Chiunque
abbia un minimo di conoscenza della realtà ecclesiale associa Loris Capovilla a
Papa Giovanni XXIII, infatti Capovilla è stato segretario personale prima, dal
1953, del Cardinale Roncalli Patriarca di Venezia, e successivamente segretario
personale di Sua Santità Giovanni XXIII nel corso del suo pontificato,
terminato il 3 Giugno 1963. Nell’immaginario, sia di chi lo ha conosciuto da
vivo, sia di chi successivamente ha studiato o approfondito il Pontificato del
Papa Buono, Capovilla è stato il suo fedele compagno di viaggio nonché, in
seguito, la memoria vivente di Papa Roncalli, contribuendo con numerose
interviste e pubblicazioni (tra cui spicca Il Giornale dell’Anima) a tenere
viva la memoria del Pontificato di Papa Giovanni.
Non entro
nel dettaglio, perché basta digitare su Internet per cercare una biografia
approfondita. Mi limito ad osservare la valenza simbolica della scelta di Papa
Francesco di concedere la berretta cardinalizia a Monsignor Capovilla.
Dovessi
sintetizzare al massimo il Pontificato di Roncalli, lo definirei il Papa Buono,
ed il Papa del Concilio. Dovessi anche azzardare un paragone, direi che esiste
una enorme sintonia tra Papa Francesco e Papa Giovanno XXIII: due anime
semplici ma non affatto ignoranti, due Pastori di Popolo con una grandissima
carica umana, due Papi che sembrano privilegiare la sostanza alla forma. Non a
caso sia Papa Giovanni che Papa Francesco sono entrati nel cuore della gente, con
gesti e parole di grande impatto e tenerezza.
Se chiudiamo
gli occhi e pensiamo al famoso discorso di Papa Giovanni, con la storica frase
“quando tornate a casa, date una carezza ai vostri bambini, dite loro che
questa è la carezza del Papa” ecco, magari con parole diverse, ma io ci rivedo
la stessa bontà e tenerezza, la stessa mitezza ed amore per il proprio gregge
che caratterizza Papa Francesco.
Papa
Giovanni è stato anche il Papa che ha voluto, iniziato e sostenuto il cammino
del Concilio Vaticano Secondo. Concilio che, a detta di tutti i successori di
Papa Giovanni, ha ancora tanto da dire a credenti e non, evento che cresce con
chi lo vive. Mi piace pensare che la nomina cardinalizia di Loris Capovilla sia
da parte di Papa Francesco l’invito a tenere sempre presente l’insegnamento del
Concilio. Ritengo veramente impossibile sintetizzare il Concilio, ritengo però
si possa senz’altro dire abbia rappresentato una Chiesa aperta alle Sfide del
Mondo Moderno e vicina alle sue Ferite, una Chiesa non autoreferenziale e
chiusa nel piccolo orticello, ma una realtà viva, aperta, dinamica, e come
diceva Papa Giovanni, una Chiesa di tutti ma particolarmente dei Poveri.
Soprattutto, ritengo che Bergoglio voglia dirci che il Concilio ha ancora tanto
da dire, e che va riletto e ricompreso dal popolo del credenti.
La nomina di
Capovilla allora assume a mio parere una valenza simbolica enorme, quasi se
Papa Francesco volesse lanciare un Nuovo Concilio. Forse esagero, ma ritengo
che Bergoglio in pochi mesi abbia già rivoluzionato la Chiesa come e quasi più
di un Concilio, con i suoi gesti umili, con la sua tenerezza, con gesti
emblematici come ad esempio la Lavanda dei Piedi nel carcere minorile.
Mi piace
pensare ad una mano tesa, ad una storia che non si ferma, a Papa Giovanni che
abbraccia Loris Capovilla, e il suo segretario che porta a Papa Francesco la
carezza del Papa Buono.
Mario
Scelzo.
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