lunedì 30 dicembre 2013

2013 l'anno dei due Papi

ATTUALITA' - lo scorso 11 Febbraio sono andato a giocare a Tennis alle 9 di mattina. Lo faccio spesso nelle giornate in cui sono in turno al lavoro di pomeriggio. Torno a casa, mi sistemo, stavo tranquillamente riposando sul divano quando mia madre mi chiama con voce concitata, con un tono che li per li mi ha spaventato. “Mario, una cosa gravissima”, neanche il tempo di pensare a cosa stesse succedendo che mi dice, “si è dimesso il Papa”.

Pochi secondi dopo telefona a casa mio padre, che da anni lavora in Vaticano e da poche settimane aveva iniziato a lavorare alla Sala Stampa. Anche lui emozionato, mi chiede però se gli porto di corsa una giacca elegante, visto che da li a poco arriveranno giornalisti e troupe televisive per interviste, accrediti, commenti alla notizia, e lui doveva occuparsi di provare a gestire la massa umana ed assetata di notizie dei giornalisti.

Ho fatto questa premessa familiare per sottolineare la particolarità e la straordinarietà di quanto accaduto lo scorso 11 Febbraio, con le inattese dimissioni di Papa Benedetto. Basti pensare che per trovare dei precedenti di dimissioni papali dobbiamo tornare al Medio Evo, quindi la figura del Papa era per credenti e non una sorta di istituzione permanente, non soggetta a scadenze, riconferme, dimissioni.

A distanza di qualche mese, vorrei fare una brevissima riflessione, per rendere un doveroso omaggio alla figura di Papa Benedetto, che con il suo umile gesto ha contribuito a rinnovare la Chiesa ed ha posto le basi per la splendida primavera dello Spirito che stiamo vivendo con Papa Francesco.

Ricordo moltissime critiche per la scelta di Ratzinger: un Papa non si dimette, non si scende dalla Croce; e poi numerosissime interpretazioni maliziose e volgari, del tipo sicuramente ha qualcosa da nascondere, chissà gli scandali che vuole coprire, se lascia è perché ha la coscienza sporca….ognuno si sentiva autorizzato a sparlare di una scelta comunque particolare, ma ampiamente meditata.

Io ritengo sia stato un gesto di enorme umiltà ed amore verso il Popolo di Dio.

Umilmente Benedetto XVI si è reso conto di non avere le forze, sia fisiche che mentali, per amministrare, guidare e gestire una realtà complessa come la Chiesa Cattolica. La vita di un Pontefice è fatta di viaggi, incontri, riunioni, appuntamenti non rinviabili, nonché il tempo necessario per la preghiera e la cura dello Spirito. Ora, il Papa ha avuto il coraggio e la forza di non imporre i suoi tempi ai tempi della Chiesa. Non voglio assolutamente disprezzare la vita anziana, ma indubbiamente si hanno meno forze, la memoria può svanire, si fatica a tenere i ritmi frenetici della società moderna. Con enorme saggezza, Ratzinger ha ritenuto che la Chiesa avesse bisogno di una personalità forte, vivace, vitale, pronta ad affrontare le numerose sfide del Nuovo Millennio.

Gesto di Amore, perché un Monarca non avrebbe rinunciato ai suoi privilegi o poteri, al contrario, un Pastore del gregge come Benedetto ha capito che con le sue deboli forze non poteva guidare con sapienza la Nave della Chiesa nelle tempeste del Mondo.

Dopo Benedetto, è arrivato Bergoglio. Penso sia inutile sottolineare quanto il suo Pontificato stia cambiando radicalmente la Chiesa, e quando la sua predicazione fatta di gesti semplici stia riavvicinando tanti alla fede. Ogni giorno Papa Francesco ci dona una piacevole sorpresa, un gesto, una riflessione, che ci aiutano nelle scelte della vita quotidiana.

Probabilmente, anzi direi certamente, senza l’umiltà delle dimissioni di Benedetto, la Chiesa ed il Mondo non avrebbero conosciuto ed apprezzato la splendida figura di Papa Francesco.

Mario Scelzo

Ps. Nella vicenda delle dimissioni di Papa Benedetto e della conseguente elezione di Papa Francesco, chi scrive da credente vede al lavoro la mano dello Spirito Santo. Ecco, senza voler mancare di rispetto, sarei ben felice se avanzasse un soffio di Spirito per rianimare la politica italiana.

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