giovedì 5 dicembre 2013

Un goal per la ricerca.

Il capitano del Livorno Andrea Luci
ATTUALITA' -
Andrea Luci è un calciatore italiano. Ottima promessa nelle giovanili della Fiorentina, il centrocampista ha vissuto una discreta carriera senza però mai veramente “sfondare”. Non è certamente uno dei Campioni più famosi, non è Totti o Del Piero, non ricorderemo la sua corsa dopo il goal della Vittoria del Mondiale come Fabio Grosso, non ha il piede fatato di Andrea Pirlo, non ha l’istinto del killer sottoporta alla Super Pippo Inzaghi. Potremmo definirlo un onesto gregario del Calcio, un discreto giocatore con una carriera vissuta prevalentemente in Serie B, solo quest’anno sta disputando la Serie A con il Livorno, squadra in cui milita da 4 anni e di cui è attualmente Capitano. Non diventerà probabilmente famoso per aver calcato i palcoscenici del Camp Nou, del Santiago Bernabeu, della Allianz Arena, difficilmente lo vedremo al Maracanà ai prossimi Mondiali in Brasile.

Negli ultimi giorni però il suo nome è diventato famoso, per una vicenda triste che speriamo possa avere un lieto fine. Il calciatore ha voluto raccontare pubblicamente il dramma che l'ha colpito: il figlio di sei anni è affetto da una rara malattia che colpisce un bambino su 2 milioni.

Luci e la moglie Lisa con grande forza e lucidità hanno deciso di rendere pubblica questa vicenda e i tifosi amaranto si sono subito mobilitati. Immediata la reazione della città che si è stretta attorno al capitano del Livorno. In occasione della partita Livorno-Juventus di un paio di domeniche fa i tifosi amaranto della curva nord dello stadio Picchi hanno organizzato una raccolta in favore dell'associazione Fop Italia Onlus.

Lasciamo parola alla coppia livornese, iniziamo dalla mamma Lisa: "Alla visita di martedì scorso ero arrivata preparata. Grazie a internet e all’istinto della mamma, che non sbaglia mai. Marco era nato con gli alluci valghi, ma ci dicevano che era tutto normale. Ponevo il dubbio, insistevo, ma ero soltanto la mamma paranoica. Fino a una settimana fa, quando per la prima volta ho sentito darmi ragione quando avrei tanto voluto aver torto.”

E prosegue:  “Ora mi spaventa non sapere che cosa succederà domani, ora la cura è il cortisone che protegge ma non fa miracoli. Dobbiamo trovare un farmaco che blocchi l’avanzare della malattia. Un figlio non deve soffrire, non deve chiedere perché non può più saltare sul divano".

L'appello è quello di aiutare economicamente la ricerca sulla rarissima Fop. Per farlo queste le coordinate bancarie: IT21O0324020879651100214974. La voglia di lottare è tanta, anche se Luci ammette: "Nelle prime ore il pensiero di smettere c’è stato. Poi ho capito che il calcio è una fortuna, posso garantire a Marco cure costose. Devo anzi dare ancora di più per provare a raccogliere il massimo possibile. E poi posso offrire la mia visibilità, far sapere a tutti".

Infine il capitando del Livorno chiosa: "C’è una Onlus che in dieci anni di vita ha avuto poca risonanza: servono i fondi per la ricerca che va avanti in Inghilterra e in Olanda ma più di tutti in America e che speriamo possa portare alla salvezza, o alla guarigione. Ringrazio i tifosi per il loro calore sincero. Contro la Juventus abbiamo raccolto diecimila euro, ora non dobbiamo fermarci. Il sei gennaio a Firenze c’è il derby con la Fiorentina, potremmo pensare a una seconda raccolta, o a invitare alla partita le persone malate".

Questa è la vicenda, io vorrei sottolineare alcune cose:

             Condivido la scelta di Luci di rendere pubblica la malattia del figlio, non per voglia di apparire, ma, come lui spiega, per poter sfruttare la sua popolarità e quella del mondo del Calcio, per dare visibilità alla ricerca. Sappiamo quanto sia difficile far conoscere all’opinione pubblica vicende come queste, spesso tutti noi siamo distratti dalle nostre vicende personali o dal flusso continuo di notizie, e pensiamo di non poter fare nulla per cambiare la realtà. O siamo pessimisti, oppure ci rifugiamo nell’individualismo. Penso invece che ognuno di noi può contribuire, con gesti piccoli o grandi, a migliorare il mondo e la realtà che ci circonda. Penso anche che, oltre all’aiuto economico, sia anche di enorme importanza non far sentire sole e abbandonate le persone che lottano contro un male indecifrabile, il sostegno e l’amicizia aiutano ad affrontare il male con più forza.

             Rispetto al mondo del Calcio, si è già in minima parte mobilitato. Si segnalano alcuni tweet affettuosi verso Luci da parte dello juventino Marchisio, c’è una bella lettera del romanista Burdisso (che in passato ha affrontato con successo una leucemia diagnosticata alla figlia), però ecco sarebbe un bel segnale se il mondo del calcio, spesso regno della violenza, delle tensioni esasperate, mondo dove girano milioni di euro, si mobilitasse in maniera forte per sostenere la ricerca contro le malattie rare.  Ci farebbe piacere poter commentare tra qualche mese non l’ultima bizza di Balotelli, non l’ultima prodezza di Totti, non l’ultimo rigore dubbio assegnato alla Juventus, non gli ultimi striscioni razzisti della curva della Lazio, ma la scoperta di una cura efficace contro la Fibrodisplasia Ossificante Progressiva.

Mario Scelzo

Per saperne di più sulla Fop  http://www.fopitalia.it/

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