venerdì 15 febbraio 2013

Dibattito pubblico, Movimento 5 Stelle e la "maschera della rete"


POLITICA - Il Movimento 5 Stelle è entrato alla ribalta delle cronache (per poco) nei giorni scorsi a causa della vicenda che ha coinvolto Roberta Agnoletto, assessore del M5S con deleghe all'Ambiente e allo Sport nel comune di Mira, in provincia di Venezia. Secondo quanto denunciato dallo stesso assessore, le sue deleghe sarebbero state revocate dal 27enne sindaco M5S Alvise Maniero per via della sua gravidanza. A sentire il sindaco invece le motivazioni che hanno spinto alla mancata riconferma sono da rintracciarsi nello scarso impegno dell'assessore. In una nota il sindaco ha affermato che “per fortuna o purtroppo a volte i soli titoli e le competenze pregresse non garantiscono l’efficacia nell'operato. Questa considerazione e gli obiettivi ambiziosi ci chiedono di analizzare continuamente l’attività dei vari assessori ed eventualmente di porre in atto dei correttivi”.
La decisione, come era ovvio, ha scatenato un acceso dibattito. Da più parti si sono levate voci di condanna per una decisione che mette a rischio l'effettiva partecipazione delle donne alla vita politica attiva. Gravidanza e politica sono incompatibili? Ovviamente no, o almeno così dovrebbe essere. Tuttavia, a ben vedere, al di là delle smentite e delle prese di posizione di vari esponenti politici nel merito, l'episodio apre a riflessioni più impegnative: non tanto sull'effettivo grado di democrazia interna al Movimento 5 Stelle, quanto piuttosto riguardo la sua aderenza a quanto proclamato in sede programmatica. In altri termini: è reale il rischio che il Movimento, che fa dell'appartenenza alla società civile dei suoi elementi il suo punto cardine, rischiare di predicare bene e,  alla prova dei fatti, razzolare male? Cosa ne pensano i "grillini"? Il problema è che non è dato saperlo perché le opinioni degli aderenti, disponibili esclusivamente nella rete, costituiscono un blocco "unico" impermeabile al dibattito esterno. Pubblicamente invece viene ripetuto a macchinetta quanto viene espresso dai vertici. E' certamente una strategia di successo (paragonabile al famoso "mattutino" che tutti gli esponenti del PDL ricevono per poter ripetere le stesse medesime frasi alla stampa). Come è di successo l'evitare sistematicamente di rispondere nel merito delle questioni, limitandosi ad alzare i toni e ad attaccare senza riserve coloro che si permettono di mettere in dubbio la "santità" del Movimento (anche questo, ahi noi, è un copione già visto e rivisto nel famoso modello "Santanché"). Risulta dunque impossibile pensare a Grillo che, nel corso dei suoi interventi fiume nelle piazze, scenda dallo scranno e si limiti ad una pacata esposizione dei fatti su un tema, quello della partecipazione delle donne alla politica, sicuramente decisivo in democrazia. Perché? Non è dato saperlo. La "rete" non ce lo dirà. Grillo tanto meno. Forse qualche fuoriuscito della seconda ora. Staremo a vedere. Intanto vi consiglio la lettura "interna" che il Movimento ha dato della vicenda dell'assessore licenziato. Vedrete che il dibattito c'è, eccome, peccato che non emerga sui media. Forse perché il "dibattito", come più volte sottolineato dallo stesso Grillo, è capace di far cadere un castello di carte, anzi una maschera.

Il forum di Beppe Grillo si pronuncia sulla vicenda

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