E alla fine l’Italicum sarà solo una brutta legge
elettorale, frutto forse di troppi compromessi.
L’idea di presentare una legge elettorale frutto di accordi
tra il più grande partito di maggioranza con le altre componenti partitiche in
Parlamento è sacrosanto e chi non si è voluto sedere al tavolo della trattativa
forse ha fatto un errore politico grave. Da una parte non si deve pensare di
poter fare le regole del gioco da soli mentre dall’altra poi non ci si può
lamentare che le regole siano solo frutto di accordi se a quel tavolo non ci si
vuole sedere.
La legge è stato il frutto di mediazione tra il neo
presidente del Consiglio e il Presidente di Forza Italia e in Parlamento il
patto di ferro tra Renzi e Berlusconi ha tenuto, nonostante i molti emendamenti
che avrebbero potuto, di fatto, migliorare una legge di per sé brutta,
respinti, alle volte, per una manciata di voti (alle volte sono stati
determinanti anche i ministri parlamentari arrivati a votare lasciando i
dicasteri di competenza).
Non ci saranno le preferenze. Certo nel nostro paese con le
preferenze sono stati eletti i vari Fiorito, ma sono anni che si individuava
nell’assenza delle preferenze il problema maggiora del Porcellum. I deputati
saranno scelti di nuovo nelle segreterie di partito o attraverso qualche
migliaio di voti ai gazebo con le primarie (come hanno fatto PD e Sel alle
ultime elezioni pur continuando ad avere una quota di nominati scelti dai
segretari) oppure qualche centinaio di clic sul web.
Mancano le quote di genere. Credo che sia ipocrita mettere per legge delle
quote rosa, ma poi bisognerebbe dare la possibilità al cittadino di decidere
chi lo debba rappresentare in parlamento. Avere delle quote non certificherebbe
di eleggere un buon politico. Spero che le donne del PD, che hanno fatto una
giusta battaglia all’interno del loro partito per far approvare l’emendamento
sulle quota rosa, si ricordino di quello che è successo in questi giorni in
Parlamento nel momento di fare le prossime liste e diano battaglia nella
segreteria del partito.
Non c’è nessuna norma sul conflitto di interessi, ma questo
non stupisce essendo l’Italicum frutto di mediazione tra il PD (che su questo
punto non ha mai fatto nulla) e Berlusconi.
Ma anche quello che c’è fa essere l’Italicum una brutta
legge: le soglie, alcune troppo alte altre troppo basse. In nome della
governabilità e della certezza di un vincitore si è stabilito una soglia
superata la quale si avrà un cospicuo premio di maggioranza. Ma il 37% sembra
un po’ troppo basso per assegnare un ulteriore 15%. Per altro, con soglie per entrare
in parlamento molto alte (il 4.5% in coalizione) potremmo trovarsi al governo
partiti che con un quarto di voti a livello nazionale potrebbero avere più del
50% dei seggi stravolgendo completamente l’esito parlamentare. Per i partiti
non coalizzati poi la soglia di sbarramento sale addirittura all’8%, con il
rischio di trovarci formazioni politiche con milioni di voti fuori dal Parlamento
e senza rappresentatività. Questi numeri obbligano i partiti a coalizzarsi se
non addirittura a confluire verso partiti maggiori cercando di rafforzare un
bipolarismo che in Italia di fatto è fallito da anni.
Da oggi la legge passerà all’esame del Senato che dovrà per
altro decidere su una legge che non lo riguarda e già molti (lo ha ribadito
Roberto Speranza capogruppo PD alla Camera durante il suo intervento) auspicano
miglioramenti.
Chissà se per il Senato sarà più importante darci una buona legge
elettorale oppure mantenere il patto di ferro tra Renzi e Berlusconi.
Nessun commento:
Posta un commento