venerdì 28 giugno 2013

F35, una parola cambia il testo e la "supercazzola" di Di Battista

POLITICA - L’Italia avrà i suoi caccia. Questo è quanto deciso dalla Camera dei deputati. Anche se per un momento sembrava che la maggioranza PD-PDL e Scelta Civica volessero spostare l’acquisto degli F35 dopo la costituzione di una commissione ad hoc che avrebbe dovuto approfondire la reale esigenza dei caccia. Ma alla fine nel testo approvato alla Camera è spuntata una parola, una parolina che cambia interamente il testo. È bastato aggiungere “ulteriore” e l’acquisto degli F35 è stato confermato. Infatti il testo è arrivato dopo una lunga riunione tra i capogruppo dei partiti di maggioranza. In un primo momento tutto l’acquisto dei  caccia sembrava essere spostato, queste sembravano le intenzioni del Partito Democratico, dopo un eventuale parere positivo del Parlamento, ma con la parola “ulteriore” il parere parlamentare varrà per future spese (41 aerei di cui ha parlato il ministro Mauro pochi giorni fa). i legge infatti nel testo che non si possa “procedere a nessuna fase di "ulteriore" acquisizione senza che il Parlamento si esprima nel merito.”
Lo stesso ministro della Difesa esulta dichiarando a caldo che “Per amare la pace, armare la pace: l'F35 risponde a questa esigenza”.
Il capogruppo di Scelta Civica ha spiegato che la mozione, che porta anche la sua firma, “fa salve le decisioni assunte, non pone l'obiettivo di uscire dal programma ma apre una fase di verifica molto importante e impegna il governo a non procedere in ulteriori fasi operative se non dopo quella ricognitiva.”
Bocciata invece la mozione di Sel e del MoVimento 5 Stelle che chiedeva l’uscita dal programma. Durante i lavori parlamentari vera baruffa alla Camera sull’intervento dell’on. Alessandro Di Battista che denuncia come “la mozione del Pd sugli F-35 è una vera e propria supercazzola.” Dopo essersela presa con gli onorevoli del Pdl. I toni si sono accessi e mentre i colleghi di partito di Di Battista applaudivano il suo intervento il resto dell’aula ha iniziato a gridare contro il deputato penta stellato tanto che il presidente di turno, Luigi Di Maio, anche lui del MoVimento, ha dovuto richiamare all’ordine l’aula e ha dovuto chiedere un linguaggio appropriato al suo collega di partito.
Pippo Civati del PD e Sergio Boccadutri di Sel, dai loro blog criticano molto l’atteggiamento di Di Battista. Civati si interroga sulla “geniale trovata di fare un intervento insultante in aula per convincere gli altri a fare l’esatto contrario di quello in cui si crede. Insultare per (non) convincere: che strategia!”. Più duro invece Boccadutri che “A conti fatti, l’unico effetto sortito dall’intervento del ‘cittadino’ – ma sarebbe più giusto dire provocatore – Di Battista è stata la chiusura a riccio del gruppo democratico. La verità è che a Di Battista non gliene fregava nulla di avere il voto favorevole o almeno l’astensione di parte della maggioranza. Anzi adesso potrà continuare a dire, col solito fare tronfio, che fanno tutti schifo tranne il MoVimento. Usando quei toni, tra l’altro poco consoni alle aule parlamentari, ha fornito l’alibi perfetto e ha impedito che si aprisse una crepa nella logica delle larghe intese. Insomma, proprio il risultato che voleva ottenere”.

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