Il capitano del Livorno Andrea Luci |
Andrea Luci è un calciatore italiano. Ottima promessa nelle
giovanili della Fiorentina, il centrocampista ha vissuto una discreta carriera
senza però mai veramente “sfondare”. Non è certamente uno dei Campioni più
famosi, non è Totti o Del Piero, non ricorderemo la sua corsa dopo il goal
della Vittoria del Mondiale come Fabio Grosso, non ha il piede fatato di Andrea
Pirlo, non ha l’istinto del killer sottoporta alla Super Pippo Inzaghi.
Potremmo definirlo un onesto gregario del Calcio, un discreto giocatore con una
carriera vissuta prevalentemente in Serie B, solo quest’anno sta disputando la
Serie A con il Livorno, squadra in cui milita da 4 anni e di cui è attualmente
Capitano. Non diventerà probabilmente famoso per aver calcato i palcoscenici
del Camp Nou, del Santiago Bernabeu, della Allianz Arena, difficilmente lo
vedremo al Maracanà ai prossimi Mondiali in Brasile.
Negli ultimi giorni però il suo nome è diventato famoso, per
una vicenda triste che speriamo possa avere un lieto fine. Il calciatore ha voluto
raccontare pubblicamente il dramma che l'ha colpito: il figlio di sei anni è
affetto da una rara malattia che colpisce un bambino su 2 milioni.
Luci e la moglie Lisa con grande forza e lucidità hanno
deciso di rendere pubblica questa vicenda e i tifosi amaranto si sono subito
mobilitati. Immediata la reazione della città che si è stretta attorno al
capitano del Livorno. In occasione della partita Livorno-Juventus di un paio di
domeniche fa i tifosi amaranto della curva nord dello stadio Picchi hanno
organizzato una raccolta in favore dell'associazione Fop Italia Onlus.
Lasciamo parola alla coppia livornese, iniziamo dalla mamma
Lisa: "Alla visita di martedì scorso ero arrivata preparata. Grazie a
internet e all’istinto della mamma, che non sbaglia mai. Marco era nato con gli
alluci valghi, ma ci dicevano che era tutto normale. Ponevo il dubbio,
insistevo, ma ero soltanto la mamma paranoica. Fino a una settimana fa, quando
per la prima volta ho sentito darmi ragione quando avrei tanto voluto aver torto.”
E prosegue: “Ora mi
spaventa non sapere che cosa succederà domani, ora la cura è il cortisone che
protegge ma non fa miracoli. Dobbiamo trovare un farmaco che blocchi l’avanzare
della malattia. Un figlio non deve soffrire, non deve chiedere perché non può
più saltare sul divano".
L'appello è quello di aiutare economicamente la ricerca
sulla rarissima Fop. Per farlo queste le coordinate bancarie:
IT21O0324020879651100214974. La voglia di lottare è tanta, anche se Luci
ammette: "Nelle prime ore il pensiero di smettere c’è stato. Poi ho capito
che il calcio è una fortuna, posso garantire a Marco cure costose. Devo anzi
dare ancora di più per provare a raccogliere il massimo possibile. E poi posso
offrire la mia visibilità, far sapere a tutti".
Infine il capitando del Livorno chiosa: "C’è una Onlus
che in dieci anni di vita ha avuto poca risonanza: servono i fondi per la
ricerca che va avanti in Inghilterra e in Olanda ma più di tutti in America e
che speriamo possa portare alla salvezza, o alla guarigione. Ringrazio i tifosi
per il loro calore sincero. Contro la Juventus abbiamo raccolto diecimila euro,
ora non dobbiamo fermarci. Il sei gennaio a Firenze c’è il derby con la
Fiorentina, potremmo pensare a una seconda raccolta, o a invitare alla partita
le persone malate".
Questa è la vicenda, io vorrei sottolineare alcune cose:
• Condivido
la scelta di Luci di rendere pubblica la malattia del figlio, non per voglia di
apparire, ma, come lui spiega, per poter sfruttare la sua popolarità e quella
del mondo del Calcio, per dare visibilità alla ricerca. Sappiamo quanto sia
difficile far conoscere all’opinione pubblica vicende come queste, spesso tutti
noi siamo distratti dalle nostre vicende personali o dal flusso continuo di
notizie, e pensiamo di non poter fare nulla per cambiare la realtà. O siamo
pessimisti, oppure ci rifugiamo nell’individualismo. Penso invece che ognuno di
noi può contribuire, con gesti piccoli o grandi, a migliorare il mondo e la
realtà che ci circonda. Penso anche che, oltre all’aiuto economico, sia anche
di enorme importanza non far sentire sole e abbandonate le persone che lottano
contro un male indecifrabile, il sostegno e l’amicizia aiutano ad affrontare il
male con più forza.
• Rispetto
al mondo del Calcio, si è già in minima parte mobilitato. Si segnalano alcuni
tweet affettuosi verso Luci da parte dello juventino Marchisio, c’è una bella
lettera del romanista Burdisso (che in passato ha affrontato con successo una
leucemia diagnosticata alla figlia), però ecco sarebbe un bel segnale se il
mondo del calcio, spesso regno della violenza, delle tensioni esasperate, mondo
dove girano milioni di euro, si mobilitasse in maniera forte per sostenere la
ricerca contro le malattie rare. Ci
farebbe piacere poter commentare tra qualche mese non l’ultima bizza di
Balotelli, non l’ultima prodezza di Totti, non l’ultimo rigore dubbio assegnato
alla Juventus, non gli ultimi striscioni razzisti della curva della Lazio, ma
la scoperta di una cura efficace contro la Fibrodisplasia Ossificante
Progressiva.
Mario Scelzo
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