Nel prossimo mese di Maggio, esattamente tra il 22 ed il 25,
si terranno le ottave elezioni dell’Unione Europea. In particolare gli elettori
saranno chiamati ad eleggere il prossimo Parlamento Europeo. Credo ci sia molta
confusione in merito, in tanti, io per primo (ho fatto una ricerca su Internet
per documentarmi), non sanno esattamente per cosa si vota, quali sono i partiti
di riferimento, quali i compiti del Parlamento. Vorrei provare a fare un po’ di
chiarezza ed allo stesso tempo vorrei proporre alcune riflessioni.
La prima riflessione. Tutti noi siamo distratti dalle
polemiche politiche italiane. Senza entrare nel merito, direi che nel nostro
paese esiste un notevole caos politico, tra partiti che gridano al colpo di
Stato, altri che si separano ma restano alleati, altri dove esistono più
correnti che parlamentari. Renzi contro
Letta, Grillo contro tutti, Alfano contro (o no?) Berlusconi, etc… Credo che questo vortice di tensioni ci
rende faticoso allargare il nostro sguardo verso l’Europa, luogo ormai deputato
a numerose decisioni rilevanti per le nostre vite quotidiane.
Quindi, prima di tutto, mi permetterei di suggerire che
dovremmo avere come cittadini, e come elettori, più consapevolezza della nostra
appartenza all’Unione Europea. Chi un minimo viaggia per il mondo, si accorge
sempre più di quanto l’Europa stia diventando periferia, stretta tra le nuove
potenze asiatiche, i paesi emergenti della America Latina, forze storiche come
gli Stati Uniti e la Russia, l’inizio dello sviluppo Africano. Insomma, l’Italia, la Spagna, la Francia, da
sole contano sempre di meno, sia a livello economico che sociale, nello
scacchiere mondiale, ma acquistano peso ed importanza se inserite nel contesto
storico-sociale della Unione Europea.
A mio parere, anche se purtroppo questo accade sempre di
meno, l’Europa avrebbe ancora tanto da dire a livello culturale, penso a
battaglie sacrosante come la lotta alla Pena di Morte, alla difesa dei Diritti
Umani, alla tutela dei migranti. Se l’Europa si indebolisce economicamente,
tanto più andrebbe rivalutato il suo patrimonio storico-culturale, le fonti del
suo pensiero liberale, illuminista, popolare.
Dopo questa premessa, una seconda riflessione: si sentono
spesso dire nel linguaggio corrente frasi del tipo…tanto decide l’Europa….i
casini che combinano a Bruxelles….decide la Merkel….la Banca Centrale Europea
etc.
Mi permetto di dissentire. E’ vero che molte decisioni ormai
vengono prese in sede europea, ma ci tengo a sottolineare che l’Europa siamo
noi. Come cittadini e come elettori, possiamo prima di tutto eleggere i nostri
rappresentanti al Parlamento Europeo, in secondo luogo possiamo fare pressioni,
attuare comportamenti, insomma dobbiamo imparare ad essere cittadini attivi e
non passivi. Personalmente non accetto chi sostiene che altri prendono le
decisioni, e magari non ha neppure votato per scegliere i propri
rappresentanti.
Su un punto concordo però con i discorsi del cittadino
medio. E’ opinione diffusa, e personalmente concordo, che i meccanismi
decisionali della Unione Europea siano complessi e farraginosi. Esiste il
Parlamento Europeo, la Commissione Europea, il Consiglio Europeo, la Corte di
Giustizia etc…..in più, se alcuni organi sono elettivi, altri sono nominati dai
singoli governi. Sicuramente c’è poca chiarezza ed esistono delle zone d’ombra,
che contribuiscono a formare l’opinione comune per cui le decisioni europee ci
vengono imposte senza che noi possiamo metterci bocca.
Ma, partiamo da un punto fermo. Con il nostro voto possiamo
determinare la composizione del Parlamento Europeo. Come detto, pur non essendo
l’unico organo istituzionale, il Parlamento ha numerosi compiti e poteri.
Sintetizzo, oltre ad essere il luogo addetto ad esercitare il potere
legislativo, il Parlamento contribuisce alla elezione del Presidente della
Commissione Europea, e soprattutto ha un potere di veto rispetto alle decisioni
della Commissione Europea. Insomma, con
il nostro voto possiamo contribuire a
determinare le linee guida delle politiche europee dei prossimi anni.
Sappiamo che le prossime elezioni porteranno alla scelta di
751 parlamentari, divisi per nazioni. Più sono gli abitanti di una nazione, più
parlamentari elegge, ad esempio la Germania 96, l’Italia 73, il Belgio 21 e
cosi via. Per avere una idea, nel Parlamento attuale siedono forze
riconducibili a sette schieramenti diversi, dalla sinistra radicale, al Pse, al
Ppe, ai liberali, ai verdi, alla destra xenofoba, ai conservatori.
Nei prossimi giorni, sempre su queste pagine, proverò a
sintetizzare le famiglie politiche europee e ad associare ad esse i partiti
politici italiani. Un rapido esempio, sia lìUdc che il Nuovo CentroDestra che
Forza Italia che i Popolari per l’Italia si riconoscono nel Partito Popolare
Europeo, anche se appunto il PPE guarda con enorme disagio alla presenza di
Silvio Berlusconi tra le sue file, e non è escluso un atto ufficiale di presa
di distanza del Ppe da Forza Italia.
A sinistra, sembra che il Pd abbia deciso di riconoscersi
nel Partito Socialista Europeo (Pse), ma parte del Pd, per capirci l’ex
margherita, non ne è contenta, altri del Pd di tradizione comunista guardano
magari con simpatia alla Sinistra Radicale di Syriza e del suo leader Tzipras, non
è ancora chiaro se Sel sceglierà appunto Tsipras o il Pse, c’è poi la variabile
Movimento 5 Stelle, che si presenta per la prima volta alle elezioni europee e
per ora non sembra manifestare volontà di associarsi ad altri partiti.
Insomma, la materia è complessa, ne parleremo nei prossimi
giorni, per comodità dividerò le famiglie europee in tre grandi gruppi: 1)
famiglia comunista-socialista; 2) famiglia popolare-liberale; 3) gruppi
antieuropei, destra xenofoba, movimento 5 stelle.
Mario Scelzo
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