mercoledì 5 marzo 2014

I primi passi del Governo Renzi

POLITICA - Il governo Renzi ha giurato una settimana fa e già vediamo alcuni passi traballanti.

Prima fase: la scelta dei ministri. Il premier più giovane della Repubblica Italiana mette insieme una squadra giovane e per metà fatta da donne, ma scorrendo alcuni nomi qualche dubbio è venuto a molti sulla composizione del governo. La conferma della Lorenzin (Sanità) Lupi (Infrastrutture e Trasporti) e soprattutto Alfano (Interno) fa chiaramente capire che Renzi ha subito le pressioni del Nuovo Centro Destra che chiedeva la conferma dei tre ministri come pregiudicante alla fiducia del nuovo esecutivo. Poteva affidare ai tre ministri deleghe diverse cercando di dare più discontinuità all’esecutivo presieduto da Letta, e, soprattutto, confermare Alfano che non ha del tutto spiegato la vicenda kazaka non sembra un buon inizio.
Seconda fase i sottosegretari e i viceministri. Renzi ne ha nominati 44 (diverse le conferme dal governo precedente). Scoppia subitoqualche caso interessante come quello del neo sottosegretario Gentile (quotaNCD) subito dimessosi. Fanno rumore altre nomine. Alla Giustizia viene nominato sottosegretario Cosimo Ferri (il suo nome è finito spesso sui giornali per le indagini sulla P3 e Calciopoli anche se mai indagato), e viceministro Andrea Costa, relatore di leggi poi dichiarate incostituzionali come il Lodo Alfano e il legittimo impedimento (forse Renzi poteva fare scelte meno compromettenti). In quota PD diventano sottosegretari Barraciu (Cultura) Del Basso De Caro (Infrastrutture) e Vito De Filippo (Sanità) tutti e tre indagati per peculato. Interessante soprattutto il caso della Barraciu, vincitrice delle primarie per la candidatura a governatore della Sardegna, ritiratasi dalla corsa anche per intervento dello stesso Renzi che ora la ripropone come sottosegretario. Naturalmente sono tutti innocenti fino a prova contraria, ma con un clima di forte antipolitica in Italia, si poteva stare più attenti a certe scelte.

Terza fase i primi provvedimenti. Pronti via e pochi giorni dopo aver ricevuto la fiducia aumentano le accise sulla benzina e la TASI, provvedimenti inseriti nel decreto Salva Roma. Presentarsi con un aumento delle tasse non è mai un buon inizio. Per altro per realizzare una serie di riforme (come per l’edilizia scolastica) il governo ha bisogno di soldi e ad oggi Renzi non ha spiegato ancora dove troverà i fondi.
Oltre alla riforma della legge elettorale, in questi giorni in discussione alla camera, Renzi ha promesso, dopo la diffusione dei dati ISTAT sull’aumento della disoccupazione, il Job Act in tempi brevi (due settimane), discorso ripreso nella visita a Siracusa dove ha promesso “Abbiamo due miliardi di euro pronti sull’edilizia scolastica. Mercoledì prossimo presenteremo il piano casa, non ce la facciamo per venerdì perché stiamo facendo alcune modifiche, jobs act e misure per la scuola.” L’Italia non può perdere altro tempo e non ha più bisogno di promesse non mantenute.

È li che inizierà a metterci seriamente la faccia e scopriremo se i primi passi falsi di questo governo saranno  ampiamente giustificati o no.
Personalmente ho sempre nutrito più di un dubbio nei confronti di Renzi, ma da italiano spero che non fallisca, e con lui l’Italia.

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