Prima di tutto, è un libro che scorre agevole, si legge
volentieri, si resta rapiti dalle vicende ma soprattutto dal clima di fondo del
romanzo, ma questo lo dirò meglio più avanti. Poi, lasciatemi dire che se tra i
libri più letti in Italia troviamo i fumettoni di Moccia o le storielle
insignificanti di Fabio Volo, ecco, “Sapore di Rosa” non ha nulla da invidiare
rispetto a libri molto più famosi.
Questo libro segna il debutto della coppia narrativa
Battisti/Cordoni, che si cimentano in un romanzo di difficile collocazione, nel
senso che non è semplice catalogare “Sapore di Rosa” in un genere letterario.
Parlare di storia d’amore sarebbe riduttivo, definirlo un libro di cucina
sarebbe limitante, parlare di saga familiare lo stesso, ecco, la prima dote che
riconosco alle autrici è quella di aver sapientemente calibrato gli ingredienti
della narrazione, creando una vicenda dove si mischiano storie e sapori, fatti
storici e sentimenti personali.
Non posso svelarvi troppo (anche perché vi invito caldamente
a leggere “Sapore di Rosa”), ma la storia gioca su un doppio binario, temporale
e geografico, le due autrici ci fanno viaggiare dal tempo della guerra ai
giorni nostri, in un orizzonte che parte da Roma e tocca i borghi incantati
delle Colline Toscane, in particolare della zona di Siena.
Mentre siamo intenti a seguire, tra Roma ed Asciano, le
vicende delle protagoniste (si, perché dimenticavo, è una storia scritta al
femminile), c’è però direi un filo rosso, quello della buona cucina.
Attenzione, cucina è riduttivo. Non si parla di ricette, ma le pagine sono
cariche di quella che definirei convivialità della tavola. Non pensate ad un
moderno fast-food e neppure ad un ristorante di livello, ma immaginate le nonne
di una volta che si alzavano all’alba per preparare la pasta fatta in casa,
perdetevi tra le pagine che parlano di odori raccolti nell’orto, di torte di
mele fatte a mano cotte nel grande camino familiare….vi confesso che il romanzo
mette fame! Anzi, fa venire voglia di abbandonare il caos cittadino e di
tuffarsi nella pace e nella calma della vita di campagna.
Vorrei sottolineare un ultimo elemento. Se da un lato c’è
una esaltazione della cultura contadina, con le sue tradizioni culinarie e
direi anche con un tempo che scorre senza gli affanni della vita cittadina,
allo stesso tempo le autrici non ci
nascondono i difetti e le storture delle società patriarcali contadine del
novecento italiano. Gli uomini ( non tutti va detto) spesso si rendono
protagonisti di atti violenti, e una certa forma di comando patriarcale
sicuramente influisce nello svolgimento della Storia.
In conclusione, complimenti alle due autrici che, in una
storia che si lascia leggere ben volentieri, hanno mescolato con sapienza tutti
gli aspetti dell’animo umano, dalle passioni violente a quelle d’amore, dal
passato al presente. Termino dicendo che forse non è un caso che le due autrici
lavorino in Televisione, perché senza rinnegare quanto scritto fino ad ora,
direi che la storia ha ottimi tempi televisivi, sarebbe interessante in un futuro
vedere la trasposizione di “Sapore di Rosa” sul piccolo o grande schermo.
Ora, in attesa del secondo romanzo, chi volesse comprare il
primo, può farlo o nelle librerie Arion, oppure seguendo questo link:
Mario Scelzo.
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