L’onorevole
Francesco Boccia, presidente della V commissione della Camera dei Deputati e
marito del Ministro De Girolamo (passata da poco nel Nuovo Centro Destra di
Alfano) interviene a Mix24, trasmissione
radiofonica condotta da Giovanni Minoli, e subito le sue dichiarazioni
innescano una feroce polemica intorno alle sue parole sull’argomento che in
questi giorni la fa da padrone, la decadenza del senatore Silvio Berlusconi.
Intanto una
piccola premessa: Boccia è un deputato, quindi non voterà domani la decadenza
di Berlusconi.
Boccia poi
fa parte di un partito (il PD) che di errori ne ha commessi molti in questi anni
e non ha certo bisogno di essere difeso, ma viste le tante polemiche si possono
spendere qualche riga sulla vicenda.
Detto questo
la sensazione è che molte polemiche, nate sui social network, sono sterili, soprattutto
risentendo le parole dell’onorevole (l’audio dal fatto Quotidiano: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/11/26/decadenza-berlusconi-boccia-pd-accredita-bugie-della-super-testimone/255350/ )
.
Le accuse
che si fanno a Boccia sono due: la prima è che lui sarebbe favorevole ad
attendere il giudizio della Consulta sull’interpretazione della Legge Severino, la seconda è che lui sarebbe favorevole
alla revisione del processo visti i documenti prodotti da Berlusconi.
Ma Boccia
non afferma nessuna delle due frasi.
Minoli
infatti gli chiede se sarebbe stato più utile aspettare l’interpretazione della
Consulta sulla Legge Severino e Boccia risponde semplicemente “In un paese
normale si”, che non significa che lui vorrebbe aspettare ma che sarebbe stato
utile farlo in un paese normale, sarebbe stato utile chiedergli cosa fosse per
lui un paese normale, ma Minoli non lo fa e rimarremmo con il dubbio.
Nella domanda
successiva Minoli chiede “Adesso si parla di carte americane che
dovrebbero cambiare il contesto della sentenza sui diritti Mediaset, se fosse
così si aspetta una revisione del processo?” e Boccia risponde: “Se fosse così
mi aspetterei la revisione del processo come per qualsiasi altro cittadino”. Lo
stesso Boccia spiega, tramite agenzie di stampa che “Per evitare ogni equivoco
e inutili polemiche, non ho fatto alcuna valutazione sui documenti presentati da
Berlusconi” come si può sentire dall’intervista di Minoli. Boccia, non chiede
la revisione del processo e non dichiara che le carte prodotte nella conferenza
stampa di Berlusconi siano sufficienti alla revisione, non entra nel merito dei
documenti ma si limita ad affermare che ne caso ci siano prove che possano scagionare
un imputato passato in giudicato per tre gradi di giudizio questi possa
chiedere la revisione del processo.
Bisogna dare
ragione a Boccia quando dichiara all’ANSA: “Solo in Italia queste risposte
banali creano sconcerto e polemiche.”
Speriamo che
nelle prossime occasioni Boccia sia almeno meno banale.
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