martedì 13 maggio 2014

Voto europeo e ricadute italiane

VERSO LE ELEZIONI EUROPEE - Tra meno di due settimane saremo chiamati alle urne per l’elezione del prossimo Parlamento Europeo. Ho già scritto su queste pagine inmerito alla valenza specifica di questa tornata elettorale e rispetto allaimportanza di scegliere i nostri rappresentanti in Europa.

È chiaro che la tornata elettorale attuale avrà delle ricadute anche in casa nostra. A distanza di un anno e mezzo dalle ultime votazioni politiche, con tutto ciò che quelle elezioni hanno comportato ( larghe intese, medie intese, da Napolitano a Napolitano, l’avvento del M5S, da Bersani a Renzi etc…), sarà indubbiamente interessante misurare il peso reale dei singoli partiti, e son convinto che a seconda dei risultati elettorali ci saranno delle ricadute concrete sulla politica italiana.

Proverò a procedere con ordine, valutando partito per partito. Proverò a mettere da parte ogni simpatia politica ed a ragionare in maniera neutra.

Partiamo dal PD. Alle elezioni politiche del 2013 prese il 25%. Molti sondaggi danno ora il PD tra il 30 ed il 35, tracciando una media potremmo dire il 33. A mio parere, un Pd che superasse quota 30 ( e più lo supera più rafforza la mia tesi) sarebbe un notevole incoraggiamento alla azione governativa di Matteo Renzi. In qualche modo, un Pd sopra il 30 sarebbe quasi una sorta di legittimazione simbolica del Governo Renzi da parte dell’elettorato. (sottolineo simbolica perché, essendo noi una Repubblica Parlamentare, il Governo Renzi è pienamente legittimato nella sua azione politica).

Al contrario, un PD sotto quota 25, e magari superato dal Movimento 5 Stelle, sarebbe un enorme campanello d’allarme per il Pd e per il Governo. Di conseguenza, veniamo al M5S. Da mesi i rappresentanti del movimento hanno coniato lo slogan “VINCIAMONOI”  e più volte Grillo ha affermato di volersi ritirare dalla politica in caso di mancata vittoria elettorale. Ora, a casa mia, ed in democrazia, vince chi prende un voto in più dell’avversario. Se ad esempio il Pd prendesse il 28 e Grillo il 27, sarebbe un risultato notevole ma comunque una sconfitta.

Se venissero confermati molti dei sondaggi attuali, che danno il Pd al 32 e M5S al 22/23, sarebbe una notevole sconfitta del Movimento. Mi permetto di sottolineare che di solito le elezioni intermedie segnano sempre un aumento dei partiti di opposizione, quindi se M5S prendesse meno voti del 25% dello scorso anno, sarebbe per loro un pessimo segnale.

Nel campo delle ipotesi, M5S vince le elezioni. Certamente sarebbe un pessimo segnale per il Governo, ma non c’è nessun legame con il Governo Italiano. Considero insensata la richiesta di sciogliere il Parlamento in caso di vittoria penta stellata. Se i grillini vinceranno, vorrà dire che eleggeranno più rappresentanti in Europa.

Spostiamoci nel CentroDestra. Sarà interessante valutare il calo di Forza Italia (anche se ricordo che quasi sempre il Cavaliere ha recuperato terreno rispetto ai sondaggi), e soprattutto i rapporti di forza tra Forza Italia ed il Nuovo CentroDestra. FI al 20/22 e Alfano sotto al 4 produrrebbero a mio parere un ritorno del NCD nella casa del Padre. FI al 16/17 ed Alfano al 7/8 produrrebbero una fuga di parlamentari ed amministratori locali da Berlusconi ad Alfano.

Gli esiti del voto influiranno a mio parere sull’esito delle riforme e sulla durata del Governo. Con un Pd al 35% Renzi potrebbe essere tentato di passare all’incasso elettorale per poter governare da solo, ma a quel punto ipotizzo salterebbero gli accordi sia rispetto alla legge elettorale sia rispetto alle riforme costituzionali.

Non mi dilungo per motivi di spazio e per non annoiarvi, ma sarà molto interessante valutare il peso e la tenuta di alcune forze politiche di fatto nuove, come la Lista Tsipras, Scelta Europa, e di altre più antiche come la Lega Nord e Fratelli d’Italia. Non raggiungere la soglia del 4% sarebbe una sconfitta che potrebbe anche segnare la fine di alcune esperienze politiche, al contrario un buon risultato del 5/6% potrebbe spingere alcune di queste forze a proporsi come alleati per future coalizioni di Governo.

Una parola su Scelta Europa. In teoria è figlia dell’8.7% di Scelta Civica, ma poi in quel partito è successo di tutto. Che succederà con un risultato al di sotto del 3%? Il partito andrà avanti? Con quali prospettive?

Discorso simile per Tsipras, che in teoria parte da un 5% (3 di Sel più 2 dei vari rifondazione e comunisti italiani). Non raggiungere la soglia sarebbe un pessimo segnale, vorrebbe dire una sinistra a mio parere costretta poi a cercare una alleanza col Pd ma da una posizione nettamente minoritaria e debole.

Insomma, chi vivrà vedrà.

Mario Scelzo

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