Dominique Green |
La Comunità di Sant’Egidio ha iniziato dalla
vicinanza concreta ai condannati a morte, attraverso visite, corrispondenza,
difesa legale, l’umanizzazione della condizione di vita carceraria, e è
diventata negli anni un protagonista globale della battaglia per una moratoria
universale e l’abolizione della pena capitale nel mondo. Negli anni ha promosso
corrispondenza e contatti diretti con oltre 1500 detenuti e la difesa di oltre
300 condannati a morte in diverse aree del mondo.
Nel 1998 la Comunità di Sant’Egidio ha dato vita
all’Appello per una Moratoria Universale che ha raccolto leader religiosi di
tutte le principali tradizioni religiose mondiali, credenti e non credenti, in
un manifesto morale che ha raccolto oltre cinque milioni di firme in 153 paesi
del mondo ed è stato consegnato alle Nazioni Unite alla vigilia del voto della
storica Risoluzione dell’Assemblea Generale sul rifiuto della pena di morte
come mezzo di giustizia (2007).
Nel 2002 la Comunità di Sant’Egidio ha contribuito alla nascita, a Roma, presso la sede principale della Comunità, a Sant’Egidio, della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte.
Sempre nel 2002, la Comunità di Sant’Egidio ha lanciato la prima Giornata Mondiale delle “Città per la vita-Città contro la Pena di morte” (Cities For Life, Cities Against the Death Penalty), il 30 novembre di quell’anno. La data è stata scelta in ricordo della prima abolizione della pena capitale: quella del Granducato di Toscana, il 30 novembre 1786.
Per sviluppare nuove strategie e visioni comuni Sant’Egidio organizza ogni anno, dal 2004, una Conferenza Internazionale dei Ministri della Giustizia, di giuristi e membri delle Corti Supreme, da paesi che hanno abolito la pena capitale e da paesi mantenitori.
Le Conferenze
Internazionali rappresentano il laboratorio di un metodo di lavoro che continua
a tutti i livelli, dalla società civile, al dialogo con le leadership e i
rappresentanti politici, durante l’anno, in tutti i paesi che intervengono.
Il radicamento della Comunità di Sant’Egidio in più
di 25 paesi africani con membership locale ha permesso l’individuazione di
soluzioni locali condivise e una “contaminazione positiva” dei percorsi di
riduzione della violenza e dell’uso della pena di morte che valorizza le
culture e le esperienze del continente.
La particolare attenzione
rivolta al continente africano, in rapido cambiamento, ha consentito, in questi
ultimi anni, di sostenere, attraverso le conferenze, percorsi legislativi,
sociali, parlamentari e di orientamento dell’opinione pubblica, che hanno portato
alla riduzione o all’abolizione, de jure
e de facto, della pena capitale (
Burundi, Gabon, Togo…).
In Asia e in America
Latina la Comunità di Sant’Egidio si muove a livello nazionale e
transnazionale, potendo disporre di una rete locale e di contatto
istituzionali, interreligiosa e governativa, attiva in altri settori di
impegno di dialogo, umanitario o per la
pace.
Nel 2012 la Conferenza
Internazionale ha visto una partecipazione più importante anche di
rappresentanti di paesi asiatici, destinata a consolidarsi nei prossimi anni.
Antonio Salvati
Nessun commento:
Posta un commento