martedì 26 novembre 2013

Cosa dice, veramente, Boccia a Minoli

POLITICA -
L’onorevole Francesco Boccia, presidente della V commissione della Camera dei Deputati e marito del Ministro De Girolamo (passata da poco nel Nuovo Centro Destra di Alfano)  interviene a Mix24, trasmissione radiofonica condotta da Giovanni Minoli, e subito le sue dichiarazioni innescano una feroce polemica intorno alle sue parole sull’argomento che in questi giorni la fa da padrone, la decadenza del senatore Silvio Berlusconi.

Intanto una piccola premessa: Boccia è un deputato, quindi non voterà domani la decadenza di Berlusconi.

Boccia poi fa parte di un partito (il PD) che di errori ne ha commessi molti in questi anni e non ha certo bisogno di essere difeso, ma viste le tante polemiche si possono spendere qualche riga sulla vicenda.

Detto questo la sensazione è che molte polemiche, nate sui social network, sono sterili, soprattutto risentendo le parole dell’onorevole (l’audio dal fatto Quotidiano: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/11/26/decadenza-berlusconi-boccia-pd-accredita-bugie-della-super-testimone/255350/ ) .

Le accuse che si fanno a Boccia sono due: la prima è che lui sarebbe favorevole ad attendere il giudizio della Consulta sull’interpretazione della  Legge Severino, la seconda è che lui sarebbe favorevole alla revisione del processo visti i documenti prodotti da Berlusconi.

Ma Boccia non afferma nessuna delle due frasi.

Minoli infatti gli chiede se sarebbe stato più utile aspettare l’interpretazione della Consulta sulla Legge Severino e Boccia risponde semplicemente “In un paese normale si”, che non significa che lui vorrebbe aspettare ma che sarebbe stato utile farlo in un paese normale, sarebbe stato utile chiedergli cosa fosse per lui un paese normale, ma Minoli non lo fa e rimarremmo con il dubbio.

Nella domanda successiva  Minoli chiede  “Adesso si parla di carte americane che dovrebbero cambiare il contesto della sentenza sui diritti Mediaset, se fosse così si aspetta una revisione del processo?” e Boccia risponde: “Se fosse così mi aspetterei la revisione del processo come per qualsiasi altro cittadino”. Lo stesso Boccia spiega, tramite agenzie di stampa che “Per evitare ogni equivoco e inutili polemiche, non ho fatto alcuna valutazione sui documenti presentati da Berlusconi” come si può sentire dall’intervista di Minoli. Boccia, non chiede la revisione del processo e non dichiara che le carte prodotte nella conferenza stampa di Berlusconi siano sufficienti alla revisione, non entra nel merito dei documenti ma si limita ad affermare che ne caso ci siano prove che possano scagionare un imputato passato in giudicato per tre gradi di giudizio questi possa chiedere la revisione del processo.

Bisogna dare ragione a Boccia quando dichiara all’ANSA: “Solo in Italia queste risposte banali creano sconcerto e polemiche.”

Speriamo che nelle prossime occasioni Boccia sia almeno meno banale.

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