quindi sul cambiamento della Costituzione (articolo 59) mentre in molte occasioni si sono sempre detti gli estremi difensori della Carta.
La sensazione è che Grillo si stia riposizionando cercando di intercettare quei voti che un Berlusconi decaduto potrebbe non prendere e che Alfano non è in grado di sedurre, sapendo benissimo che dall’altra parte, con la vittoria di Renzi alle primarie, il PD potrebbe provare a riconquistare i voti persi alle ultime elezioni con l’idea del cambiamento.
L’eliminazione dei rimborsi elettorali poi, voluto da Letta ma cavallo di battaglia dello stesso Renzi, inizia a togliere argomenti alla propaganda grillina che è sembrata, fin qui, ricca più di proteste che di proposte (sul blog si attacca la vecchia politica a partire proprio dal finanziamento pubblico).

L'Eutanasia in Belgio (2)


ATTUALITA' - Il 2012, anno in cui in Belgio si tirano i primi bilanci dall’introduzione della legge, emerge come l’analisi, il giudizio sulla pratica sia divergente quanto può esserlo la posizione sulla questione.
In diversi hanno reso omaggio a Mario Vestraete: affetto da sclerosi a placche, impegnato per anni nella lotta per la legalizzazione dell’eutanasia, fu il primo a usufruire della legge, appena sette giorni dopo la sua approvazione.
E’ stato girato anche un film, “Tot altijd”, a narrare la storia della sua vita di malato e il suo impegno per ottenere l’introduzione dell’eutanasia.
E’ notizia di alcuni giorni fa, che il Belgio mediante la Commissione Affari sociali e Giustizia del Senato riunite appositamente, abbia votato la proposta di legge che estenda la possibilità di richiedere l’eutanasia anche ai minori e anche ai malati mentali.
La proposta è stata accettata grazie ai 13 voti favorevoli da parte dei socialisti, i liberali, i verdi e i separatisti fiamminghi
I voti contrari  sono stati solo quattro: quelli dei cristianodemocratici francofoni e fiamminghi, nonché dall'estrema destra fiamminga (CDH e CD&V).
Qualora si procedesse verso l'estensione dell'eutanasia anche ai minori, il Belgio potrebbe diventare il primo Paese al mondo ad abolire i limiti di età per la “dolce morte”.
L’idea di estendere la legge ai minori non è una novità per il Belgio.
Nel 2010, la senatrice liberale Christine Defraigne aveva già proposto di abbassare la soglia ai quindici anni.
Dieci anni dopo, il senatore socialista Philippe Mahoux, uno dei padri della legge del 2002, ha annunciato di voler presentare una nuova proposta di legge.
Infatti, il 20 febbraio 2013 il dibattito si è riaperto al Senato.
Dopo numerose discussioni, anche piuttosto accese, si è giunti ad abbandonare il concetto di età minima, in favore del criterio della “capacità di discernimento” per il minore, decretata e valutata da un pedopsichiatra.
La scorsa settimana si è avuto il primo voto che, con una larga maggioranza, ha deciso per dell’estensione della pratica a precise condizioni: che il minore sia malato terminale e, qualora fosse condannato a sofferenze fisiche insopportabili senza la possibilità di essere alleviate, potrà, in presenza di una sua richiesta che andrà approvata dai genitori,  vedere esaudita la richiesta di morire.
La proposta di legge dovrà essere votata in seduta plenaria al Senato, infine all’esame della Camera.
La conclusione dell’iter legislativo è prevista per maggio del 2014.
 
Gerrmano

giovedì 12 dicembre 2013

Mandela e la lotta all'AIDS

ATTUALITA' - Lo sforzo di Mandela, insieme ad iniziative meritorie come il Programma Dream della Comunità di Sant’Egidio, ed insieme alla mobilitazione sociale ed economica di tanti (dalle iniziative di Bono Vox leader degli U2, agli stanziamenti del Global Fund o le donazioni private come quelle della Bill e Melinda Gates Fundation), hanno creato un clima positivo per la lotta all’Aids in Africa. Se dieci anni fa sconfiggere l’Aids era un sogno, una utopia, oggi non è ancora  una realtà, ma certamente sono stati fatti numerosi passi avanti. Iin molti paesi c’è accesso alle cure, le strutture sanitarie, tra mille difficoltà, stanno affrontando la Pandemia dell’Aids ed il numero dei nuovi contagi è da qualche anno in calo. Soprattutto, esiste una nuova coscienza africana che spinge la gente a curarsi, a rivolgersi ai medici. Se dieci anni fa si pensava fosse anche inutile curarsi, oggi la realtà è cambiata ( mi permetto di consigliarvi il libro di Pacem Kawonga “Un domani per i miei bambini” storia di una donna del Malawi che vince la malattia ed il pregiudizio).

Vorrei proporvi un breve spaccato dell’Africa negli ultimi anni rispetto al Virus dell’Aids.
“Mio figlio è morto di Aids”.  Aveva 86 anni Nelson Mandela quando, nel 2005, ha convocato una conferenza stampa nella sua casa di Johannesburg per annunciare che il suo unico erede maschio, Makgatho Mandela, 54 anni, era stato ucciso dal virus Hiv.

“Diamo pubblicità all'infezione - ha detto ai cronisti – “E' l'unico modo che abbiamo per farla apparire come una normale malattia. Soltanto così la gente smetterà di considerarla una cosa straordinaria, di vedere chi ne è colpito come qualcuno che è destinato all'inferno e non al paradiso”. Makgatho Mandela, avvocato, dirigente del Diners Club South Africa era stato ricoverato qualche giorno prima della morte ma un portavoce della famiglia non aveva voluto rivelare da quale malattia l'uomo fosse affetto.
Può sembrare una affermazione banale, ma vi posso garantire che la mentalità africana dell’epoca era totalmente diversa. L’Aids era una malattia spesso negata, di cui non si parlava, non si credeva alle possibilità di una cura efficace ed esisteva un enorme stigma negativo nei confronti dei malati.

Lo capiamo meglio se leggiamo questo articolo del 2006, e vediamo come parlava il Ministro della Sanità del Sudafrica la dottoressa Manto Tshabalala-Msimang:
“Macché vaccini e terapie antiretrovirali! Quel che ci vuole, per combattere l'Hiv, è una buona dieta, composta soprattutto da barbabietole, aglio, limone, patate «africane» e olio vergine in abbondanza”  Secondo il Ministro è inutile combattere il virus che provoca l' Aids con cure particolari: ci vogliono invece diete speciali, ginnastica, poche bevande alcooliche, sesso controllato e, naturalmente, appropriate cure per infezioni opportunistiche.

E non scherza, il ministro sudafricano. Così Manto Tshabalala-Msimang s'è presentata a Toronto, di fronte ai 24 mila delegati convenuti alla sedicesima conferenza internazionale sull' Aids, mostrando i «rimedi» sudafricani: un cesto con patate, barbabietole e spicchi di aglio sparsi tra alcuni limoni. “Abbiamo dovuto comprare questi vegetali qui a Toronto perché il Canada non ci ha permesso di importarli da casa nostra”, ha spiegato il ministro ai giornalisti che le chiedevano se il contenuto del cestino era tutto ciò che il Sudafrica offriva come terapia anti-Hiv. Mancava, purtroppo, l' olio d'oliva vergine “adatto soprattutto per gli abitanti le zone rurali”, ha aggiunto un membro della delegazione di Tswane, la capitale sudafricana nota, sino a poco tempo fa, come Pretoria.
Andiamo avanti.
Gheddafi, un altro leader fortemente discusso, ma che vi posso garantire in tutta l’Africa era visto con grande rispetto ed era ammirato da molti, anche per via delle sue numerose donazioni economiche ai paesi più poveri, affermava:  “l'Aids è la nuova arma terroristica messa a punto dai servizi segreti americani: Il virus dell' Aids non viene affatto dalle scimmie come sostengono gli Usa, ma è stato creato dai servizi segreti americani.”

Ho visto coi miei occhi presso Xai-Xai, città del Mozambico, il bairro (quartiere) Gheddafi, vi faccio questo esempio per dire della popolarità che il Rais Libico godeva in tutta l’Africa, quindi tanti credevano alle sue parole.

Per capire il peso delle parole di Mandela dobbiamo considerare la Storia e la Geografia del Sudafrica, che per tutta una serie di ragioni ha un legame forte coi paesi confinanti. Un legame non sempre facile, ma indubbiamente l’economia del Sudafrica è il motore dell’Africa Australe e le vicende storiche e politiche sudafricane hanno forte influenza nei paesi limitrofi.
Conosco abbastanza bene sia il Malawi che il Mozambico. Considerate che Maputo, la capitale del Mozambico, è ad un ora d’aereo da Johannesbourg, polo economico del Sudafrica. Migliaia di Mozambicani hanno lavorato e lavorano, spesso in pessime condizioni, nelle miniere di diamanti del Sudafrica, paese che a sua volta è il principale investitore in Mozambico. Consideriamo però che per anni il Mozambico ha avuto una leadership marxista mentre il Sudafrica era il regno dell’apartheid, certamente i due paesi non si amavano, allo stesso tempo le loro economie sono interdipendenti. Certamente poi il popolo mozambicano, e di tutta l’Africa, ha seguito con passione ed interesse la lotta per la libertà di Mandela, e negli ultimi anni i paesi hanno una intensa collaborazione.

Torniamo all’Aids. Dobbiamo considerare una cosa, dieci anni fa parlare di cura dell’Aids in Africa era un azzardo, una scommessa in cui credevano in pochi. C’era scetticismo sia nella comunità scientifica internazionale, sia da parte dei donatori. Troppi problemi e difficoltà, troppi giudizi negativi verso gli africani. Va detto però che lo scetticismo era fortissimo anche da parte degli stessi Africani. La malattia veniva nascosta, negata, non esisteva una presa di coscienza di questo male, la vulgata era che tanto gli africani morivano per tante malattie, perché parlare di un ulteriore flagello?
Per concludere, quando molti in Africa negavano la malattia, Mandela ha usato tutto il suo immenso carisma per parlare dei drammi causati da questo male, e negli ultimi anni della sua vita ha speso tutta la sua popolarità appoggiando e sostenendo, sia in patria che nelle sedi internazionali, le ragioni dei malati e le lotte di chi chiedeva un maggiore accesso ai farmaci ed alle cure necessarie.

Posso testimoniare di persona che oggi, tra mille difficoltà, l’Aids in Africa si può combattere. Conosco tante persone che oggi convivono con la malattia, come fosse un diabete o un’altra patologia, fastidiosa ma gestibile, conosco mamme sieropositive che hanno dato alla luce figli non affetti dal Virus, vedo un Continente che oggi ha la concreta speranza di sconfiggere questa malattia.
Mario Scelzo.

martedì 10 dicembre 2013

L'Eutanasia in Belgio (1)


ATTUALITA' - In Belgio la pratica dell’eutanasia è stata legalizzata già dal 2002.

Fino ad allora, in Europa, l’eutanasia era stata introdotta esclusivamente in Olanda, con il limite minimo di età per richiederla di 12 anni.

Dall’anno dell’introduzione, in Belgio, sono stati compiuti e pubblicati studi sull’attuazione della legge e sulle categorie che maggiormente richiedevano di morire.

Gli studi sono frutto del lavoro di un’apposita Commissione, creata anche per monitorare l’applicazione della legge e i casi di eutanasia legale registrati nel paese.

Le statistiche analizzate dalla Commissione, parlano di una richiesta maggiore nella regione fiamminga, rispetto a quella vallone, con la constatazione che a richiederla siano più persone di sesso maschile.

Quasi sempre, la richiesta parte da uomini e donne colpite da un male incurabile (3 su 4) e la metà delle richieste arrivano da  persone tra i 60 e i 79 anni.

Le statistiche ufficiali parlano di un crescendo di richieste: dalle 24 persone che hanno “usufruito” della legge per darsi la morte nell’anno dell’approvazione (2002), già nel 2003 le richieste a cui si è ottemperato, erano aumentate fino a 235.

Ogni anno si registra un graduale incremento delle richieste, 349 nel 2004, 393 nel 2005, 429 nel 2006, 495 nel 2007.

Il 2008 è un anno particolare: vi è un picco di richieste di “fine vita”, si arriva a 704. Poi il triste trend ritorna ad essere di circa 120 richieste in più l’anno, fino a giungere nel 2011 ad un totale di ben 1133 richieste di morte.

In particolare, secondo i dati forniti, l’aumento più evidente dei casi di eutanasia si registra negli abitanti della Fiandra, mentre per i Valloni la crescita è più contenuta.

Nel 2002, tra le 24 richieste totali, 17 sono di fiamminghi e 7 di valloni. Nel 2003 la differenza è già molto più marcata: 199 a 36.

La crescita delle autorizzazioni a morire nelle due diverse regioni è regolare, più verticale tra i fiamminghi, fino a giungere addirittura, tra il 2006 e il 2007, ad una crescita da 340 a 412, mentre tra i valloni vi è una decrescita delle richieste, da 89 ad 83.

Un simile dato si verificherà solo un’altra volta nel 2009, dove si passerà da 166 richieste a 144 per il 2010. Ma già nel 2011 le richieste risalgono a 215.

Insomma, la verticale delle richieste di eutanasia nella regione della Fiandra, fa salire la curva nazionale.

Germano

venerdì 6 dicembre 2013

Grillo inizia la lista di proscrizione contro chi lo critica. Inizia la rubrica “Il giornalista del giorno”


POLITICA - Oggi, sul blog di Grillo, nasce una nuova rubrica: “Il giornalista del giorno” nel quale verrà criticato il giornalista che si è permesso di criticare il MoVimento 5 Stelle. Come al solito a Grillo e ai suoi le critiche non sono mai piaciute, basti ricordare i feroci attacchi alla Gabanelli o a Rodotà appena i due si sono permessi di fare qualche ragionamento contro il Movimento.

La prima a finire nella lista di proscrizione dell’ex comico genovese è Maria Novella Oppo, giornalista de L’Unità. 
Queste le parole sul blog:

 

Maria Novella Oppo si vanta di lavorare all’Unità dalla fine del '73. Da allora non ha mai avuto un altro lavoro ed è mantenuta dai contribuenti da 40 anni grazie ai finanziamenti pubblici all'editoria che il MoVimento 5 Stelle vuole abolire subito. La Oppo appena può diffama pubblicamente il M5S. Per esempio sulla protesta di ieri alla Camera: "Ogni giorno una pagliacciata dei grillini [...] fanno casino [...] dimostrano di non saper fare e di non aver fatto niente per il popolo italiano [...] inscenano gazzarre [...] sono succubi di Berlusconi". Qualche giorno fa: "Casaleggio va elucubrando ai danni dell’Italia". E ancora: "Grillo vuole tutto, soprattutto il casino totale [...] un brulichio di piccoli fan [sono] divenuti per miracolo parlamentari e tenuti al guinzaglio perché non si prendano troppe libertà". Il M5S abolirà il finanziamento pubblico all'editoria e la Oppo dovrà cercarsi un lavoro. Non è mai troppo tardi, o forse sì.

Vale la pena fare due considerazioni, una nel merito e una sul metodo.

La prima, nel merito. Le parole di Maria Novella Oppo sono lontane dalla realtà? In questi mesi abbiamo visto i parlamentari M5S usare le aule di Montecitorio e di Palazzo Madama come se fossero le aule di un liceo. Hanno perso tempo ad occupare Montecitorio per leggere la Costituzione (con scarsissimi risultati), salire sul tetto della Camera dei Deputati e passarci la notte, occupare i banchi del governo (con la conseguenza di far sospendere la seduta), inscenare ad ogni seduta parlamentare qualche forma di protesta (cellulari che suonano durante la fiducia alla Cancellieri, baciarsi durante la seduta durante la discussione sull’omofobia). Si possono criticare le istituzioni ma poi bisogna rispettare le regole e i regolamenti (naturalmente se una regola è sbagliata si può cambiare, ma fino a che è in vigore bisogna rispettarla). Il giorno successivo all’occupazione dei banchi del governo, i deputati del Movimento hanno preso la parola per dichiarare che tutti avevano occupato, quanto tempo è stato perso per questa forma di protesta sterile quando si poteva discutere di cose più serie? La sensazione è che i parlamentari abbiano più a cuore la lotta contro la vecchia classe politica che a cuore i problemi della gente.

Nel metodo. Il post sul blog è un attacco gratuito. Nelle poche righe non smonta il ragionamento della giornalista ma sembra voler far passare un solo concetto: “Lei scrive contro di noi, quindi è un nemico.” Forse sarebbe stato più utile spiegare come si comportano in aula i parlamentari, spiegare le posizioni e i voti. Ma spesso il metodo usato dai 5 Stelle è quello di criticare (anche volgarmente) gli avversari politici senza spiegare quale è l’alternativa, per poi offendersi se qualcuno prova a dire qualcosa contro di loro. Si sentono sempre superiori a tutti senza riconoscere i (tanti) limiti che hanno.

Domani dovremmo comprare tutti L'Unità per solidarietà con Maria Novella Oppo.