Naturalmente
questa decisione ha aperto polemiche da parte dei senatori del PdL “Una pagina buia per le regole parlamentari- afferma Renato Schifani, capogruppo PdL al
Senato -La Giunta del Regolamento, a maggioranza e con un voto deliberatamente
politico, ha violato le regole in maniera surrettizia, con grave responsabilità
dello stesso presidente del Senato, per consentire al Pd e ad altre forze di
imporre ai loro senatori un voto contro il leader del centrodestra. La giornata
di oggi non potrà non avere conseguenze.” Con chiaro riferimento alle sorti del
Governo Letta.
Ci sarebbero
da fare due piccole riflessioni a riguardo.
La prima. Il
presidente Berlusconi è stato giudicato, dopo tre gradi di giudizio, colpevole
di frode fiscale, gli è stata inflitta una condanna (che grazie all’indulto è
stata ridotta ad un anno), la corte d’Appello di Milano ha già “ricontato” gli
anni di interdizione dai pubblici uffici (a gennaio ci sarà la sentenza della Cassazione
che aveva confermato la condanna di interdizione chiedendo però un riconteggio).
Dall’inizio di agosto (giorno della sentenza in Cassazione) ad oggi si è parlato
molto di questa vicenda, seguito con attenzione (troppa) ogni passaggio
parlamentare e giudiziario, abbiamo assistito a minacce sulle sorti del governo
e voti di fiducia, forse è ora che la maggioranza ed il governo accantonino
questo tipo di battaglie per concentrarsi sui reali problemi dell’Italia (primo
fra tutti la disoccupazione).
La seconda,
il voto palese. Abbiamo assistito ad un paio di mesi di battaglie parlamentari
tra il PD e il M5S su questo argomento, con entrambi i partiti pronti a
insinuare che, con il voto segreto, l’altro avrebbe, nel segreto dell’urna,
aiutato Berlusconi. Abbiamo assistito a scene ridicole. Ogni parlamentare è
libero di votare secondo la propria coscienza, ricordando che non c’è vincolo
di mandato ma che ogni singolo voto è per il bene dell’Italia. Non credo sia
sconvolgente se un parlamentare voti in disaccordo con il proprio gruppo
parlamentare se questa decisione è presa secondo coscienza e se motivata. È giusto
nascondersi nel segreto dell’urna per votare in disaccordo al proprio gruppo? Io
credo di no, i Senatori dovrebbero essere fieri di poter affermare il proprio
voto.
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