giovedì 12 giugno 2014

Mineo, l'autosospensione di 13 senatori e l'ennesimo autogol del PD

POLITICA - Forse il PD ha bisogno di litigare per sentirsi vivo. Al PD non serve vincere le elezioni (anzi stravincere le europee), conquistare comuni e regioni, essere il primo partito in Europa, il PD ha bisogno di scontri, dissensi interni, malumori, veti incrociati, autosospensioni e franchi tiratori per sentirsi vivo.

E solo in quest’ultimo anno di ci hanno deliziato con autogol impressionanti come i 101 che non hanno votato Prodi Presidente della Repubblica, o la conferma della fiducia ad Alfano o alla Cancelieri.

Ma in queste ore vogliono continuare a dimostrarlo con due episodi importanti.
Alla camera passa un emendamento (a scrutinio segreto) della Lega, con parere contrario del governo, sulla responsabilità civile dei giudici. Il PD alla Camera ha da solo la maggioranza dei seggi, quindi basterebbe votare compatti per affossare l’emendamento. Invece l’emendamento passa e si contano almeno una trentina di deputati del PD che nel segreto del voto appoggiano l’emendamento. Renzi, dalla Cina, dirà che il pasticcio verrà risolto al Senato, stare a vedere, anche perché il secondo esempio arriva proprio dal Senato.

Corradino Mineo, Senatore dissidente del PD, che in più occasioni ha espresso il suo parere contrario sull’Italicum e sulla riforma del Senato, viene tolto dalla Commissione Affari Costituzionali, dove queste due norme sono in discussione, e sostituito con Zanda (più filo governativo del collega).

Qualcuno ha parlato di dittatura e decisionismo di Renzi e tirato in ballo la Costituzione ricordando che non c’è vincolo di mandato per il parlamentare.


L’autosospensione di 13 senatori del PD pone ora il governo sulla graticola rischiando di non avere più i numeri necessari per governare.

Tutto questo suggerisce, a mio avviso, alcune riflessioni. Partendo dal bisogno impellente di fare quelle riforme costituzionali che ci promettono da anni (e che ad oggi bisogna ammetterlo solo Renzi ha provato a fare) il problema è il metodo. Renzi, che al Nazzareno contratta le riforme con Berlusconi, perché non ascolta la parte del suo partito, minoritario e sconfitto alle primarie, per apportare cambiamenti importanti che potrebbero migliorare sia il Senato che l’Italicum (sicuramente due brutte leggi)? E dall’altra parte, perché dopo le votazioni fatte nella direzione e nelle assemblee parlamentari che hanno deciso la linea del partito Mineo e gli altri 12 senatori non decidono di prendere atto che la maggioranza del proprio partito ha deciso una linea diversa dalla loro?
Ha senso far cadere il governo in questo momento (soprattutto pensando che il PD di Renzi ha conquistato più del 40% alle Europee) ed andare alle elezioni anticipate con una legge elettorale forse anche peggio del Porcellum (visto la totale assenza di premio di maggioranza nessuno avrebbe i voti per governare neanche più in una sola camera)?

Intanto aspetto il prossimo autogol del PD che è sempre più divertente di quello precedente.

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