Una feroce
lotta che si è conclusa sabato con il Consiglio Nazionale del PDL che ha
portato alla rinascita di Forza Italia (lo stesso Berlusconi ha sempre detto
che il nome PDL non è stata una buona trovata da un punto di vista di marketing
tanto che è da più di un anno ha in mente di ritornare al vecchio partito). Da una
parte i lealisti berlusconiani pronti, con entusiasmo, a ridare vita al vecchio
partito, dall’altra il traditore Alfano con un nutrito gruppo di parlamentari
che decide di non entrare in F.I. e dare vita ad una formazione autonoma dal
nome “Nuovo Centro Destra”.
Uno però si
aspettava, dopo un divorzio tanto lungo e profondo, di trovarsi difronte a due
formazioni politiche incompatibili, invece stupiscono le parole dei diretti
interessati. Berlusconi è pronto a fare una coalizione con Alfano e chiede di
non attaccare le colombe mentre il vice premier e ministro degli interni, in
conferenza stampa, non smette di chiamare Berlusconi come il presidente ed è
pronto ad una alleanza organica con Forza Italia.
Cosa è
quindi cambiato sabato? Oltre alla divisione del vecchio Popolo della Libertà
in due formazioni distinte ma non distanti, contigue pronte, in futuro, a
governare insieme quale potrà essere la novità politica ad avere due formazioni
nel centro destra?
Alfano e il
nuovo gruppo politica sarà sicuramente più forte. I suoi 29 deputati e
soprattutto i suoi 30 senatori diventano fondamentali per le sorti del
governo: “Se fra 12 mesi avremo centrato
gli obiettivi” spiega il vice premier “si potrà fornire un certo tipo di
giudizio, altrimenti un altro.” Dall’altra parte Berlusconi, con Forza Italia,
potrà fare opposizione al governo e preoccuparsi della sua situazione
giudiziaria facendo battaglia a tutto campo sulla sua decadenza. Con due
partiti distinti, ma non distanti, ci si aspetta un rimescolamento nelle
commissioni per dare il giusto peso alle due formazioni, con il rischio di
cambiare gli equilibri oggi esistenti. Due gruppi distinti vuol dire anche più
spese per le istituzioni (ogni gruppo parlamentare ha una serie di benefit e di
finanziamenti) e più peso nella conferenza dei capogruppi.
Forza Italia,
all’opposizione, potrebbe anche chiedere di avere la presidenza di una delle
commissioni di garanzia (Copasir oggi alla Lega, Vigilanza rai oggi al
Movimento 5 Stelle e immunità presieduta
da un senatore vendoliano) che per prassi o per diritto vanno all’opposizione.
In futuro i
due partiti potrebbe provare a pescare, alle prossime elezioni, voti in bacini
elettorali diversi, nonostante siano alleati. Forza Italia, partito di lotta e
di opposizione, tra gli elettori delusi dalle larghe intese radicalizzando
ancor più la propria posizione, mentre Alfano potrebbe chiedere i voti a
moderati e centristi (nelle prossime settimane si potrà capire cosa hanno
intenzione di fare Casini e i fuori usciti da Scelta Civica) più filo
governativi.
In fin dei
conti questo divorzio sembra convenire un po’ a tutti.
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