martedì 7 gennaio 2014

Sapore di rosa

ATTUALITA' - Sarò onesto con i miei lettori. Ho conosciuto il libro “Sapore di Rosa” – Spunto Edizioni, di Tiziana Battisti e Barbara Cordoni, perché le due autrici sono mie colleghe di ufficio. Le vicende di questo libro, dalla stesura del testo alla fase forse ancor più complessa della pubblicazione e distribuzione, hanno fatto da sottofondo alla quotidianità del mio lavoro negli ultimi mesi. Ciò detto, non farò nessuno sconto, procederò ora con una recensione approfondita, che spero vi possa interessare.

Prima di tutto, è un libro che scorre agevole, si legge volentieri, si resta rapiti dalle vicende ma soprattutto dal clima di fondo del romanzo, ma questo lo dirò meglio più avanti. Poi, lasciatemi dire che se tra i libri più letti in Italia troviamo i fumettoni di Moccia o le storielle insignificanti di Fabio Volo, ecco, “Sapore di Rosa” non ha nulla da invidiare rispetto a libri molto più famosi.

Questo libro segna il debutto della coppia narrativa Battisti/Cordoni, che si cimentano in un romanzo di difficile collocazione, nel senso che non è semplice catalogare “Sapore di Rosa” in un genere letterario. Parlare di storia d’amore sarebbe riduttivo, definirlo un libro di cucina sarebbe limitante, parlare di saga familiare lo stesso, ecco, la prima dote che riconosco alle autrici è quella di aver sapientemente calibrato gli ingredienti della narrazione, creando una vicenda dove si mischiano storie e sapori, fatti storici e sentimenti personali.

Non posso svelarvi troppo (anche perché vi invito caldamente a leggere “Sapore di Rosa”), ma la storia gioca su un doppio binario, temporale e geografico, le due autrici ci fanno viaggiare dal tempo della guerra ai giorni nostri, in un orizzonte che parte da Roma e tocca i borghi incantati delle Colline Toscane, in particolare della zona di Siena.

Mentre siamo intenti a seguire, tra Roma ed Asciano, le vicende delle protagoniste (si, perché dimenticavo, è una storia scritta al femminile), c’è però direi un filo rosso, quello della buona cucina. Attenzione, cucina è riduttivo. Non si parla di ricette, ma le pagine sono cariche di quella che definirei convivialità della tavola. Non pensate ad un moderno fast-food e neppure ad un ristorante di livello, ma immaginate le nonne di una volta che si alzavano all’alba per preparare la pasta fatta in casa, perdetevi tra le pagine che parlano di odori raccolti nell’orto, di torte di mele fatte a mano cotte nel grande camino familiare….vi confesso che il romanzo mette fame! Anzi, fa venire voglia di abbandonare il caos cittadino e di tuffarsi nella pace e nella calma della vita di campagna.

Vorrei sottolineare un ultimo elemento. Se da un lato c’è una esaltazione della cultura contadina, con le sue tradizioni culinarie e direi anche con un tempo che scorre senza gli affanni della vita cittadina, allo stesso tempo  le autrici non ci nascondono i difetti e le storture delle società patriarcali contadine del novecento italiano. Gli uomini ( non tutti va detto) spesso si rendono protagonisti di atti violenti, e una certa forma di comando patriarcale sicuramente influisce nello svolgimento della Storia.

In conclusione, complimenti alle due autrici che, in una storia che si lascia leggere ben volentieri, hanno mescolato con sapienza tutti gli aspetti dell’animo umano, dalle passioni violente a quelle d’amore, dal passato al presente. Termino dicendo che forse non è un caso che le due autrici lavorino in Televisione, perché senza rinnegare quanto scritto fino ad ora, direi che la storia ha ottimi tempi televisivi, sarebbe interessante in un futuro vedere la trasposizione di “Sapore di Rosa” sul piccolo o grande schermo.

Ora, in attesa del secondo romanzo, chi volesse comprare il primo, può farlo o nelle librerie Arion, oppure seguendo questo link:


Mario Scelzo.

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