giovedì 21 novembre 2013

Seggi elettorali vuoti?

POLITICA -
Alle ultime elezioni politiche del Febbraio 2013 hanno votato il 75.2 degli aventi diritto, dato già in calo, se pensiamo che alle ultime 3 elezioni politiche tenutesi tra il 2001 ed il 2008 dove l’affluenza era sempre stata tra l’80 e l’83%.

Il libro “La Casta”, scritto nel 2007 dai giornalisti Stella e Rizzo è divenuto quasi un simbolo ed un manifesto degli sprechi, dei privilegi, delle dinamiche poco chiare tra potere politico ed economico. A conferma delle tesi esposte nel libro sono poi arrivate le indagini giudiziarie che hanno coinvolto il Presidente del Consiglio dell’epoca Silvio Berlusconi, poi le giunte regionali della Lombardia, del Lazio, del Piemonte e sicuramente dimentico qualche regione.
Nonostante tutto questo, alle ultime elezioni politiche del Febbraio 2013 hanno votato il 75.2 degli aventi diritto, dato non altissimo ma neppure pessimo, insomma 3 persone su 4 si sono recare ai seggi.
Guardiamo cosa è successo dopo.
Per l’elezione del Sindaco di Roma del Giugno 2013 hanno votato il 52.3% al primo turno ed il 45.03% al ballottaggio.
Ad Aprile 2013, in Friuli Venezia Giulia, hanno partecipato al voto il 50.5% degli aventi diritto.
In Trentino, ad Ottobre 2013, ha votato il 62% degli aventi diritto.
Pochi giorni fa, in Basilicata, alle elezioni regionali hanno votato il 47.6% degli aventi diritto.
Roma, Il Trentino, la Basilicata ed il Friuli, 4 zone diverse per storia, tradizione e cultura, ma accomunate da una crescita della astensione, a distanza di non più di sei mesi dalle ultime elezioni politiche. Potremmo azzardare e dire che l’astensione cresce in tutta Italia. Vorrei provare a dare delle mie personali risposte. Per semplificare propongo due ipotesi, in parte collegate: 1) la sfiducia verso il Movimento 5 Stelle; 2) la sfiducia verso i partiti “tradizionali” ( pur cambiando nome, vedi Pdl Forza Italia Nuova Destra, sempre di partiti tradizionali si tratta).
Partiamo dal Movimento 5 Stelle, la mia ipotesi è molto semplice. Tanti avevano visto in loro una speranza, una alternativa, una risposta ai problemi del paese. Insomma, tanti che avevano smesso di votare per mancanza di fiducia nei partiti tradizionali, avevano scommesso su di loro. Ma, dopo sei mesi di figuracce, di chiusura ad ogni forma di dialogo, di no ripetuti, insomma dopo mesi di assenza di qualsiasi iniziativa politica che non sia il solo urlare vaffanculo, hanno deciso di non confermare il loro voto al movimento. A mio parere, non tutti, ma molti degli elettori del movimento 5 stelle erano disponibili ad una alleanza di Governo con il Pd, magari trattando, magari proponendo nomi alternativi, ma non hanno gradito il no secco e perentorio ad ogni ipotesi lanciato dal grande capo. Tanti si sono resi conto di aver votato un movimento che credevano democratico ma è in realtà una sorta di club dove due, Grillo e Casaleggio, decidono per tutti. (Ricordo che alle politiche il Movimento 5 Stelle ha raggiunto il 25% dei voti, mentre tra le comunali a Roma e le elezioni regionali raramente ha superato il 10%).
Quindi, sfiducia verso il 5 stelle, ma chiaramente questi voti non sembrano recuperati dai partiti tradizionali e ad oggi sembrano persi nella astensione. Perché? Perché i partiti tradizionali non attraggono. Una rapida occhiata della situazione. Il Pd, in attesa delle Primarie, non ha una linea chiara, basti pensare alla figuraccia sul caso Cancellieri: i tre candidati alle Primarie annunciano la sfiducia, Letta impone un diktat, il Partito vota la fiducia con Epifani che in sostanza afferma che il ministro è sfiduciato ma non si può sfiduciarlo perché Napolitano e Letta non vogliono (si rimanda all’ultimo articolo di Gavino Pala su queste pagine).
Il progetto di Scelta Civica (come facilmente ipotizzabile, vista l’unione di forze sociali del tutto diverse) è ufficialmente naufragato, ed al Centro continuano movimenti sotterranei, spesso condotti da vecchi lupi di mare della politica tipo Casini, che a mio parere non scaldano l’elettorato, che vede tutto ciò come una minestra riscaldata e povera di contenuti. Sembra di vedere più che la ricerca di un progetto, la ricerca di una poltrona.
Il Centrodestra è diviso da mesi tra falchi e colombe, questo ha portato alla scissione (vera o finta?) tra Forza Italia ed il Nuovo Centrodestra (che di nuovo sembra avere ben poco, se pensiamo che elementi di punta sono il pluriindagato Formigoni, l’ex socialista e forza italiota Cicchitto, l’ex Dc Giovanardi, insomma non proprio dei dilettanti della politica).
Personalmente chi scrive è contrario alla astensione, pensa che il non votare sia la scelta peggiore, perché non è utile sparare nel mucchio, non è saggio il dire sono tutti uguali, pensa che compito del cittadino sia individuare le alternative migliori, pensa che generalizzare sia sbagliato, e pensa che se non votiamo, poi non possiamo neppure lamentarci se le cose non vanno bene.
Però chi scrive pensa pure che i partiti, vecchi e nuovi, dovrebbero mostrare più serietà, più interesse verso i problemi del paese e meno alle alchimie ed alle poltrone, altrimenti alle prossime elezioni gli elettori si conteranno sulle dita di una mano.

Mario Scelzo



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