Ma quale conseguenze avrà questo risultato, forse marginale ma
non scontato, sugli assetti presenti della politica italiana?
Sel, sicuramente il partito maggioritario tra quelli che
hanno appoggiato la candidatura di tsipras e l’unico ad essere rappresentato in
Parlamento, ha di fatto iniziato un contro-congresso (dopo quello ufficiale di
pochi mesi fa dove vinse proprio la mozione che voleva l’appoggio al leader di
sinistra greco contro quella più scettica). Il primo a parlare è stato Gennaro
Migliore, presidente dei deputati di Sel a Montecitorio, che rilascia un’interessante
intervista a Repubblica. Migliore spiega che per lui “la sfida è costruire in
Italia un soggetto unitario di sinistra - regolato dalla democrazia interna -
che possa far vivere le aspettative di cambiamento. Senza restare ciascuno - Pd
e Sel - nel proprio contenitore.” Per Migliore la strada è semplice e va verso
il Partito Democratico, iniziando non solo dalle future alleanza ma anche “da
quello che si decide in Parlamento. Sulle riforme, ad esempio, è bene stare
dentro. Perché non avviamo subito un processo di collaborazione?”.
Di diverso avviso è Nicola Fratoianni, neo coordinatore di
Sel e molto vicino a Nichi Vendola (di cui è stato assessore in Puglia).
Fratoianni commenta l’intervista a Migliore sul suo profilo facebook “Non
condivido l'intervista di Gennaro Migliore apparsa oggi su Repubblica.” Attacca
e spiega come considera “sbagliato immaginare di entrare nell'area di governo e
proporre un partito unico col PD. Penso invece che dopo il risultato delle
elezioni europee sia necessario avanzare una proposta politica a tutti quelli
che hanno guardato alla proposta di Tsipras come ad una occasione importante
per dare corpo ad una sinistra forte e innovativa, non settaria e non
minoritaria. Fra l'altro considero questa opzione più utile anche alla
possibilità di ricostruire in Italia quello che oggi non c'è, ovvero una
alleanza per riaffermare una alternativa di governo.“
Due idee abbastanza diverse che nei prossimi giorni si
scontreranno nella direzione di Sel. Il rischio di una scissione c’è (e questa
farebbe perdere entrambe le ipotesi in campo). La sinistra italiana deve
trovare una terza via tra quella di Migliore e quella di Fratoianni, cercando
di mantenere la coerenza di una forza di opposizione di sinistra senza mai
diventare però il partito del no, anche perché le riforme si faranno (su questo
Renzi si gioca la credibilità) e non sedere a quel tavolo è controproducente.
Il PD poi da solo avrebbe anche la forza di vincere le
elezioni (soprattutto con l’Italicum) e ha in mano la possibilità di andare
sulla propria strada senza più ascoltare i ricatti del Nuovo Centro Destra (visti
i risultati nessuna forza di governo, a parte il PD, vuole le elezioni con il
rischio di scomparire o di diventare totalmente marginale). Da qui la sinistra
italiana dovrebbe crescere passando all’essere poco più che testimonianza (per
colpa delle tante divisioni e lacerazioni che l’hanno contraddistinta negli
ultimi anni post PCI) all’essere forza che punta a governare.