Mons. Padovese ai funerali di don Andrea Santoro, ucciso in Turchia nel 2006 |
Era un uomo impegnato nell’ecumenismo e nel dialogo
interreligioso, con l’Islam in particolare, ma aveva una particolare attenzione
all’opera pastorale, incontrava di frequente anche le autorità turche per parlare delle
minoranze cristiane nel paese.
Ma la sua vita fu spezzata dalla violenza. Fu ucciso da un
suo collaboratore, colpito a morte.
Nella sua prima lettera pastorale dopo la sua elezione, nel
2004, scrisse:
“Ispirandomi al grande figlio di Antakia e poi vescovo di
Costantinopoli, Giovanni Crisostomo, ho scelto come motto episcopale “In
Caritate veritas” – La verità nell’amore. Sono poche parole, ma esprimono il
mio programma di ricercare nella stima e nel reciproco volersi bene la verità.
Se è vero che chi più ama, più si avvicina a Dio, è anche vero che per questa
strada ci avviciniamo al senso vero della nostra esistenza che è un vivere per
gli altri. Del resto la porta della felicità si apre soltanto all’esterno. Su
questa convinzione si fonda anche la mia volontà di dialogo con i fratelli
ortodossi, quelli di altre confessioni cristiane e con i credenti dell’Islam”.
Monsignor Luigi Padovese solo pochi anni prima aveva celebrato
la messa di suffragio per Don Andrea Santoro, ucciso nel 2006 a Trabzon. In
quell’occasione aveva detto: “Noi perdoniamo chi ha compiuto questo gesto. Non
è annientando chi la pensa in modo diverso che si risolvono i conflitti.
L’unica strada che si deve percorrere è quella del dialogo, della conoscenza
reciproca, della vicinanza e della simpatia. Ma fintanto che sui canali
televisivi e sui giornali assistiamo a programmi che mettono in cattiva luce il
cristianesimo e lo mostrano nemico dell’islam (e viceversa), come possiamo
pensare a un clima di pace?" - e parlando di don Andrea Santoro diceva - “Chi ha
voluto cancellare la sua presenza fisica, non sa che ora la sua testimonianza è
più forte”.
La chiesa di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, affidata
alla Comunità di Sant’Egidio e luogo di memoria dei nuovi martiri per volere di
Giovanni Paolo II, accoglierà mercoledì 5 giugno, la sua Mitra, in una liturgia
presieduta dal Fra Mauro JOEHRI, Ministro generale dell'Ordine dei Frati Minori
Cappuccini.