martedì 11 febbraio 2014

Falsi complotti e convergenze parallele: Grillo, Forza Italia, l'impeachment di Napolitano ed il futuro di Renzi

Fiumi di parole sono state scritte in questi giorni a commento della richiesta di impeachment per il Presidente Napolitano presentato dal movimento 5Stelle. News, tweet e video si sono sprecati in queste ore (a cominciare dal Corriere che ha davvero "sprecato" la prima pagina..) sul falso scoop di Friedman relativo al mandato di Monti. Non vale davvero la pena rientrare in queste polemiche sterili perché ogni commento è superfluo. Sarà la storia ormai a giudicare l'operato di Napolitano (c'è molto da approfondire su una figura come lui), i governi di Berlusconi (si tratterà probabilmente dell'unico processo-verità in cui la prescrizione non conta) ed il salvataggio di Monti (come la si voglia vedere se abbiamo ancora l'inchiostro nelle penne per scrivere...).
Detto ciò vale piuttosto la pena rileggere alcune righe circolate nella democratica rete. Si tratta di 2 post di un blog molto frequentato, utili per comprendere come i presunti salvatori della patria altro non siano, alla fine, che falsi profeti: oggi dicono una cosa e domani (come i loro predecessori) esattamente il contrario. No, non stiamo parlando di Matteo Renzi, il quale ancora non ce ne dà adito. Ecco cosa scriveva Beppe Grillo a Giorgio Napolitano nel 2011 e cosa invece scrive ora per motivare la richiesta di impeachment. Il problema del pensiero unico (tutto o è bianco o è nero) è proprio questo: facilmente si contraddice da solo, rilevando la sua pochezza.

dal Blog di Beppe Grillo del 30 luglio 2011
«Spettabile presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quasi tutto ci divide, tranne il fatto di essere italiani e la preoccupazione per il futuro della nostra Nazione. L’Italia è vicina al default, i titoli di Stato, l’ossigeno (meglio sarebbe dire l’anidride carbonica) che mantiene in vita la nostra economia, che permette di pagare pensioni e stipendi pubblici e di garantire i servizi essenziali, richiedono un interesse sempre più alto per essere venduti sui mercati. Interesse che non saremo in grado di pagare senza aumentare le tasse, già molto elevate, tagliare la spesa sociale falcidiata da anni e avviare nuove privatizzazioni. Un’impresa impossibile senza una rivolta sociale. La Deutsche Bank ha venduto nel 2011 sette miliardi di euro dei nostri titoli».
«È più di un segnale: è una campana a martello che ha risvegliato persino Romano Prodi dal suo torpore. Il Governo è squalificato, ha perso ogni credibilità internazionale, non è in grado di affrontare la crisi che ha prima creato e poi negato fino alla prova dell’evidenza. Le banche italiane sono a rischio, hanno 200 miliardi di euro di titoli pubblici e 85 miliardi di sofferenze, spesso crediti inesigibili. Non sono più in grado di salvare il Tesoro con l’acquisto di altri miliardi di titoli, a iniziare dalla prossima asta di fine agosto. Ora devono pensare a salvare sé stesse».
«In questa situazione lei non può restare inerte. Lei ha il diritto-dovere di nominare un nuovo presidente del Consiglio al posto di quello attuale. Una figura di profilo istituzionale, non legata ai partiti, con un l’unico mandato di evitare la catastrofe economica e di incidere sulla carne viva degli sprechi».


«Ricordo, tra i tanti, l’abolizione delle Province, i finanziamenti pubblici ai partiti e all’editoria e le grandi opere inutili finanziate dai contribuenti, come la Tav in Val di Susa di 22 miliardi di euro. Gli italiani, io credo, sono pronti ad affrontare grandi sacrifici per uscire dal periodo che purtroppo li aspetta, ma solo a condizione che siano ripartiti con equità e che l’esempio sia dato per primi da coloro che li governano. Oggi non esiste purtroppo nessuna di queste due condizioni».
«In un altro mese di luglio, nel 1943, i fascisti del Gran Consiglio, ebbero il coraggio di sfiduciare il cavaliere Benito Mussolini, l’attuale cavaliere nessuno lo sfiducerà in questo Parlamento trasformato in un suk, né i suoi sodali, né i suoi falsi oppositori.Credo che lei concordi con me che con questo governo l’Italia è avviata al fallimento economico e sociale e non può aspettare le elezioni del 2013 per sperare in un cambiamento. In particolare con questa legge elettorale incostituzionale che impedisce al cittadino la scelta del candidato e la delega invece ai partiti. Queste cose le conosce meglio di me. Lei ha una grande responsabilità a cui non può più sottrarsi, ma anche un grande potere. L’articolo 88 della Costituzione le consente di sciogliere le Camere. Lo usi se necessario per imporre le sue scelte prima che sia troppo tardi.
Saluti.
Beppe Grill
o».

dal Blog di Beppe Grillo dell'11 febbraio 2014
«(...) Un Savoia la posto di Napolitano avrebbe avuto più ritegno. La commedia alpina continua. De Benedetti: "discussi con Monti se accettare o meno l'offerta e il momento giusto per farlo e che ciò avvenne nella mia casa ad agosto, quindi Monti aveva già parlato allora con Napolitano". Berlusconi era allora un presidente del Consiglio regolarmente eletto, non era ancora stato condannato e fatto decadere. Fu sostituito con un tecnocrate scelto da Napolitano senza che il Parlamento sfiduciasse il governo in carica. Oggi, dopo due anni e mezzo, sappiamo che lo spread non ha (né aveva) nulla a che fare con l'economia reale. Infatti lo spread è sceso mentre l'Italia è in profonda recessione, stiamo molto peggio del 2011. Sappiamo anche che un Presidente della Repubblica ha svolto funzioni che non gli sono attribuite dal suo incarico senza che gli italiani ne fossero informati. Sappiamo inoltre che De Benedetti, un privato cittadino italiano diventato svizzero, può condizionare la politica italiana dalla sua villa di Saint Moritz e lo dice pure. E infine sappiamo chei cittadini italiani sono espropriati da qualunque decisione e che il loro voto non conta nulla. per i registi dei cinepanettoni della democrazia. Impeachment, e così sia!» Leggi l'articolo completo

dal Blog di Beppe Grillo del 9 maggio 2013
«Un plauso alle parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "'Bisogna fermare la violenza verbale prima che si trasformi in eversione" per aver sottolineato, anche se implicitamente, le parole eversive di Brunetta a proposito della condanna confermata in appello a quattro anni per frode fiscale per i diritti tv per le reti Mediaset di Berlusconi: "Così i giudici distruggono la democrazia". Napolitano uno di noi.»

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