Andiamo con ordine. Ho partecipato al Pranzo con i Poveri
che la Comunità di Sant’Egidio ha organizzato lo scorso Primo Maggio a Roma.
Potete vedere alcune foto di tale pranzo sia sul mio profilo twitter, sia
sul sito della Comunità di Sant'Egidio
Prima di tutto, voglio condividere con voi queste
riflessioni e questa notizia perché penso troppo spesso il mondo dei media
amplifica le brutte notizie, c’è una comunicazione triste che spesso aumenta la
paura ed amplifica la sofferenza. Non dico che bisogna nascondere i problemi e
la sofferenza, credo però ci sia bisogno di diffondere nei media il bene, la
solidarietà e le belle notizie.
Ho in mente l’esempio di Papa Francesco, che con le sue
parole, i suoi gesti ed il suo magistero trasmette serenità e porta, con la sua
presenza viva e direi quasi concreta, la forza del bene nelle case della gente.
Con questa premessa, inizio il racconto della giornata.
Andiamo con ordine. Il Pranzo si è svolto presso il Collegio
Irlandese di Roma, in pratica gli Irlandesi hanno messo a disposizione della
festa uno splendido giardino nel cuore di Roma, a due passi da Piazza San
Giovanni. Inoltre molti sacerdoti irlandesi si sono messi a servire ai tavoli
ed hanno aiutato nella organizzazione del pranzo.
Veniamo al pranzo ( che devo dire, era davvero ottimo!).
Quasi tutto, e parliamo di un pasto completo per 400 persone, è stato donato
alla Comunità da singoli Ristoranti, Fornai, Pasticcerie. Non faccio nomi, ma
magari un ristorante ha garantito lasagne per 100, un fornaio 80 filoni di
pane, altri ristoranti pasta al forno e cosi via.
Gli invitati. Si tratta di tutte persone che la Comunità
conosce nel suo lavoro quotidiano di solidarietà. Anziani con la pensione
minima, persone che vivono per strada, persone che si trovano in situazioni di
disagio e difficoltà. Ma per noi sono amici, sono Antonio, Francesco,
Vincenzina.
Ovviamente, c’è stato un notevole impegno per organizzare il
tutto da parte dei volontari della Comunità di Sant’Egidio. Qualcuno è andato
ai ristoranti a recuperare il cibo offerto, qualcuno ha sistemato i gazebo ed i
tavoli, qualcuno ha servito a tavola, altri (tipo me) si son seduti a tavola
perché il pranzo non è una distribuzione di cibo ma un momento di convivialità,
quindi in ogni tavolo era presente un volontario per conversare, per
condividere un momento di serenità e di festa.
Non poteva mancare la musica e l’animazione, per un dopo
pranzo che in breve si è trasformato in una festa.
Questo elenco potrà forse sembrarvi eccessivo, forse lo è.
Quello che volevo sottolineare è che con la collaborazione di tanti, abbiamo
mangiato, fatto festa e passato un pomeriggio sereno (cosa non scontata per chi
vive le difficoltà della vita), in 400 e più persone.
Chi ha contribuito con una lasagna, chi con un sorriso, chi
servendo ai tavoli, chi con la presenza, ma il contributo di tutti ha reso
possibile la festa. Magari tante persone singole hanno buona volontà, ma si
sentono troppo piccole per realizzare qualcosa di bello ed utile. L’unione
delle forze moltiplica la solidarietà e rende possibile La Grande Bellezza.
Mario Scelzo.
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