giovedì 6 febbraio 2014

Casini, D'Alema e Schifani

POLITICA - Vorrei sottoporvi una brevissima riflessione. Se avete letto qualcuno dei miei precedenti articoli su queste pagine, sapete che non ho una buona opinione del Movimento 5 Stelle, che considero un partito dedito alla distruzione  e non alla costruzione, è un partito che se potrebbe trovarmi d’accordo su qualche tematica, ritengo del tutto inadeguato per la strategia adottata in Parlamento, per i toni offensivi, per le molte opacità della coppia al comando Grillo e Casaleggio. Non mi dilungo, se viinteressa vi consiglio uno dei miei articoli in merito.

Vado al sodo. A mio parere, se i principali partiti politici attuassero comportamenti coerenti, pensassero al bene comune e non all’interesse personale, si dedicassero con competenza ai problemi del paese, la politica propagandistica del Movimento 5 Stelle non avrebbe nessun senso. Purtroppo, mantiene un senso a causa dei comportamenti di alcuni politici che, pur avendo commesso numerosi errori, pur essendo stati protagonisti nel bene o nel male ( a mio parere più nel male) della vita politica degli ultimo 20-30 anni, non si rassegnano a farsi da parte ed a lasciare spazio ad altre persone.
Cosa accomuna Casini, Schifani e D’Alema? Per me, tutti e tre, da strade politiche diverse, sono stati importanti protagonisti della vita politica degli ultimi anni. Chi Presidente del Consiglio, chi Capo Partito, chi Presidente della Camera o del Senato, alfieri della sinistra, del centro o della destra, sono indubbiamente stati protagonisti degli (almeno) ultimi 20 anni della nostra vita politica. Ora, è giudizio direi condiviso da quasi tutti gli osservatori che la Seconda Repubblica ha coinciso con un periodo di crisi dei partiti, con un decadimento morale e, specialmente negli ultimi anni, con la crisi economica. La mia domanda è, allora, perché le persone che hanno contribuito al declino di questo paese non accettano di farsi da parte? Perché devono continuare a tessere trame, pubbliche o occulte, a fare e disfare partiti, visto che il loro contributo negli ultimi anni è stato negativo?
Penso che la loro presenza nella vita politica valga un 5% ciascuno regalato alla propaganda del Movimento 5 Stelle, che ha buon gioco a parlare di casta, di favori, di conflitti di interessi.
Andiamo un minimo nello specifico. D’Alema inizia a fare politica nei giovani comunisti nel 1963. E’ fin dai primi anni 80 un dirigente di peso del Partito Comunista. Gli si può forse riconoscere il merito di aver chiuso la stagione del comunismo duro e puro e di aver traghettato il suo partito, per capirci il Pds prima ed i Ds poi, verso il socialismo europeo. Nel 1998 diviene il primo Presidente del Consiglio italiano proveniente da origini comuniste. Non mi dilungo, per anni il Pci ha lottato per avere il Governo, ma con D’Alema Premier non si ricordano brillanti ed efficaci politiche di sinistra. Dal 2000 in poi, D’Alema, in via ufficiale ma spesso manovrando i suoi fedelissimi, ha indebolito se non contribuito a far cadere Governi e Segreterie, da Prodi a Veltroni, da Bersani a Franceschini, dalla elezione di Prodi al Quirinale etc….. non è riuscito a fermare la corsa di Matteo Renzi ma sono personalmente convinto che a manovrare le attuali turbolenze di Cuperlo e Fassina ci sia sempre lo zampino di D’Alema.
Schifani. Dopo una vita nella DC aderisce a Forza Italia nel 1995 e scopre la politica nazionale. Nel 2008 diviene Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato. Fedelissimo di Berlusconi, creatore del Lodo Schifani che ha cercato di garantire una sorta di impunità all’ex Premier nonché suo scopritore politico. Insomma, una carriera politica anche importante grazie alla sponsorizzazione di Silvio Berlusconi. E cosa fa il buon Renato? Fonda il Nuovo Centrodestra per contrastare la leadership di Silvio Berlusconi. Ora, io sarei ben felice se in Italia nascesse un nuovo centrodestra moderato, di respiro europeo, che guardi al Partito Popolare Europeo. Mi domando come possa risultare credibile quello che oggi si chiama Nuovo Centrodestra, popolato da politici che per 20 anni hanno obbedito come soldatini agli ordini di Berlusconi.

Casini. Già negli anni 80 membro della Democrazia Cristiana. Nella Seconda Repubblica, prima col CCD poi con l’Udc alleato di Berlusconi. Per più di dieci anni ha governato insieme al Cavaliere, magari a volte cercando di portare moderazione alle proposte peggiori di Forza Italia, magari cercando di arginare le pressioni xenofobe della Lega Nord. A mio parere non c’è affatto riuscito, basti pensare che con l’Udc, partito di ispirazione cattolica, al Governo, viene approvata la legge sulla immigrazione Bossi-Fini che veramente non si può definire improntata ai principi della accoglienza e della solidarietà. Nel 2008 le tensioni esplodono e l’Udc di Casini non entra nel Popolo della Libertà e di fatto chiude i rapporti con l’area Berlusconiana. Casini cerca la strada del Terzo Polo. Volano parole grosse tra lui ed il Cavaliere. Non mi dilungo, vi segnalo solo questo tweet di PierFerdinando:
5 gen 2013: 

#Berlusconi mi insulta, ma non mi offendo. È nervoso: la sfida ormai è tra #Bersani e #Monti. Silvio è fuori gioco. Ora voltiamo pagina.

Casini si allea con Mario Monti e con Gianfranco Fini. Il risultato va al di sotto delle attese, sia per la coalizione, ma soprattutto per l’Udc. Se consideriamo che tutta la coalizione montiana arriva al 10.7%, va detto che dal nulla Scelta Civica raggiunge un dignitosissimo 8% mentre se non sbaglio il Partito di Casini non supera il 2. Segue un anno di tensioni tra alleati, di feroci discussioni tra Scelta Civica ed Udc, discussioni che se diamo retta ai sondaggi dimezzano l’elettorato centrista. Poi, arriva la proposta della nuova legge elettorale, edimprovvisamente Casini sceglie di tornare tra le braccia di Berlusconi. Mi domando, con quale credibilità si può seguire la strategia politica di Pier Ferdinando, se un anno fa parlava di Berlusconi come un pericolo ed oggi si propone come alleato?

Concludo. Fin quando a dettare la linea dei principali partiti politici italiani ci saranno personaggi come D’Alema, Casini e Schifani (ho preso loro come esempi, ma ne esitono molti altri), il Movimento 5 Stelle resterà saldo sopra il 20%. Se ci sarà un minimo di pulizia, ma soprattutto facce e proposte nuove (e va detto, con Renzi il Pd ha scelto di rompere col passato), son convinto che avremo una politica più credibile, ed anche la propaganda del Movimento 5 Stelle si rivelerà per quello che è, un enorme bluff.
Mario Scelzo.

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