In queste
ore abbiamo assistito all’ennesima tragedia nel Mediterraneo. Il Nostro Mare è diventato ormai un cimitero
che accoglie nelle sue gelide acque migliaia di corpi. Uomini e donne, vecchi e
bambini che hanno lasciato la loro casa per affrontare un lungo viaggio, sono
scappati dalla povertà, dalla fame e dalla dittatura e si sono messi in cammino verso l’Europa con la speranza di
avere se non un futuro migliore almeno un futuro. Per molti non è stato così
perdendo la vita in maniera tanto assurda quanto tragica.
Oggi è
il momento della commozione e del dolore, in tanti hanno espresso questi
sentimenti (anche se non sono mancati i soliti commenti razzisti e fuori
luogo).
Papa
Francesco ha lanciato un accorato appello:
“Preghiamo insieme Dio per chi ha perso la vita uomini, donne, bambini,
per i familiari e per tutti i profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si
ripetano simili tragedie. Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a
prevenirle.”
Le parole
del Presidente Grasso sono un “richiamo alla responsabilità, all'accoglienza e
al soccorso di chi fugge da situazioni disperate” che “deve essere sentito da
tutte le forze politiche e deve portare a una revisione della nostra
legislazione in materia e a una più attenta gestione dei flussi migratori.”
Ma dopo il
giorno di dolore dovrà venire il giorno dell’impegno concreto. I nostri politici, che oggi corrono a Lampedusa
per piangere sui corpi delle vittime, mattano in agenda domani impegni precisi
per affrontare e superare queste tragedie, si impegnino su provvedimenti concreti e non lascino cadere
nel vuoto il grido di chi oggi ha perso la vita. L’Europa, sempre pronta ad
intervenire sui bilanci nazionali, lasci la freddezza delle cifre del deficit e
si occupi concretamente di questa tragedia.
Il professor
Andrea Riccardi, ex ministro nel governo Monti per l’integrazione e fondatore
della comunità di Sant’Egidio, in queste ore ha lanciato un appello:” L’immane
tragedia di Lampedusa esige da parte di tutti una risposta che non si limiti al
cordoglio ma che chiami in causa le responsabilità e si faccia carico del
coraggio di una proposta. Chiedo un funerale di Stato, a Roma, per le vittime
di questo ennesimo disastro umanitario; e mentre ci uniamo alla preghiera di
papa Francesco, e sollecitiamo interventi rapidi ed efficaci per alleviare le
sofferenze dei superstiti, non possiamo non tornare a denunciare con forza le
carenze della politica europea e mondiale, l’inadeguatezza delle iniziative
della cooperazione internazionale di fronte al fenomeno gigantesco,
inarrestabile delle migrazioni, una vera emergenza del nostro tempo.”
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