A mio parere però la vera novità
politica e il passaggio che segna un’epoca, decretando probabilmente la fine
della Seconda Repubblica e l’ingresso nella terza, è la triste uscita di scena
di Silvio Berlusconi e la sua decadenza sia da senatore (questo è un dato di
fatto), sia da protagonista della scena politica (questa è una mia ipotesi).
Sono personalmente convinto che,
al di là della decadenza, il tempo del Cavaliere è finito, il suo sarà nei
prossimi anni un ruolo marginale, e ritengo che per la prima volta in tanti
anni il Cavaliere abbia commesso degli enormi errori di strategia politica.
Come leggerete in seguito, ritengo il principale errore commesso da Berlusconi
l’essere uscito dal Governo Letta, perdendo così capacità di condizionarne le
decisioni. Senza Forza Italia, il Governo è più forte e compatto.
Chiariamo, chi scrive non ha
nessuna simpatia per il leader di Forza Italia, e lo considera uno dei
principali responsabili del declino economico e soprattutto morale del nostro
paese. Nonostante ciò, è indubbio che la sua personalità abbia segnato un
ventennio di Storia Italiana, e, da non sostenitore, è innegabile negare al
Cavaliere, almeno fino a pochi mesi fa, una capacità di leadership ed una
abilità strategica veramente notevoli.
Io, come tanti, lo davo per
finito nel corso del 2012, ed ero convinto che già le elezioni del 2013 lo
avrebbero messo ai margini della scena politica. Lo stesso pensavano numerosi
commentatori politici ed ampi settori del suo partito. I fatti dicono che
mentre lo davamo per finito ed il Pdl nei sondaggi scendeva sotto al 10%, il
Cavaliere da vera macchina da Campagna Elettorale, tra promesse, alleanze,
errori degli avversari (è un dato di fatto che quando il Cavaliere è in
difficoltà il Pd arriva sempre in suo soccorso, auguro a Renzi di non
continuare su questa strada), è riuscito a raggiungere un ottimo risultato
elettorale, inchiodando di fatto il Partito Democratico, che già si sentiva
vincitore, ad un risicato pareggio.
Io ritengo che la grande abilità
strategica e comunicativa del Cavaliere, che gli ha consentito la rimonta, sia
stata quella di far ricadere sul Governo Monti le colpe di anni ed anni di
inefficienza dei governi di Centro-Destra. Non difendo Monti, che ha commesso
molti errori, basti solo pensare alla pessima Riforma Fornero, però ritengo
davvero ingeneroso accanirsi col medico che ricorre agli antibiotici per curare
una influenza che i governi precedenti avevano del tutto trascurato.
Ricapitoliamo. Il 2013 parte bene
per Silvio, che pareggia le elezioni e sostanzialmente ottiene di far parte del
Governo delle Larghe Intese. Da sconfitto, ottiene 5 Ministri, e soprattutto
sale al Colle per la seconda volta Napolitano, certamente personalità per lui
più rassicurante rispetto alle ipotesi Prodi o Rodotà. Mi sento di dire che i
primi passi del Governo Letta sono favorevoli al Cavaliere, che ottiene uno dei
suoi cavalli di battaglia elettorale, l’abolizione dell’Imu, e il suo carisma
spesso mette nell’angolo il Partito Democratico, in teoria guida della
Maggioranza.
Qui, per me, il Presidente del Milan
commette alcuni incredibili errori, che lo mettono ai margini della scena
politica.
Il primo è quello di legare le
vicende del Governo con le sue vicende giudiziarie. Conosciamo tutti la storia
processuale. Al netto di ogni considerazione, il cittadino Berlusconi viene
condannato in via definitiva per evasione fiscale e di conseguenza scatta
l’interdizione dai pubblici uffici. L’ex Premier, oltre alle solite accuse alla
Magistratura, si sente in diritto, non si capisce per quale motivo, di ricevere
dal Presidente della Repubblica per una inspiegabile Grazia che non vuole
neanche chiedere formalmente.
Il Cavaliere mette poi in chiaro
che in assenza della Grazia, o di qualche salvacondotto ad personam, toglierà
la fiducia al Governo, ed inizia una battaglia legale/tecnico/parlamentare per
rallentare l’iter della sua decadenza da Senatore.
Qui nascono le prime tensioni con
Alfano e con gli attuali aderenti al Nuovo Centro Destra. Da più parti si tenta
di far capire al Cavaliere che l’elettorato non capirebbe una crisi di Governo
derivante solo dall’esito delle sue vicende personali con la giustizia. Ma il
Capo è ostinato.
Il secondo, e ancor più grave
errore, è pensare che senza Forza Italia il Governo non avrebbe retto. Al
contrario, ritengo che da quando il suo partito è assente, la maggioranza ha
trovato un discreto equilibrio e, spero, si avvia a realizzare qualche valido
provvedimento.
Il terzo errore, conseguenza dei
primi due, è aver lasciato campo libero all’iniziativa di Matteo Renzi. L’ex
Sindaco di Firenze ed ora Leader del Pd (del quale tutto si può dire, ma è
forse l’unico leader del centrosinistra a saper maneggiare i media e lo
show-business con la stessa abilità del Cavaliere) oggi ha una leadership forte
nel Partito, ed un peso enorme nella maggioranza, ora quasi del tutto sostenuta
dal Pd.
In conclusione, in meno di tre
mesi il Cavaliere ha perso parte del suo Carisma e parte del suo Partito. Non
ha voce in capitolo nel Governo, non ha consiglieri fidati (a parte la corte di
giullari sempre pronta a dargli ragione), non ha nulla di nuovo da proporre.
La storia ci dirà se il Nuovo
Centrodestra saprà proporsi come una novità interessante o meno, ci dirà se
avremo una destra moderata di respiro europeo. Personalmente credo di no, c’è
poco di Nuovo in Formigoni e Giovanardi, ma ne riparleremo. La storia però ci
ha detto che il ventennio berlusconiano è terminato.
Mario Scelzo.
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