mercoledì 20 novembre 2013

Sulla Cancellieri il PD vota compatto, ma quanti errori

POLITICA -
Il Partito Democratico alla fine ha votato contro la sfiducia al Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. Il susseguirsi degli eventi che hanno portato alla presentazione, da parte del MoVimento 5 Stelle, della mozione di sfiducia sono ben noti come nota è la difesa del Ministro (anche se personalmente non hanno convinto pienamente le sue parole). Stupisce però come è nata la decisione all’interno del Partito Democratico di rinnovare la fiducia al Ministro. Ieri si è riunito il gruppo parlamentare del PD per decidere la linea comune e alla riunione si è presentato anche il Presidente del Consiglio, accettando, in qualche modo, la sfida lanciata da Renzi che chiedeva a Letta di metterci la faccia e  Letta la faccia ce l’ha messa. Per lui il voto di sfiducia alla Cancellieri equivaleva ad un voto di sfiducia al governo tanto da affermare che il voto è un attacco al governo . Ma il ragionamento di Letta fa acqua da tutte le parti. Quella alla Cancellieri era un voto di sfiducia individuale e il governo non è mai stato messo in mezzo, viene messa in dubbio il comportamento della sola Cancellieri e non viene discusso nessun atto del governo. Per altro lo stesso Letta, in questi mesi da Premier, aveva deciso di non occuparsi di quello che accadeva dentro al partito mentre ieri si è scomodato e da Presidente del Consiglio ha fatto ingerenza nei confronti di uno dei partiti che lo sostengono. Bisogna anche ricordare che siamo una Repubblica Parlamentare, è il Parlamento sovrano e decide le sorti del governo, il ragionamento di Letta sembra quindi una forzatura.

Ma la toppa, come si dice, è anche peggio del buco. Durante il suo intervento nelle dichiarazioni di voto alla Camera il segretario Guglielmo Epifani fa due dichiarazioni che dovrebbero lasciare tutti perplessi. Il segretario prima afferma infatti che "Il Governo è alle prese con un compito essenziale e difficile in un

momento difficile della vita del Paese" e aggiunge che ci sono "tante tendenze di sgretolamento, nel Paese e nelle istituzioni, ma non possiamo permetterci ne' il galleggiamento ne' uno stato di fibrillazione continua.” Ma difendere il Ministro invocando la stabilità del Governo è un colpo basso e non entra nel merito della vicenda. Afferma poi che se uno straniere arrivasse in Italia rimarrebbe scandalizzato nel vedere un Parlamento fermo sulla discussione di una telefonata di un Ministro, ricorderei al Segretario del PD che all’estero per quella telefonata non ci sarebbe nessuna discussione, il Ministro di turno si sarebbe già dimesso.

Ultima annotazione. I parlamentari non hanno vincolo di mandato ma dovrebbero votare secondo coscienza (è scritto nella Costituzione), soprattutto di fronte ad una questione tanto delicata come quella della Cancellieri. Stupisce sentire tanti esponenti del PD essere in disaccordo con il voto ma adeguarsi a questo. Lo fa Civati che prende la parola alla fine del dibattito per dichiarare il suo disagio per la decisione presa dal PD ma dichiara il suo voto pro Cancellieri. Lo fa anche l’altro candidato alla segreteria Cuperlo, che su twitter cinguetta: “Per me il ministro #Cancellieri avrebbe dovuto dimettersi prima del voto. Ma se #Letta chiede di essere responsabili dobbiamo esserlo. Tutti.”

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