Come tutti saprete, uno dei punti qualificanti della
proposta politica di Matteo Renzi è il cosiddetto Job Act, un pacchetto
contenente tutta una serie di riforme necessarie, secondo le idee di Renzi, per
far ripartire l’occupazione nel nostro
paese. Sono ovviamente d’accordo con l’attuale Presidente del Consiglio sul
fatto che quella della disoccupazione è la vera emergenza italiana, e, pur non
dando in generale un giudizio negativo sul Governo Letta, penso che quel
Governo poco ha fatto per provare ad invertire il trend della disoccupazione.
Primo problema. Di questo Job Act tutti ne parlano, ma pochi
hanno davvero capito di cosa si tratti. Si rincorrono voci, indiscrezioni,
accenni, grossomodo si capisce che Renzi proporrà liberalizzazioni, forse meno
tutele ma più accesso al lavoro, ma ad oggi non esiste un testo ufficiale. Va
detto che, se inizialmente sembrava il Job Act venisse promulgato per Decreto,
si è poi deciso di affidare al Parlamento tutta la questione.
Se è vero che una questione così complessa non può essere
stabilita su due piedi per Decreto Legge, non vorrei però il Job Act diventasse
un puro slogan, un qualcosa che rimane lì per anni senza approvazione, una
sorta di chimera, come le riforme, la semplificazione, l’abolizione delle Province.
Comunque, Renzi si è appena insediato ed è anche legittimo che prima di
giudicare il suo operato abbia almeno un 6 mesi per valutare positivo o
negativo il suo operato.
Secondo problema. Questo per me è un grave errore del
Governo Renzi. Non si sa quando entrerà in vigore il Job Act, ma nel frattempo,
con Decreto Legge 20 Marzo 2014 n.34, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale e
quindi di fatto Legge dello Stato, il Governo e specialmente il Ministro del
Lavoro Giuliano Poletti hanno attuato due importanti modifiche relative
all’apprendistato ed ai contratti a termine.In sintesi estrema (per chi volesse approfondire può leggere qui le novità sull’apprendistato e qui quelle sui contratti a tempo determinato) la Riforma Poletti abolisce l’obbligo per le aziende di assumere gli apprendisti alla scadenza del periodo della formazione, ed aumenta, fino a 3 anni e per ben 8 rinnovi, la possibilità per le aziende di assumere e rinnovare i contratti a tempo determinato.
In pratica, mentre si parla di grandi riforme che però
ancora non vediamo, si introduce una norma che a mio parere genera ulteriore
precarietà. Oltretutto tale norma potrebbe avere un senso se appunto inserita
in una riforma organica, non ha nessun senso, se non quello di ridurre le
tutele per i lavoratori, se slegata da un progetto di riforma.
Non a caso, la minoranza Pd a partire da Fassina e Cuperlo,
e la Cgil, hanno speso parole di fuoco contro queste modifiche, e probabilmente
in Parlamento si attueranno delle modifiche al Decreto. Ciò non toglie che
questo resta per me un grave errore del Governo Renzi, direi il primo da penna
rossa.
Concludo. Scusate se per chiarezza di contenuti utilizzo il
mio caso personale, anche se sono convinto che sia comune a molti miei
coetanei. Ho iniziato a lavoricchiare nel 2004 credo con le regole di Treu, poi
cambiate dalla Legge Biagi, dal 2009 sono in Rai ed il mio contratto (precario)
ha subito le modifiche prima della (pessima) Legge Fornero, poi il Governo
Letta ha cercato di mettere una pezza ai disastri provocati dalla Fornero, ora
le riforme di Renzi….in 5 anni penso di aver cambiato 4 tipi di contratto,
senza nessun reale beneficio. Credo la mia situazione sia simile a quella di
tanti miei coetanei.
Aggiungo che a mio parere qualsiasi Riforma futura del
Lavoro dovrebbe tener presente la vastissima platea di lavoratori che, come me,
sono nel mondo del lavoro da anni, sempre precari, e che magari non più
giovanissimi non possono usufruire delle norme relative all’apprendistato
oppure dei Progetti per il Lavoro Under 30.
Speriamo che la Riforma di Renzi sia #lavoltabuona, anche se
le premesse non sono delle migliori.
Mario Scelzo