martedì 13 novembre 2012

Benedetto XVI in visita nella casa-famiglia VIva gli anziani

Non è stata solo la visita del vescovo di Roma, quella compiuta dal papa Benedetto XVI alla casa-famiglia Viva gli anziani della Comunità di Sant’Egidio, ma anche  quella di un “anziano in visita ai suoi coetanei” come ha detto lo stesso Benedetto XVI, “conosco bene le difficoltà  dettate dal limite dell’età” prosegue il Santo Padre  “e, per molti, aggravate dalla crisi economica.” Il papa, arrivato nella tarda mattinata di lunedì al Gianicolo a Roma, ha incontrato gli anziani che vivono nella casa Viva gli anziani, si è fermato a parlare con loro, ha ascoltato le loro storie, spesso segnate dalla povertà e dalla solitudine. Vincenzo, il più giovane della casa, oggi settantenne, dopo anni di duro lavoro, a 50 anni si è ammalato seriamente e ha dovuto smettere, i volontari di Sant’Egidio lo hanno dapprima, aiutato a casa e poi, quando per lui è stato difficile vivere da solo, lo hanno accolto nella casa alloggio. Sandro, 80 anni, per colpa di un ictus ha perso parte della sua autosufficienza, nel 2000 si è trasferito nella casa. Licia, 98 anni, era rimasta sola, dopo la morte del marito e del figlio, da quel momento, questa è diventata la sua casa. Maria sono 14 anni che vive insieme agli anziani della comunità e quest’anno ha festeggiato insieme a tanti amici i suoi 100 anni.  Queste sono solo alcune delle storie che il papa ha potuto ascoltare dalla voce dei protagonisti.  Il Santo Padre, dopo aver visitato la casa, si sofferma a parlare con alcuni giovani della Comunità prima di raggiungere il giardino. Ad accoglierlo volontari e anziani, generazioni distanti per età ma accumunati da una profonda amicizia. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità, accoglie il Papa con parole di riconoscenza e di speranza. “Nelle strade di Roma, e di tante città europee, incontriamo sempre più anziani tristi e rassegnati. Troppi sono dimenticati: impoveriti dalla malattia, dalla solitudine, dalla fragilità, dall’esclusione. La benedizione di una lunga vita si trasforma in tristezza. E’ un destino inevitabile? Ci chiediamo ormai da tanti anni.” Riflette Impagliazzo, che prosegue “In questa e nelle altre quattordici case della Comunità a Roma, gli anziani ritrovano la speranza. Qui si realizza la parola del Salmo 71, definito “la preghiera di un vecchio”: “Io invece continuo a sperare, moltiplicherò le tue lodi”. Poi la testimonianza di Enrichetta, un’anziana di un quartiere periferico della città, che racconta, come lei a 91 anni e quasi senza vista, debba essere accompagnata per fare tutto, ma che l’amicizia con i giovani le ha dato tanta forza, tanto che lei per prima va a trovare gli anziani più deboli e soli negli istituti. Poi il discorso del papa: “Spesso la società, dominata dalla logica dell’efficienza e del profitto” respinge il “dono” della vecchiaia ”considerando gli anziani come non produttivi, inutili”. E poi si sofferma sul valore dell’amicizia tra generazioni diverse, perché gli anziani sono un libro aperto di sapere per i più giovani.

Gavino Pala

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