giovedì 13 dicembre 2012

Per non dimenticare, ricordo di Samb Modou e Diop Mor uccisi a Firenze un anno fa

Forse è presto per farlo diventare un anniversario, ma a distanza di un anno è giusto ricordare.
Samb Modou e Diop Mor sono due immigrati senegalesi, vivevano a Firenze, ma il 13 dicembre di un anno fa il loro destino è segnato dalla brutalità e dalla violenza, dal razzismo cieco.
Gianluca Cassari era un uomo di cinquant’anni, un ragioniere nato nella provincia pistoiese, ha la passione per Tolkin, per i riti celti e neopagani. Ma soprattutto ha una passione per l’estremismo di destra, ha fondato la rivista oltranzista “La Soglia” ha scritto alcuni libri esoterici tra cui  "I protocolli del Savio di Alessandria", con chiaro riferimenti ai Protocolli dei savi di Sion, dove prova a sostenere una congiura internazionale degli ebrei e nel quale prova a negare l’Olocausto. Quella mattina non è scattata in lui una molla che lo ha portato a compiere un gesto tanto folle, la sua storia parla di un uomo che covava la violenza nel profondo fino a scoppiare.
La mattina di un anno fa esce di casa con la sua pistola e in macchina raggiunge la centrale piazza Dalmazia a Firenze. Sono le 12.30. C’è il solito mercato, molti stranieri, per lo più senegalesi. Inizia la sua caccia all’uomo. Tira fuori la pistola e fredda Samb Modou e Diop Mor, poi ferisce un altro ragazzo.
Nella piazza il caos. Urla e tafferugli permettono a Cassari di fuggire. Raggiunge piazza San Lorenzo. La sua rabbia non si ferma. Spara ad altri due ragazzi senegalesi, senza ucciderli.
Interviene la polizia che lo bracca. Alle 15, ormai intercettato dalle forze dell’ordine e senza via di fuga, Cassari si punta la pistola alla gola e si uccide.
Due ore e mezza di follia e violenza.
Samb Modou aveva quarant’anni, mentre Diop Mor, più grande, ne aveva 54.
Moustapha Dieng, 34 anni, Sougou Mor, 32 anni, e Mbengue Cheike, 42 anni sono i tre ragazzi rimasti feriti nell’attentato, Dieng quel giorno è rimasto paralizzato.
In quelle drammatiche ore in molti, esponenti politici e della società civile hanno manifestato dolore e preoccupazione. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha parlato della sua città “colpita al cuore” proclamando un giorno di lutto nazionale, il presidente della Camera, Gianfranco Fini ha sottolineato che “Si è trattato di un barbaro omicidio di persone innocenti che, in quanto persone al di là di ogni distinzione di lingua, religione o razza, meritano di essere ricordate”, il ministro Riccardi si era detto “molto preoccupato per quello che è successo, sono in contatto con il sindaco: questa è una cosa brutta che colpisce una comunità molto bene integrata”', “C'è sicuramente una rete d'odio, ma c’è qualcosa di più. Dobbiamo essere estremamente attenti a dare sicurezza a questi immigrati, a questi cittadini senegalesi”.
Ad un anno da quegli eventi Firenze ha organizzato diverse manifestazioni e cerimonie per ricordare Samb Modou e Diop Mor. Qualcuno ha chiesto il conferimento della cittadinanza a Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbengue Cheike, i tre sopravvissuti, e questo sarebbe un gesto di particolare sensibilità da parte delle istituzioni.
La violenza e l’odio colpiscono cecamente, forse solo la memoria li può fermare.

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