giovedì 13 marzo 2014

Alcune considerazioni sull'Italicum

POLITICA - La Camera dei Deputati ha approvato la nuova legge elettorale, comunemente chiamata Italicum. Volevo condividere con voi alcuneriflessioni, in risposta all’articolo qui pubblicato di Gavino Pala.

Sarò sintetico. Pur pensando che questa legge non sia perfetta, ed è indubbiamente migliorabile ( comunque, c’è ancora tempo e possibilità di attuare modifiche al Senato ), la considero un notevole passo avanti per la politica italiana.
Considero il punto di forza di questa legge il Premio di Maggioranza e/o l’eventuale ballottaggio. Per dirla semplicemente, la domenica si vota, il lunedì sappiamo se c’è una coalizione vincente, o al massimo sappiamo le due coalizioni che vanno al ballottaggio, e in massimo in 15 giorni abbiamo una maggioranza stabile di Governo, maggioranza potenzialmente in grado di governare per cinque anni senza dover ricorrere ad accordi sottobanco, inciuci, larghe o strette intese.
Per me è una enorme novità. Pensiamo alle ultime elezioni, il Paese ha perso almeno due mesi in assenza di un vincitore netto ( ricordo, la coalizione a guida Pd ha di fatto vinto le elezioni ma senza avere una maggioranza al Senato ), tra dirette streaming, ammiccamenti, ipotesi di accordo, trattative occulte o meno. Dopo due mesi nasce un fragile (sono gli eventi successivi a certificarlo) governo di larghe intese, poi divenuto di piccole intese, poi approdiamo a Renzi. A mio parere gli eventi dell’ultimo anno sono una conseguenza della pessima legge elettorale vigente. Col Porcellum, in un anno 2 governi e mezzo (Letta 1, Letta senza Berlusconi, Renzi), con l’Italicum avremmo avuto un Governo Bersani saldamente in sella da un anno.
Ovviamente, la stabilità è garantita dai numeri ( il famoso premio di maggioranza ), la governabilità no. Mi spiego. Per raggiungere il 37% necessario al conseguimento del premio, la legge di fatto forza i partiti a coalizzarsi. Ragionando per ipotesi, il Pd di Renzi per poter vincere le elezioni dovrebbe allearsi con Sel e con Scelta Civica, capite bene da soli che sorgerebbero problemi, difficoltà, diverse visioni della vita politica. Lo stesso accadrebbe nel centrodestra, la storia ci ricorda le enormi frizioni tra Udc e Lega Nord, che probabilmente ritroveremo alleati. Vero, ma sinceramente non vedo alternative. Ritengo che sia con una legge proporzionale, sia con una maggioritaria, avremmo sempre problemi in Italia. Non abbiamo partiti potenzialmente in grado di prendere il 40-50% dei voti, storicamente in Italia un 15-20% dell’elettorato si disperde nei cosiddetti piccoli partiti.
Faccio un passo avanti. Sono favorevole alle soglie di sbarramento. Forse dal 4.5% per i partiti coalizzati si potrebbe scendere al 4, ma lo ritengo un dettaglio. Penso che, dalla prima repubblica in poi, i piccoli partiti hanno spesso avuto un enorme potere di veto rispetto ai più grandi.
Mastella, Dini, Diliberto, Casini, Ferrero, Pecoraro Scanio e cosi via. Ritengo i due Governi Prodi le migliori esperienze degli ultimi 20 anni, ed a mio modesto parere tali esperienze sono naufragate proprio a causa dei veti e/o ricatti dei piccoli partiti.
Veniamo poi alla soglia dell’8% per i partiti non coalizzati. Molti la considerano eccessiva, io la ritengo giusta. Credo la politica sia l’arte del compromesso, ma necessario per raggiungere un obiettivo. Insomma, per me, se in politica corri da solo, sbagli in partenza. Se hai il 7%, ma lo hai per tenertelo stretto e non condividerlo, non vedo quale sia l’utilità della tua presenza in Parlamento. Considero le aule parlamentari non luoghi di pura testimonianza, ma posti dove si prova a realizzare un cambiamento concreto. ( di fatto è la mia critica principale al Movimento 5 Stelle, che ha il 25% dei voti, ma rifiutando ogni accordo o compromesso, ha meno rilevanza politica di Scelta Civica che ha il 2% , se stai in Parlamento devi trovare accordi, altrimenti che ci stai a fare? ).
L’unica cosa che cambierei alla legge è il sistema delle preferenze. E’ vero che con le preferenze abbiamo eletto i vari Fiorito, in passato i vari Gava e Pomicino, insomma non è che il sistema sia perfetto, è pur vero che da cittadino vorrei poter scegliere autonomamente. In ogni caso, molti partiti organizzeranno delle primarie interne, quindi tutto sommato viene garantita al cittadino una ampia possibilità di scelta.
La questione delle quote rosa la trovo invece abbastanza stupida. Per me , in un paese civile, parlare di quote rosa è discriminatorio nei confronti delle donne. Potremmo avere anche un Parlamento fatto da sole donne. Io ritengo bisogna premiare il merito, non il sesso. Per me non conta se sei uomo o donna, conta se sei una persona che io ritengo affidabile e capace o meno. Ritengo ci siano donne incapaci e uomini capaci, e viceversa. Per dire dei nomi a caso, io vorrei un Parlamento senza la Santanchè  e senza Dibattista, senza la Biancofiore e senza Scilipoti.  L’unica concessione che immagino, è una sorta di quote rosa garantita dai partiti. Su questo sarei d’accordo, ma ritengo siano i singoli partiti a dover mettere in lista, o almeno alle primarie, una sorta di parità di genere, non credo debba essere il legislatore a farlo.
Ultimo appunto. Questa legge vale zero in assenza della riforma del Senato. Quindi, ne riparleremo se e quando avremo la riforma del Senato.
Mario Scelzo

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