lunedì 23 dicembre 2013

2013 odissea ad Arcore

POLITICA - L’anno che si sta per chiudere è stato indubbiamente ricco di avvenimenti politici, vicende che hanno segnato il tempo attuale ma che probabilmente avranno influssi anche per gli anni a seguire. Per la prima volta nella Storia Repubblicana abbiamo avuto la rielezione dello stesso Presidente della Repubblica, per la prima volta è entrato in Parlamento il Movimento 5 Stelle, è stato indubbiamente un anno ricco di novità e colpi di scena.


A mio parere però la vera novità politica e il passaggio che segna un’epoca, decretando probabilmente la fine della Seconda Repubblica e l’ingresso nella terza, è la triste uscita di scena di Silvio Berlusconi e la sua decadenza sia da senatore (questo è un dato di fatto), sia da protagonista della scena politica (questa è una mia ipotesi).

Sono personalmente convinto che, al di là della decadenza, il tempo del Cavaliere è finito, il suo sarà nei prossimi anni un ruolo marginale, e ritengo che per la prima volta in tanti anni il Cavaliere abbia commesso degli enormi errori di strategia politica. Come leggerete in seguito, ritengo il principale errore commesso da Berlusconi l’essere uscito dal Governo Letta, perdendo così capacità di condizionarne le decisioni. Senza Forza Italia, il Governo è più forte e compatto.

Chiariamo, chi scrive non ha nessuna simpatia per il leader di Forza Italia, e lo considera uno dei principali responsabili del declino economico e soprattutto morale del nostro paese. Nonostante ciò, è indubbio che la sua personalità abbia segnato un ventennio di Storia Italiana, e, da non sostenitore, è innegabile negare al Cavaliere, almeno fino a pochi mesi fa, una capacità di leadership ed una abilità strategica veramente notevoli.

Io, come tanti, lo davo per finito nel corso del 2012, ed ero convinto che già le elezioni del 2013 lo avrebbero messo ai margini della scena politica. Lo stesso pensavano numerosi commentatori politici ed ampi settori del suo partito. I fatti dicono che mentre lo davamo per finito ed il Pdl nei sondaggi scendeva sotto al 10%, il Cavaliere da vera macchina da Campagna Elettorale, tra promesse, alleanze, errori degli avversari (è un dato di fatto che quando il Cavaliere è in difficoltà il Pd arriva sempre in suo soccorso, auguro a Renzi di non continuare su questa strada), è riuscito a raggiungere un ottimo risultato elettorale, inchiodando di fatto il Partito Democratico, che già si sentiva vincitore, ad un risicato pareggio.

Io ritengo che la grande abilità strategica e comunicativa del Cavaliere, che gli ha consentito la rimonta, sia stata quella di far ricadere sul Governo Monti le colpe di anni ed anni di inefficienza dei governi di Centro-Destra. Non difendo Monti, che ha commesso molti errori, basti solo pensare alla pessima Riforma Fornero, però ritengo davvero ingeneroso accanirsi col medico che ricorre agli antibiotici per curare una influenza che i governi precedenti avevano del tutto trascurato.

Ricapitoliamo. Il 2013 parte bene per Silvio, che pareggia le elezioni e sostanzialmente ottiene di far parte del Governo delle Larghe Intese. Da sconfitto, ottiene 5 Ministri, e soprattutto sale al Colle per la seconda volta Napolitano, certamente personalità per lui più rassicurante rispetto alle ipotesi Prodi o Rodotà. Mi sento di dire che i primi passi del Governo Letta sono favorevoli al Cavaliere, che ottiene uno dei suoi cavalli di battaglia elettorale, l’abolizione dell’Imu, e il suo carisma spesso mette nell’angolo il Partito Democratico, in teoria guida della Maggioranza.

Qui, per me, il Presidente del Milan commette alcuni incredibili errori, che lo mettono ai margini della scena politica.

Il primo è quello di legare le vicende del Governo con le sue vicende giudiziarie. Conosciamo tutti la storia processuale. Al netto di ogni considerazione, il cittadino Berlusconi viene condannato in via definitiva per evasione fiscale e di conseguenza scatta l’interdizione dai pubblici uffici. L’ex Premier, oltre alle solite accuse alla Magistratura, si sente in diritto, non si capisce per quale motivo, di ricevere dal Presidente della Repubblica per una inspiegabile Grazia che non vuole neanche chiedere formalmente.

Il Cavaliere mette poi in chiaro che in assenza della Grazia, o di qualche salvacondotto ad personam, toglierà la fiducia al Governo, ed inizia una battaglia legale/tecnico/parlamentare per rallentare l’iter della sua decadenza da Senatore.

Qui nascono le prime tensioni con Alfano e con gli attuali aderenti al Nuovo Centro Destra. Da più parti si tenta di far capire al Cavaliere che l’elettorato non capirebbe una crisi di Governo derivante solo dall’esito delle sue vicende personali con la giustizia. Ma il Capo è ostinato.

Il secondo, e ancor più grave errore, è pensare che senza Forza Italia il Governo non avrebbe retto. Al contrario, ritengo che da quando il suo partito è assente, la maggioranza ha trovato un discreto equilibrio e, spero, si avvia a realizzare qualche valido provvedimento.

Il terzo errore, conseguenza dei primi due, è aver lasciato campo libero all’iniziativa di Matteo Renzi. L’ex Sindaco di Firenze ed ora Leader del Pd (del quale tutto si può dire, ma è forse l’unico leader del centrosinistra a saper maneggiare i media e lo show-business con la stessa abilità del Cavaliere) oggi ha una leadership forte nel Partito, ed un peso enorme nella maggioranza, ora quasi del tutto sostenuta dal Pd.

In conclusione, in meno di tre mesi il Cavaliere ha perso parte del suo Carisma e parte del suo Partito. Non ha voce in capitolo nel Governo, non ha consiglieri fidati (a parte la corte di giullari sempre pronta a dargli ragione), non ha nulla di nuovo da proporre.

La storia ci dirà se il Nuovo Centrodestra saprà proporsi come una novità interessante o meno, ci dirà se avremo una destra moderata di respiro europeo. Personalmente credo di no, c’è poco di Nuovo in Formigoni e Giovanardi, ma ne riparleremo. La storia però ci ha detto che il ventennio berlusconiano è terminato.

Mario Scelzo.

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