POLITICA - Se poco più di un anno fa avevamo sentito un forte e chiaro boom dopo le elezioni che avevano portato un candidato del MoVimento 5 Stelle a diventare il primo cittadino di un capoluogo di provincia, Pizzarotti a Parma, oggi sembra un leggero ticchettio di fondo.
Certo, commentare le elezione, nazionale o amministrativa che siano, cercando di paragonarla all’elezione più vicina sappiamo che è sbagliato. Non si possono infatti accostare voti per istituzioni diverse e con leggi elettorali diverse. Nelle elezioni amministrative poi contano molto i candidati più che partiti, ma alcune considerazioni di fondo si possono fare sul fenomeno che sicuramente ha riportato il maggior successo solo pochi mesi fa ma che oggi arranca nelle urne e nei sondaggi.
Il MoVimento 5 Stelle, in un anno ha vinto a Parma, ha avuto un grande successo nelle elezioni Regionali in Sicilia, è stato votato da più di 8 milioni di cittadini alle elezioni politiche dello scorso febbraio. I temi su cui hanno puntato, soprattutto per le politiche, sono quelli che toccano la pancia della gente, meno soldi alle istituzioni e più soldi ai cittadini. Volevano essere i controllori, aprire il parlamento come una scatola di tonno. Sono i cittadini nelle istituzioni, gli onesti. I candidati non sono stati scelti dalle segreteria dei partiti ma tramite primarie on-line (naturalmente hanno diritto al voto solo, sottolineo solo, gli iscritti al movimento, tanto che alcuni candidati sono finiti nelle liste elettorali e poi in parlamento con poche manciate di voti). Hanno scelto i loro capigruppo alla Camera e al Senato (incarico da ricoprire solo per 3 mesi a turno) per alzata di mano. Avrebbero messo il loro lavoro tutto on-line e avrebbero trasmesso le loro riunioni in streeming.
E Grillo? L’ideatore del MoVimento da padre si sta trasformando sempre più in padrone. Il suo tuor per le elezioni ha toccato tutta Italia, dal palco invitava la gente a votare per il cambiamento e dal suo blog inveiva contro i signori della vecchia politica. Ma sempre di più le sue parole diventano insulti contro chi osa criticarlo, nelle ultime settimane è toccato tra gli altri alla Gabanelli, colpevole di aver fatto un servizio critico sul MoVimento, e a Rodotà, colpevole di aver criticato alcune dichiarazioni di Grillo in un’intervista al Corriere della Sera.
Alle ultime elezioni il partito ha avuto una forte inflessione. Grillo ha dato la colpa agli elettori colpevoli, secondo lui, di non aver capito l’importanza del cambiamento, e ha provato a minimizzare la vittoria degli avversari ma salta agli occhi la differenza di percentuali in alcune città. A Imperia si è passati dal 33.6% delle politiche al 8.6%, a Viterbo dal 31.8% al 6.2%, ad Avellino dal 18.8% al 3.4% e nessun candidato alla carica di sindaco nelle elezioni di maggio ha raggiunto il ballottaggio in capoluoghi di provincia. Anche al primo turno in Sicilia le cose non sono andate meglio portando al ballottaggio solo Piccitto a Ragusa, mentre a Catania Adorno arrivava al 3.4% e Sajia a Messina non arrivava al 3%. Candidati sbagliati, elettori che hanno girato le spalle e non sono andati a votare. Ma in questi mesi abbiamo visto all’opera i parlamentari, certo persone oneste ma sembrano anche poco preparate e forse non in grado di guidare il paese. Il MoVimento oggi forse paga errori veniali che magari si perdonano ad altre forze politiche ma quando uno si presenta come il migliore e l’onesto poi deve cercare di essere impeccabile (e di gaffe ne hanno fatte tante). Se uno passa mesi a criticare i giornali e a rifiutarsi a rilasciare un’intervista poi non ci si può lamentare che i giornali poi ti prendono di mira.
C’è poi un problema di democrazia all’interno del MoVimento. In queste ore abbiamo assistito ad un botta e risposta tra la senatrice Adele Gambaro, che ai microfoni di Sky dice chiaramente che oggi il problema dei 5 Stelle è lo stesso Grillo, ed il capo del MoVimento che risponde subito con un post durissimo che si conclude con “La Senatrice Adele Gambaro ha rilasciato dichiarazioni false e lesive nei miei confronti, in particolare sulla mia valutazione del Parlamento, danneggiando oltre alla mia immagine, lo stesso MoVimento 5 Stelle. Per questo motivo la invito per coerenza a uscire al più presto dal M5S.” per Grillo le critiche della senatrice sono un attacco personale ma, invece di aprire un dibattito interno, è molto più facile chiederne l’allontanamento. E da giorni poi diverse voci parlano di una trentina di parlamentari pronti a lasciare il gruppo proprio per la sofferenza che hanno rispetto ad un gruppo che non ammette altra parola se non quella di Grillo.
Ma se uno vale uno e se per Grillo la Gambaro vale niente, per il MoVimento quanto vale Grillo?
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