venerdì 22 novembre 2013

Grillini, riassunto della gaffe precedente.

POLITICA - Quando, a marzo, è partita la nuova legislatura, in molti hanno commentato l’arrivo tra i banchi parlamentari del MoVimento 5 Stelle come l’arrivo dei marziani. I neo parlamentari, digiuni dalle stanze del potere, sembravano particolarmente spaesati tra le vie romane.

A distanza di qualche messe i “grillini” hanno inanellato una serie di gaffe (più o meno goffe) da risultare complicato trovarne in altre legislature così tante all’interno di un solo movimento politico.

L’ultima in ordine arriva dalla Commissione cultura della Camera dei Deputati. Oggetto della discussione era il finanziamento per “l’istituzione del premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.” Tra i tanti emendamenti presentati di 5 stelle uno in particolare fa riflettere, quello che chiede la sostituzione della parola “Socialismo” con la frase “cultura sociale, economica, ambientale.” Bisogna ammettere, come viene testimoniato dalle pagine del Senato del MoVimento, che la loro intenzione era quello di far ritirare la legge perché avrebbe finanziato la Fondazione dedicata alla prima vittima socialista del regime fascista colpevole, a loro dire, di una amministrazione legata alla politica (stupisce che la Fondazione dedicata ad un uomo politico socialista sia diretta da un esponente del partito socialista) e per questo hanno presentato 70 emendamenti nella speranza di far ritirare la legge. Ma queste intenzioni non bastano a spiegare il motivo per cui si vuole togliere la parola socialismo al fianco di un uomo che nel 1921 ha perso la vita proprio per questo.

Ma questa è solo una delle ultime. La senatrice Sara Paglini vuole prendere le distanze delle parole della collega della Camera Emanuela Corda che il giorno prima, durante la commemorazione dei caduti a Nassirya, aveva ricordato il kamikaze che si era fatto esplodere, e lo fa con un post sulla sua bacheca facebook dove scrive “Non giustifichiamo tutto altrimenti mi verrebbe da pensare che un giorno si potrebbe anche dire che le stragi naziste, i morti in Siberia, i regimi violenti come quello di Pino Chet , o i colonnelli in Argentina o Pol Pot in Cambogia furono voluti da vittime di un sistema politico deviato e di un’infanzia sfortunata e infelice.” Il dittature Pino forse è un suo conoscente, ma non risulta citato in nessun libro di storia. Ma nella frase che ha fatto il giro nei social network con tanta ilarità della rete c’è un secondo errore, storicamente la dittatura dei colonnelli è quella greca e non argentina che ha avuto si un regime militare ma mai chiamato con quella frase.

Ma i problemi sui fatti storici non sono finiti. L’onorevole Alessandro Di Battista prende la parola alla Camera per spiegare le motivazioni che porteranno al no del MoVimento al rifinanziamento delle missioni all’estero. Il deputato afferma che gli afgani hanno cacciato “i russi giustificati dal partito comunista d’allora”. Il primo errore, veniale, è che non si può parlare di russi ma sarebbe più corretto parlare di sovietici, ma è sul PCI che Di Battista fa l’errore più grave, l’allora segretario del PCI condannò duramente l’invasione afgana da parte dell’Unione Sovietica paragonando l’imperialismo sovietico a quello statunitense. Forse l’onorevole Di Battista potrebbe prendere lezioni sulla storia contemporanea insieme alla sua collega Paglini.

Tra i tanti punti del programma del MoVimento 5 Stelle possiamo leggere: “Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico.” Se è nel programma uno si aspetta che i parlamentari che propongono un simile punto conoscono la Costituzione a memoria (non basta occupare le aule parlamentari o i tetti di Montecitorio per difenderla). Durante la trasmissione 8 e mezzo con Lilli Gruber non fa una bella figura la senatrice Paola Taverna quando il giornalista dell’Espresso, Marco Damilano, ricordando il punto del programma, le chiede quale è l’articolo costituzionale che parla della libertà di stampa. La senatrice fa scena muta. Scivolone sulla Costituzione anche per la prima capogruppo del MoVimento alla Camera, l’onorevole Roberta Lombardi, che auspicava un presidente della Repubblica giovane “un’età anagrafica per il PdR? non credo ci sia scritto da nessuna parte.” Peccato che ci sia scritto nella Costituzione.

Alla senatrice Enza Blundo ospite ad “un giorno da pecora” gli viene chiesto quanti sono i senatori. Dopo qualche balbettamenti dice sicura che sono 600 (raddoppiandone il numero), mentre Carlo Sibilia, eletto alla Camera dei Deputati pubblica un messaggio su Facebook, in cui ha scritto: “Per governare non c’è bisogno della fiducia di nessuna delle due Camere. Art. 94 della Costituzione. E’ semplice e così faremo“. L’inizio dell’articolo 94 della Costituzione dice invece “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.”

Lacune in storia e scarsa conoscenza della Costituzione. Ma anche in matematica qualche problema c’è.

L’onorevole Giulia Sarti scrive nella sua pagina Facebook : "Possiamo dire che siamo governati da ANALFABETI e FESSINI? In Italia abbiamo 23.431.319 pensionati, i quali percepiscono complessivamente € 270.469.483.350. Se noi garantiamo a tutti i pensionati 5000 euro al mese ci rimangono € 153.312.888.350. Domanda: quanti redditi di cittadinanza possiamo garantire sapendo che la nostra proposta vale circa 30 miliardi?” O la Sarti vuole dare 5 mila euro di pensione all’anno (23.431.319 pensionati x 5 mila euro - 270.469.483.350 di euro spesi all’anno in pensione fa effettivamente € 153.312.888.350), oppure la nostra onorevole dimentica di moltiplicare tutto per 12 mesi (o meglio 13 visto che per la maggior parte delle pensioni è prevista una tredicesima).

Abbiamo citato la Lombardi. Indimenticabile il suo video “porcata di fine legislatura” nel quale denunciava che una parte dei 40 miliardi di euro che il Parlamento stava stanziando per pianare i debiti della Pubblica Amministrazione sarebbero andati alle banche, parlando di “generosa, ennesima, regalia”. Peccato che nel decreto leggiamo che “una parte dei pagamenti alle imprese confluirà immediatamente al settore creditizio, in quanto una quota del portafoglio di debiti risulta già ceduto (pro solvendo o pro soluto) alle banche.” “In altre parole” si può leggere sul sito lavoce.info “bisogna rimborsare le banche perché i debiti della PA di cui si parla sono in parte stati già ceduti dalle imprese alle banche.” La Lombardi criticava senza aver letto il provvedimento o non lo aveva proprio capito?

In questa lista non poteva mancare Vito Crimi. Il primo capogruppo del Senato ne ha fatte diverse, ne segnalo solo una. Durante la discussione sulla decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi, Crimi, membro della Commissione che si stava occupando del senatore Berlusconi, fa apparire sulla sua pagina Facebook un attacco al leader di Forza Italia rischiando di mettere in discussione il lavoro della Commissione stessa visto che quella parte dei lavori erano in camera di consiglio dove si chiedeva ai senatori il massimo di riserbo e nessun contatto con l’esterno. La giustificazione di Crimi? Quel post era stato inserito da un suo collaboratore (a sua insaputa?) facendo ricadere la colpa sul suo porta borse.

L’onorevole Alessio Villarosa che, nei giorni tragici del naufragio di Lampedusa veniva intervistato sulla Bossi-Fini spiega che non ne conosce il contenuto visto che non è una legge in discussione.

Senatori che prendono come collaboratori i propri compagni e si difendono spiegando che nello statuto si parla di conviventi e quelli non lo erano. Il vicepresidente dell’Ars siciliana, Antonio Venturino, che, insieme al presidente della commissione ambiente della regione Sicilia, visitano la base militare di Sigonella con auto blu e lampeggiante.

È un piccolo riassunto, mi sarà sfuggito qualche episodio e ne vedremo ancora molti, ma voleva essere un affresco di questi “rivoluzionari” del terzo millennio.

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