Dopo la Paura
la speranza. Già dal titolo dell’ultimo libro (edito in questi giorni per la San Paolo) il Professor Andrea
Riccardi, Ministro del governo Monti per
l’Integrazione e la Cooperazione
Internazionale e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, prova
a delineare un senso di futuro migliore dopo mesi passati a preoccuparci.
Appunto la speranza per il futuro dopo la paura del presente.
Il libro è la raccolta di articoli che Riccardi ha scritto
per il settimanale Famiglia Cristiana, racconti puntuali e documentati su vari
argomenti di attualità che hanno segnato l’Italia e il mondo negli ultimi anni.
La paura. Nell’introduzione Riccardi la spiega scrivendo: “Abbiamo più paura perché siamo più soli. La
solitudine, come la paura, è una malattia antica dell’uomo.” La solitudine
ci porta quindi ad avere paura, perché ci si trova soli ad affrontare il
presente, e le paure Riccardi ne descrive molte. La paura del terrorismo
internazionale, soprattutto dopo gli attacchi negli Stati Uniti l’11 settembre
che ci porta ad avere paura dell’altro. Paura della crisi, disaffezione verso
la politica, paura dell’altro, straniero, rom, povero.
Ma Riccardi racconta anche i tanti segni di speranza che
hanno caratterizzato gli ultimi anni.
I giovani che vanno a Madrid per partecipare alla Giornata
Mondiale per la Gioventù
per ascoltare le parole di un uomo anziano, come il papa, ma parole di
speranza: i giovani, spiega Ricccardi, “hanno
sete di qualcuno che parli del senso della vita, e non solo di denaro.”
Il dialogo interreligioso, ricordando la grande intuizione
di Giovanni Paolo II che riunì ad Assisi, nel lontano 1986 i leader religiosi
per pregare gli uni accanto agli altri per la pace. Giovanni Paolo II pregava
in un mondo ancora segnato dalla guerra fredda, un mondo lontano, ma oggi non
c’è meno bisogno di pregare per la pace, e il dialogo con le altre religioni
per capire l’altro e allontanare il fanatismo e il terrorismo.
La testimonianza dei martiri, come quello del nunzio
apostolico in Turchia, monsignor Luigi Padovese ucciso da un suo collaboratore
in Anatolia, o del Ministro per le minoranze in Pakistan, Shahbaz Bhatti,
ucciso dal fondamentalismo nel suo paese. Ma anche la dura vita dei cristiani
in alcune parti del mondo dove sono minoranza, come per Asia Bidi in Pakistan,
condannata a morte per blasfemia, prima donna ad essere condannata, nel suo
paese per questo reato.
La primavera araba, con la presenza di tanti giovani nelle
piazze, alfabetizzati, tecnologizzati, ma senza lavoro, impotenti davanti alla
crisi economica internazionale. “La
novità, spiega Riccardi, è che tanti si sono liberati dalla paura della
repressione e chiedono il cambiamento dopo decenni di immobilismo”.
Il ministro prova anche a sconfessare le paure del diverso,
troppo spesso frutto di ignoranza o propaganda. Come i discorsi su immigrazione
o sui Rom, aggiungendo che l’unico modo per risolvere il “problema” è
attraverso l’integrazione e non con la repressione. Non si deve avere paura
dell’altro, ma cercare nell’altro un’opportunità, anche economica.
Gavino Pala