Dei 5 membri dell'ufficio di Presidenza della Regione Lombardia sotto la Presidenza di Roberto Formigoni solo Carlo Spreafico non è stato indagato |
Le dure
parole del Papa dovrebbero far riflettere la nostra classe politica, spesso
corrotta e dedita alla “dea tangente”. Con una quotidianità imbarazzante
leggiamo di consiglieri regionali inquisiti o di amministratori pubblici
corrotti.
Quando, nel
2007, due giornalisti del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella e Sergio
Rizzo, diedero alle stampe “La Casta” affiorò nella popolazione italiana un
grande sdegno nell’apprendere come la politica, soprattutto italiana, vivesse
di privilegi, alle volte ingiustificati; nell’apprendere quanto il nostro stato
fosse più dispendioso dei nostri partner europei; nell’apprendere gli sprechi.
Da allora, nonostante un fiume di inchieste giornalistiche e di libri che
scoperchiavano di continuo il malcostume nostrano, la politica è sempre
sembrata non preoccuparsene ed andare avanti sulla propria strada.
Per fare
qualche esempio, nell’ultimo mese sono finiti sotto esami i consigli regionali
del Piemonte e dell’Emilia Romagna. In entrambe le regioni la magistratura
contesta i rimborsi chiesti dai consiglieri regionali.
Il
Presidente della regione Cota spiega che “Su un totale di rimborsi di 32 mila
euro me ne contestate 25 mila, ma non avrei mai potuto sostenere queste spese
con le mie risorse”. “I pm” Racconta il 23 novembre del 2013 Massimo Numa su La
Stampa “gli presentano gli scontrini di un negozio di abbigliamento: tre
foulard. “Regali di compleanno di collaboratrici”. Due penne pagate 160 euro,
una destinata al prefetto di Novara. Definita una “spesa di rappresentanza”,
così come i regali per il matrimonio di Michele Coppola, suo assessore alla
Cultura, e per Silvio Magliano, esponente del Pdl. Quindi libri per l’ex
ministro Giulio Tremonti e l’ex governatore Enzo Ghigo. Tre le cravatte
destinate agli autisti.”
Situazione
simile di Emilia dove sono indagati i capogruppo di tutti i partiti
rappresentati nel consiglio regionale. Qui c’era l’abitudine di farsi
rimborsare tutto, omaggi floreali, megafoni, divani, perfino lo scontrino per i
WC pubblici (spesa che si aggira intorno ai 50 centesimi). In Emilia sotto
inchiesta anche il gruppo consigliare dei 5Stelle. Interessante le
dichiarazioni di Andrea Defrancesch capogruppo al consiglio regionale del
MoVimento 5 Stelle (come le riporta Il Fatto Quotidiano) “Da tempo chiedo più
trasparenza nella pubblicazione di bilanci e rendiconti perché se so che devo
pubblicare la ricevuta di un ristorante che è costato 70 euro a testa ci sto
più attento.”
Personalmente
credo che la politica abbia un costo e che questo debba essere in qualche modo
sostenuto (è nei principi della Rivoluzione Francese così che anche i meno
ambienti possano presentarsi in politica). Non mi scandalizzano i rimborsi
elettorali ai partiti se questi soldi vengono spesi per far andare avanti la
vita di partito che ha non solo parlamentari e consiglieri eletti ma anche
molti dipendenti e figure professionali. Tenere aperti circoli, anche in
piccoli comuni, è dispendioso ma sono luoghi di incontro e dibattito (non
esiste solo la rete). Il problema è vedere interi consigli regionali azzerati
da inchieste e scandali. Il problema è vedere tesorieri di partito in carcere
per avere usato soldi pubblici per il proprio interesse personale.
Il mio non
vuole essere un discorso populista ma farsi rimborsare 50 centesimi la
considero truffa. È per rimborsi come questi che oggi la politica si divide tra
una “casta” al potere e chi li vuole mandare tutti a casa ma senza offrire, a
mio avviso, una alternativa credibile. Per questo sono sempre più vuote le urne
durante le elezioni, le persone si sono stancate di vedere un simile
spettacolo.
“I partiti
di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o
mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente,
idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero.
Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche
loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani
emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune.” Queste poche
righe sono di Enrico Berlinguer nella famose intervista rilasciata ad Eugenio
Scalfari nel 1981 (l’intervista sulla questione morale), ma sono tremendamente
attuali.
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