Forse l’argomento sta stufando, forse se ne sta parlando
troppo, io per primo (tanto chi mi legge sa che non ho simpatie grilline,
anzi…) penso sia il caso di guardare avanti e giudicare l’operato del Governo,
poi però, come molti di voi ieri, mi sono trovato a guardare Ballarò e ad
assistere alla penosa a dir poco performance di Alfredo Ronzino, Candidato
(per fortuna non eletto) per il M5S alle elezioni europee.
Per chi se lo fosse perso, qui un video con la sua brillante
performance.
Ora, il buon Ronzino è riuscito a condensare in una serata
tutte le motivazioni per cui personalmente reputo il Movimento 5 Stelle una
forza politica pericolosa, un mix di arroganza ed ignoranza, un agglomerato
politico totalmente incapace di passare dalla protesta alla proposta e per
nulla sfiorato dalla idea di compiere una sana autocritica.
Il 21% in teoria è anche un buon risultato. Ma
per chi per mesi dice, vinciamonoi, o noi o loro, abbiamo già vinto, anche il
21% diventa una sconfitta.
Entriamo nel merito. Arroganza ed ignoranza. Più volte nel
corso della trasmissione Ronzino accusa sia La Stampa sia La Repubblica,
rappresentati in studio da Calabresi e Giannini, di percepire finanziamenti
pubblici per l’editoria. Calabresi, direttore de La Stampa, fa giustamente
notare che si tratta di una balla, visto che alcuni giornali (per sintesi,
quelli politici, tipo la Padania, l’Unità etc….) ne hanno diritto, altri come
Stampa e Repubblica no. Bene, la replica di Ronzino è “ah, no lo sapevo, onore
a La Stampa, credevo che a non prendere i fondi fosse solo il Fatto
Quotidiano).
E’ un esempio, ma è una tipica strategia del M5S: lanciare
accuse nel mucchio, spesso vaghe, costruire una campagna contro su notizie spesso
del tutto false oppure inventate.
Si parla di legge elettorale. Per come la vedo io, Renzi ha
cercato di coinvolgere sia Forza Italia sia M5S. Berlusconi (che comunque
rappresenta milioni di elettori) ha accettato il confronto, Grillo no.
Legittimo. Poi però Ronzino ci dice che bisogna ascoltare il popolo per la
legge elettorale. Abete, ospite in studio, fa notare a Ronzino che il popolo è
anche il 40% che vota Pd, l’80% che non vota M5S, e non solo i 30.000 che
votano sul Sacro Blog di Grillo.
Rispetto alla comunicazione. Ronzino se la prende con la
stampa, colpevole a suo parere di aver trasformato Grillo in un mostro. Perfino
Gomez, del Fatto Quotidiano, giornale a mio parere molto vicino al Movimento,
fa notare a Ronzino che parlare di Hitler, in qualsiasi contesto, è sbagliato.
Gomez cerca di spiegare a Ronzino che, dando per buono la stampa non veda di
buon occhio il Movimento, tanto più è folle parlare di Hitler, della Peste
Rossa.
Potrei continuare. Abbiamo visto un candidato impreparato,
incapace di compiere autocritica, incapace di formulare una proposta o una
frase completa che non sia “Il Pd ha sbagliato, il Pd perderà”, incapace di un
qualsiasi dialogo con gli altri ospiti in studio.
Concludo. Mi dispiace per loro, ma da cittadino italiano
sono contento. Se il movimento continua su questa linea, porterà il Pd al 50%
oppure, se e quando il centrodestra sarà capace di strutturare una proposta
seria (ad oggi inesistente), torneremo ad avere una competizione tra
centrodestra e centrosinistra con una forza, M5S, sempre più legata all’insulto
ed alla disperazione, forza magari anche al 20% ma incapace di fare qualcosa di
utile per il bene del paese. Una forza ai margini, estranea al dibattito
politico, utile per controllare se sui tetti di Montecitorio ci sono perdite di
acqua.
Aggiungo solo che, pur in estrema sintesi dicendo che sono
abbastanza soddisfatto dell’operato di Renzi, personalmente ho votato il Pd e
Renzi proprio per contrastare la pochezza culturale del Movimento, e come me in
tanti hanno fatto questo ragionamento. Se non lo capiscono, peggio per loro.
Mario Scelzo
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