mercoledì 12 febbraio 2014

Napolitano, Friedman e Renzi

POLITICA - Su queste pagine, sia Gavino Pala che Roberto Bortone hanno egregiamente espresso alcune considerazioni sul presunto complotto Napolitano/Monti, ed hanno allo stesso tempo sottolineato le contraddizioni del Movimento 5 Stelle, che parla di colpo di stato con la tranquillità con cui si parla dei risultati del campionato di calcio.

Quindi non mi soffermo più di tanto su questi argomenti, vi consiglio di leggere i loro.

Rispetto ai discorsi su Napolitano mi permetto di fare una breve riflessione. Sono dell’idea che come tutti il Presidente possa essere oggetto di critica, ma che comunque sia necessario il rispetto per la figura che rappresenta. Mi spiego, se diciamo che forse negli ultimi anni, per tutta una serie di motivi, il Presidente si è assunto responsabilità e compiti superiori a quelli previsti, potrei anche essere d’accordo. Se parliamo di impeachment o colpo di stato, assolutamente no.
In breve, ritengo che Napolitano, anche per una carenza strutturale del nostro sistema politico, si sia spesso trovato a dover prendere decisioni importanti in autonomia. Va considerato che, visto dall’estero, probabilmente Napolitano ha rappresentato l’unica certezza di stabilità della politica italiana. Ritengo che se ha assunto poteri importanti di indirizzamento, è perchè il Parlamento italiano era popolato da Scilipoti e Razzi, da ministri che compravano case a loro insaputa e premier indaffarati nei Bunga-Bunga.

Nello specifico, sul presunto scoop di Friedman (che come spiega Gavino Pala scoop non è, visto che su molti giornali si parlava apertamente della ipotesi Monti), penso Napolitano abbia fatto bene. Il paese andava a rotoli, tra crisi economica e morale, compravendite di senatori ed aumento dello spread, e mi chiedo, cosa dovrebbe fare un Capo dello Stato? Assistere impassibile al declino di un Paese? Bene ha fatto Napolitano a contattare Monti, figura a suo tempo autorevole, ben vista in Europa, e sopra le parti. Poi, è andata come è andata, credevo sinceramente Monti potesse fare meglio, ma questo è un altro discorso.
Se invece dovessi sottolineare quelli che per me sono stati due errori del Capo dello Stato, citerei il tempo concesso al Premier Berlusconi, dopo lo strappo di Fini, per rimettere in piedi una maggioranza, e successivamente, dopo le ultime elezioni, io avrei provato a mandare Bersani alle Camere per stanare i grillini. Ciò detto, sono critiche, ma che partono dal rispetto che si deve al Capo dello Stato, oltretutto un quasi novantenne che avrebbe il sacrosanto diritto di riposare, ed è invece costretto per l’incapacità del sistema politico, a doversi sorbire l’avvocato Ghedini e le trecento correnti del Pd.

Qui mi permetto di fare un passo avanti. Arriviamo all’attualità. Si parla insistentemente di una staffetta al Governo tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Si parla di una regia di Napolitano. Ecco, in questo caso, sarei nettamente contrario.
Dal 2011, abbiamo avuto prima un Governo Tecnico, poi uno di larghe intese (ridotte poi a strette intese con la fuoriuscita di Forza Italia), ora potrebbe nascere un Governo non si sa bene di quali intese, con l’obiettivo delle riforme. Insomma, sarebbe il terzo governo consecutivo non espressione di una maggioranza solida di una coalizione di partiti, l’ennesimo Governo non scelto attraverso le elezioni.

Oltretutto, lo dico da persona vicina al centrosinistra, finora Renzi, sempre a mio parere, si stava muovendo bene: ha vinto le primarie con un ampio margine, ha portato le sue proposte in direzione, sta portando avanti una trattativa sulla riforma della legge elettorale, che, pur se fatta col nemico storico, potrebbe portare benefici a tutto il paese. Insomma, Renzi potrebbe tranquillamente aspettare la sua occasione tra un anno, ambire a vincere le elezioni e ritrovarsi con una maggioranza solida e con un governo che non dovrebbe sottostare ai ricatti di un Alfano o di un Lupi.
Il paese potrebbe avere dopo anni un Governo Normale, espressione di una maggioranza, che magari potrebbe poi avere, come nei paesi normali, rapporti civili e di collaborazione con l’opposizione.

Invece, sembra che ci avviamo per l’ennesima volta ad un qualcosa di ambiguo. Chi vivrà vedrà.
Mario Scelzo.

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