lunedì 13 gennaio 2014

Francesco, Loris e Giovanni

Chiesa-Tra le nomine cardinalizie di Papa Francesco, spicca certamente quella dell’arcivescovo Loris Francesco Capovilla. Nasce il 14 Ottobre del 1915 in un piccolo paese in provincia di Padova, se facciamo due conti non troppo tempo fa ha compiuto 98 anni, secondo wikipedia è il secondo ordinario diocesano italiano più anziano vivente.

Chiunque abbia un minimo di conoscenza della realtà ecclesiale associa Loris Capovilla a Papa Giovanni XXIII, infatti Capovilla è stato segretario personale prima, dal 1953, del Cardinale Roncalli Patriarca di Venezia, e successivamente segretario personale di Sua Santità Giovanni XXIII nel corso del suo pontificato, terminato il 3 Giugno 1963. Nell’immaginario, sia di chi lo ha conosciuto da vivo, sia di chi successivamente ha studiato o approfondito il Pontificato del Papa Buono, Capovilla è stato il suo fedele compagno di viaggio nonché, in seguito, la memoria vivente di Papa Roncalli, contribuendo con numerose interviste e pubblicazioni (tra cui spicca Il Giornale dell’Anima) a tenere viva la memoria del Pontificato di Papa Giovanni.

Non entro nel dettaglio, perché basta digitare su Internet per cercare una biografia approfondita. Mi limito ad osservare la valenza simbolica della scelta di Papa Francesco di concedere la berretta cardinalizia a Monsignor Capovilla.

Dovessi sintetizzare al massimo il Pontificato di Roncalli, lo definirei il Papa Buono, ed il Papa del Concilio. Dovessi anche azzardare un paragone, direi che esiste una enorme sintonia tra Papa Francesco e Papa Giovanno XXIII: due anime semplici ma non affatto ignoranti, due Pastori di Popolo con una grandissima carica umana, due Papi che sembrano privilegiare la sostanza alla forma. Non a caso sia Papa Giovanni che Papa Francesco sono entrati nel cuore della gente, con gesti e parole di grande impatto e tenerezza.

Se chiudiamo gli occhi e pensiamo al famoso discorso di Papa Giovanni, con la storica frase “quando tornate a casa, date una carezza ai vostri bambini, dite loro che questa è la carezza del Papa” ecco, magari con parole diverse, ma io ci rivedo la stessa bontà e tenerezza, la stessa mitezza ed amore per il proprio gregge che caratterizza Papa Francesco.

Papa Giovanni è stato anche il Papa che ha voluto, iniziato e sostenuto il cammino del Concilio Vaticano Secondo. Concilio che, a detta di tutti i successori di Papa Giovanni, ha ancora tanto da dire a credenti e non, evento che cresce con chi lo vive. Mi piace pensare che la nomina cardinalizia di Loris Capovilla sia da parte di Papa Francesco l’invito a tenere sempre presente l’insegnamento del Concilio. Ritengo veramente impossibile sintetizzare il Concilio, ritengo però si possa senz’altro dire abbia rappresentato una Chiesa aperta alle Sfide del Mondo Moderno e vicina alle sue Ferite, una Chiesa non autoreferenziale e chiusa nel piccolo orticello, ma una realtà viva, aperta, dinamica, e come diceva Papa Giovanni, una Chiesa di tutti ma particolarmente dei Poveri. Soprattutto, ritengo che Bergoglio voglia dirci che il Concilio ha ancora tanto da dire, e che va riletto e ricompreso dal popolo del credenti.

La nomina di Capovilla allora assume a mio parere una valenza simbolica enorme, quasi se Papa Francesco volesse lanciare un Nuovo Concilio. Forse esagero, ma ritengo che Bergoglio in pochi mesi abbia già rivoluzionato la Chiesa come e quasi più di un Concilio, con i suoi gesti umili, con la sua tenerezza, con gesti emblematici come ad esempio la Lavanda dei Piedi nel carcere minorile.

Mi piace pensare ad una mano tesa, ad una storia che non si ferma, a Papa Giovanni che abbraccia Loris Capovilla, e il suo segretario che porta a Papa Francesco la carezza del Papa Buono.

Mario Scelzo.

Nessun commento:

Posta un commento