giovedì 3 ottobre 2013

Piccola riflessione su Lampedusa.


In queste ore abbiamo assistito all’ennesima tragedia nel Mediterraneo.  Il Nostro Mare è diventato ormai un cimitero che accoglie nelle sue gelide acque migliaia di corpi. Uomini e donne, vecchi e bambini che hanno lasciato la loro casa per affrontare un lungo viaggio, sono scappati dalla povertà, dalla fame e dalla dittatura e si sono messi  in cammino verso l’Europa con la speranza di avere se non un futuro migliore almeno un futuro. Per molti non è stato così perdendo la vita in maniera tanto assurda quanto tragica.    
Oggi è il momento della commozione e del dolore, in tanti hanno espresso questi sentimenti (anche se non sono mancati i soliti commenti razzisti e fuori luogo).

Papa Francesco ha lanciato un accorato appello:  “Preghiamo insieme Dio per chi ha perso la vita uomini, donne, bambini, per i familiari e per tutti i profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie. Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle.”

Le parole del Presidente Grasso sono un “richiamo alla responsabilità, all'accoglienza e al soccorso di chi fugge da situazioni disperate” che “deve essere sentito da tutte le forze politiche e deve portare a una revisione della nostra legislazione in materia e a una più attenta gestione dei flussi migratori.”

Ma dopo il giorno di dolore dovrà venire il giorno dell’impegno concreto.  I nostri politici, che oggi corrono a Lampedusa per piangere sui corpi delle vittime, mattano in agenda domani impegni precisi per affrontare e superare queste tragedie, si impegnino  su provvedimenti concreti e non lascino cadere nel vuoto il grido di chi oggi ha perso la vita. L’Europa, sempre pronta ad intervenire sui bilanci nazionali, lasci la freddezza delle cifre del deficit e si occupi concretamente di questa tragedia.

Il professor Andrea Riccardi, ex ministro nel governo Monti per l’integrazione e fondatore della comunità di Sant’Egidio, in queste ore ha lanciato un appello:” L’immane tragedia di Lampedusa esige da parte di tutti una risposta che non si limiti al cordoglio ma che chiami in causa le responsabilità e si faccia carico del coraggio di una proposta. Chiedo un funerale di Stato, a Roma, per le vittime di questo ennesimo disastro umanitario; e mentre ci uniamo alla preghiera di papa Francesco, e sollecitiamo interventi rapidi ed efficaci per alleviare le sofferenze dei superstiti, non possiamo non tornare a denunciare con forza le carenze della politica europea e mondiale, l’inadeguatezza delle iniziative della cooperazione internazionale di fronte al fenomeno gigantesco, inarrestabile delle migrazioni, una vera emergenza del nostro tempo.”

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