La
presentazione è stata anche una buona occasione per provare a riflettere sui
mutamenti della povertà a Roma ed in Italia. Per una attenta lettura dei dati e
delle proposte vi rimando a:
http://www.santegidio.org/pageID/3/langID/it/itemID/8329/Povert_a_Roma__grave_ma_aumenta_la_solidariet.html
Vorrei
provare a fare alcune considerazioni sulla situazione attuale, alla luce del
contesto sociale italiano e della peculiare situazione di Roma, Città del Papa.
Come potete
leggere dai dati, e come mediamente ognuno di noi se ne accorge nella vita
quotidiana, la crisi economica ha aumentato il numero delle persone in
difficoltà. Da volontario di Sant’Egidio posso testimoniare che negli ultimi
anni è notevolmente aumentano il numero di persone in cerca di aiuto o sostegno.
La prima
considerazione che faccio è che negli ultimi anni oltre alla crisi economica,
mi sento di dire, esiste una enorme crisi delle reti sociali, con questo
intendo crisi della famiglia come istituzione, crisi delle realtà associative
come i partiti o i sindacati. C’è una forte precarietà dei legami, come scrive
il sociologo Baumann siamo nel tempo della modernità liquida, i legami sono
temporanei ed instabili. Questo comporta che con più facilità rispetto al
passato è possibile passare da una situazione normale ad una situazione di
povertà.
Pensiamo ad
esempio ad un padre separato che si ritrova a dover pagare gli alimenti alla
moglie, pensiamo ad un lavoratore che all’improvviso resta disoccupato. In
questi casi, avere un legame familiare, una rete sociale diviene veramente una
salvezza. Inoltre, chi non è abituato alla povertà, sente con maggiore fatica
la situazione in cui si viene a trovare. Il film “Gli Equilibristi” di Ivano de
Matteo, con ottima interpretazione di Valerio Mastrandrea, a mio parere ben
racconta una situazione di “nuova povertà”, seguendo le vicende di
Giulio/Mastrandrea che, sposato e con una figlia, buon padre di famiglia, in
pochi mesi subisce le difficoltà morali ed economiche della separazione.
La seconda
considerazione è che a mio parere il clima di crisi ha creato un clima di
pessimismo e paura, questo ha comportato negli anni un calo delle donazioni e
della solidarietà. Non nego la realtà della crisi, penso però che il
bombardamento mediatico rispetto a tale argomento ha reso molti più diffidenti
ed insicuri, ed anche chi avrebbe qualcosa da donare sente l’istinto di
conservare ciò che ha, visto che l’aria che tira è pesante. La crisi diviene
cosi non solo economica ma crisi di pensiero e di azione, crisi di idee e di
progetti.
Però, come
spiega Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, è aumentato
nell’ultimo anno il numero delle persone che donano qualcosa, sia in beni
materiali sia donando il loro tempo alle numerose iniziative portate avanti da
parrocchie ed associazioni.
A mio parere
questo clima nuovo e più solidale è frutto della generosa predicazione di Papa
Francesco, che con le sue parole, ma soprattutto con il suo esempio (pensiamo
solo al fatto di aver festeggiato il suo compleanno in compagnia di 4
clochard), ha risvegliato tanti cuori stanchi ed induriti.
La
semplicità dei suoi gesti, la sobrietà nello stile di vita sono, oltre che un
esempio per credenti e non, un ulteriore stimolo per creare una società ed in
particolare una città più solidale, dove i poveri siano accolti.
Le sue
parole sono una continua esortazione ad allargare gli spazi della solidarietà,
la sua simpatia travolgente ci mostra che anche in tempi di crisi è possibile
sorridere, donare, vivere con uno spirito aperto all’incontro col prossimo. La
sua ultima enciclica “Evangelium Gaudium” è una bella esortazione a non
lasciare mai soli i poveri.
Papa
Francesco ci mostra che nonostante la crisi, con il nostro impegno ed il nostro
lavoro, possiamo contribuire a sconfiggere
la povertà e possiamo creare un mondo migliore. Un sorriso, un piccolo gesto,
una donazione, sono una goccia di bene che può creare un oceano di solidarietà.
Mario Scelzo
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