POLITICA - Forse Grillo
sente il bisogno di ricollocarsi politicamente. Negli ultimi giorni ha dedicato
molto spazio a tematiche di centro destra come il reato di clandestinità
(ricevendo i complimenti dalla Lega) e il feroce attacco contro Fabio Fazio
(ricevendo i complimenti da Brunetta). Con il futuro politico di Berlusconi
incerto nel centro destra e l’avanzata di Renzi nel centro sinistra forse il
“semplice portavoce” del MoVimento 5 Stelle ha creduto che ci fosse più spazio
a destra che a sinistra cavalcando un certo tipo di populismo.
Nel suo post
“Che Fazio che fa” il comico genovese attacca il presentatore di Rai 3.
Iniziamo a dire che il presupposto da cui parte Grillo è frutto di
disinformazione vera e propria (e scritta da chi lamenta una certa
disinformazione fatta dai giornali contro il suo MoVimento stupisce, dovrebbe stare attento alle fonti): Mediaset
non ha più nessuna azione della Endemol né direttamente né indirettamente
(prima controllava alcune azioni tramite Telecinco). (ndr: il post è stato
corretto nelle ore successive ma quando andato on-line era presente il
clamoroso errore).
Grillo poi
dovrebbe conoscere bene come funziona il mercato televisivo (per tutti gli anni
80 lo stesso Grillo ha avuto diverse trasmissioni Rai). Fazio guadagna
sicuramente tanto (anche se non sono ufficiali i suoi compensi si vocifera uno
stipendio superiore ai 5 milioni di Euro per tre anni) ma, come ricorda lo
stesso direttore generale Gubitosi “Fazio peraltro non è un costo per
l’azienda, ma una fonte di profitto.” Ma come funziona il mercato televisivo? Nel
caso della trasmissione di Fazio, Che tempo che fa, la Endemol produce il
programma che vende alla Rai, questa vende a sua volta gli spazzi pubblicitari
attraverso la sua concessionaria. Se un programma fa ascolti gli spazi
pubblicitari sono più allettanti e quindi vengono venduti ad un prezzo più
alto. Non ci sono dati pubblici su quanto costa Che tempo che fa ne che ricavi
ha, ma Fazio continua a dire che il suo programma è interamente pagato grazie
ai ricavi pubblicitari, anzi, ci sono anche soldi in più che entrano nelle casse della Rai (come dice lo stesso
Gubitosi già citato). Sia Grillo sul suo
Blog si Brunetta danno dati su costi, ricavi e spese dell’azienda pubblica ma
non citano mai direttamente i costi di Fazio, tranne che per lo stipendio. Se un
presentatore è un valore aggiunto per la sua azienda potrebbe anche guadagnare
certe cifre (il problema è il mercato e non il singolo compenso). Nella Rai ci
sono tante spese che andrebbero tagliate, stipendi e benefit di dirigenti e
direttori, fino all’utilizzo di appalti esterni .
Ma forse
questo attacco alla Rai potrebbe essere, per citare il comico genovese, un
grande “attacco di distrazione di massa” utilizzando del sano populismo come il
compenso milionario di un presentatore. Si scivola sul reato di clandestinità
facendo infuriare una parte del proprio elettorato? Attacchiamo la Rai con il
solito linguaggio volgare.
La Rai
andrebbe riformata e andrebbero razionalizzate le spese, ma come si può fare se
il Presidente della Commissione Rai spera di essere l’ultimo a ricoprire quell’incarico
e perde tempo ad occupare la Rai?
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