Si tratta certo delle solite cifre amare, che dipingono un Paese sempre più spaccato in due, dove il ceto medio, in linea con quanto accade negli altri Paesi dell'euro-zona, sta sparendo. Ma a ben vedere c'è dell'altro.
E' di oggi infatti la notizia che la Commissione Europea ha pubblicato il primo report sulla corruzione in Europa. Scrivono i commissari: «In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l’alto numero di indagini per corruzione». Secondo la Commissione in Italia la corruzione equivale al 4% del PIL. Tradotto: Parliamo di circa 60 miliari di euro. Ancora più tradotto: il gettito della tanto sgradita IMU ammontava a circa 20 miliardi annui. Per chi ha saltato le righe precedenti: il problema non sono i soldi dell'IMU, mini-IMU, TARI, TASI, TARSU, ecc..
Allora la domanda sgorga davvero spontanea e suona tanto banale quanto ingenua: possibile che questi dati, uniti, non costituiscano un elemento di riflessione dell'agire politico? Possibile che il dibattito - siamo ormai entrati in campagna-pre-elettorale - non si focalizzi sul dissesto economico e morale in cui versa il nostro Paese?
A leggere i quotidiani sembrerebbe di no. Non che i tweet vadano meglio. Il termometro politico sale ma si scalda sempre sulle stesse cose: legge elettorale, risse, schieramenti, incarichi multipli, rientri in grande stile di vecchi politici. E, quando va bene, la vita reale del Paese è relegata al qualunquismo di chi identifica l'immigrazione, i rom, i vecchi, i poveri in generale, come i veri problemi da combattere per uscire dalla crisi.
E' forse proprio questo che impressiona di più: lo scollamento tra il dibattito pubblico e la realtà, tra la politica ed il Paese reale. Uno scollamento non privo di conseguenze che conduce all'aberrante conclusione di scambiare l'effetto - la povertà - per la causa del problema, la corruzione. Meno male che c'è Papa Francesco.
E' forse proprio questo che impressiona di più: lo scollamento tra il dibattito pubblico e la realtà, tra la politica ed il Paese reale. Uno scollamento non privo di conseguenze che conduce all'aberrante conclusione di scambiare l'effetto - la povertà - per la causa del problema, la corruzione. Meno male che c'è Papa Francesco.
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