Il 16
ottobre 1943 è una data fondamentale per gli ebrei romani e per la città
intera. Alle 05.30 alcuni camion tedeschi con soldati della Judenoperation si radunarono
nel portico d’Ottavia nel quartiere ebraico. Pochi minuti dopo 300 soldati,
muniti con gli elenchi delle famiglie ebree del “ghetto”, iniziarono il
rastrellamento casa per casa. “Era sabato mattina, festa del Succot, il cielo
era di piombo. I nazisti bussarono alle porte, portavano un bigliettino
dattiloscritto. Un ordine per tutti gli ebrei del Ghetto: dovete essere pronti
in 20 minuti, portare cibo per 8 giorni, soldi e preziosi, via anche i malati,
nel campo dove vi porteranno c’è un’infermieraio.” Racconta il rabbino capo di
Roma, Riccardo Di Segni. Fu un’operazione capillare intenta a rastrellare tutti
gli ebrei della capitale. Alle 14 l’operazione era stata conclusa con il
rastrellamento di 1024 ebrei.
Settimia
Spizzichino, l’unica donna tornata da Auschwitz dopo la deportazione di quel 16 ottobre ,
racconta nel libro “Gli anni rubati”: “Fummo ammassati davanti a S. Angelo in
Pescheria. I camion grigi arrivavano, i tedeschi caricavano a spintoni o col
calcio del fucile uomini, donne, bambini… e anche vecchi e malati, e
ripartivano. Quando toccò a noi mi accorsi che il camion imboccava il
Lungotevere in direzione di Regina Coeli… Ma il camion andò avanti fino al
Collegio Militare. Ci portarono in una grande aula: restammo lì per molte ore.
Che cosa mi passava per la testa in quei momenti non riesco a ricordarlo con
precisione; che cosa pensassero i miei compagni di sventura emergeva dalle loro
confuse domande, spiegazioni, preghiere. Ci avrebbero portato a lavorare? E
dove? Ci avrebbero internato in un campo di concentramento? “Campo di
concentramento” allora non aveva il significato terribile che ha oggi. Era un
posto dove ti portavano ad aspettare la fine della guerra; dove probabilmente
avremmo sofferto freddo e fame, ma niente ci preparava a quello che sarebbe
stato il Lager”
Gli ebrei
rimasero per 30 ore nel collegio militare prima di essere trasferiti alla
stazione Tiburtina. Il 18 ottobre, alle 09.00 un convoglio di 18 vagoni partì verso
la Polonia dove arrivò ad Auschwitz il 22 ottobre. Dei 1024 ebrei deportati
fecero ritorno a Roma solo 16.
A 70 anni
dalla deportazione, la Comunità di Sant'Egidio e la Comunità Ebraica di Roma,
come ogni anno dal 1994, fanno memoria di questo tragico momento della vita
della città, organizzando un "pellegrinaggio della memoria".
La marcia
avrà inizio alle 18.45 con l’intervento del Vescovo Ausiliare di Roma Matteo
Zuppi a Santa maria in Trastevere. Da lì una marcia silenziosa per le vie di
Trastevere ripercorrendo a ritroso, partendo da Santa Maria in Trastevere fino
al Portico D’Ottavia, il tratto di strada che separa il quartiere ebraico dal
Collegio Militare. Parteciperanno tra gli altri Enzo Camerino, deportato (uno
dei 16 superstiti), Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, Renzo Gattegna,
presidente delle Comunità ebraiche italiane, Ignazio Marino, sindaco di Roma,
Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, Andrea Riccardi,
della Comunità di Sant’Egidio.
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