POLITICA - Il MoVimento 5 Stelle da tempo cerca di fare una battaglia contro il finanziamento pubblico ai giornali, ma non tutti i parlamentari pentastellati conoscono la materia. Nei giorni scorsi è nato su Twitter un acceso dibattito tra l’onorevole Paolo Bernini (quello dei micro cip per intenderci) e il giornalista de la Stampa Alberto Infelise proprio su questo tema.
Ad attaccare
è stato Bernini che prima twitta “Dopo più di 50ore abbiamo ottenuto l'IBAN x
il versamento dei nostri stipendi tagliati e della diaria. Grazie a Tutti”. Il giornalista
de La Stampa, scherzosamente, risponde con un semplice prego. E Bernini: “C'è
poco da pregare, se fosse stato per la Stampa che si pappa allegramente i soldi
pubblici, saremo ancora lì.”
Ma,
purtroppo per Bernini, le cose non sono esattamente così: La Stampa, come molti
giornali italiani, infatti non percepisce finanziamenti diretti. La legge
vigente sul Finanziamento Pubblico all’editoria infatti non elargisce a pioggia
soldi a tutti i giornali, come si può vedere dal sito del dipartimento per i
contributi all’editoria (qui si possono trovare quelli elargiti nel 2011 http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2011/contributi_stampa_2011/stampa_2011.html)
Hanno infatti diritto a chiedere sovvenzioni solo i giornali organo di partito,
quelli editi da cooperative o giornali delle minoranze linguistiche.
Ricorda
Walter D’Amario sull’Espresso infatti che “La maggioranza dei quotidiani
italiani, che rappresentano il 90 per cento del totale delle copie diffuse in
Italia, non riceve contributi diretti. Quanto ai contributi indiretti - sotto
forma di agevolazioni telefoniche, spedizioni postali, rimborsi per la carta o
spedizione degli abbonamenti sono invece del tutto cessati dal marzo del 2010:
quindi non esistono più.”
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