Anche l'ultimo governo, quello tecnico guidato dal professor Mario Monti, non è riuscito pienamente a risolvere una serie di problemi, da una parte la strana maggioranza che doveva sostenere e che più di una volta ha usato veti incrociati per non portare a termine una serie di riforme (pensiamo alla legge elettorale) dall'altra va riscontrata una certa timidezza dello stesso governo per non andare allo scontro aperto con gli stessi partiti che lo sostenevano (pensiamo alla legge sulla corruzione forse troppo morbida).
In questo clima ha preso sempre di più forza l'antipolitica e l'anticasta che ha portato alle ultime elezioni ad un forte astensionismo e all'affermazione del MoVimento 5 Stelle che proprio sull'antipolitica ha costruito la loro campagna elettorale.
Oggi, con una forte divisioni ed una legge elettorale che ha di fatto dato una maggioranza al centro sinistra alla Camera dei Deputati ma un Senato totalmente diviso, il problema di poter dare un governo forte a questo paese non è facile, e questo è stato detto in tutte le salse in questi giorni. Il mandato esplorativo dato da Napolitano pochi giorni fa a Bersani è una strada stretta che il segretario del PD non è detto sia capace di percorrere.
Ma la domanda che gira dalle elezioni ad oggi, e che anche io mi pongo, non è tanto cosa farà il MoVimento di Grillo, quello è chiaro, nessuna alleanza, ma cosa vuole veramente. E' facile stare nelle piazze ed urlare contro la vecchia politica, anche perchè i partiti hanno dato più di un argomento per farsi urlare dietro, cosa ben diversa è stare nelle stanze dei bottoni e proporre cambiamento e discontinuità con il vecchio modo di fare politica. Ho la sensazione che la grande affermazione unita alla frammentazione al Senato è più un problema che una vittoria per Grillo. Facile stare in parlamento e controllare cosa fanno gli altri con la scusa di non volersi sporcare le mani ma con numeri così incerti, davanti alla richiesta di responsabilità chiesto dal Presidente della Repubblica, l'atteggiamento “Con voi non ci parliamo” a cosa porta?
Non votare la fiducia è un diritto sancito dalla nostra Costituzione, non bisogna chiedere al M5S di votare contro le proprie idee e principi, ma sono stati eletti portando un programma e dovrebbero avere l'obbligo rispetto ai propri elettori, e non solo visto che il seggio parlamentare non ha vincoli di mandato, di provare a trovare i modi per poterlo mettere in pratica.
Gli ultimi dati parlano di un'Italia con 4 milioni di poveri, esodati e disoccupati sono una piaga della nostra società, abbiamo bisogno di dare risposte concrete sui conti pubblici per non fare la fine di Cipro. Davanti a questi problemi quali sono le risposte del MoVimento? Come reperire i soldi per il reddito di cittadinanza? Quali misure per il rilancio delle imprese?
Tra i Venti punti del loro programma, che Crimi e la Lombardi hanno anche portato al Quirinale per le consultazioni, ci sono anche delle interessanti intuizioni, come credono di poterli fare diventare leggi dello stato?
Non è un'occasione mancata, pensando proprio alla centralità che deve avere in questa legislatura il Parlamento, il non lavorare insieme per dare risposte concrete? La pregiudiziale dei grillini è sui contenuti o sulle persone? È sulla politica o sui politici?
La domanda di fondo rimane, per il MoVimento la priorità è quella di distruggere la vecchia classe politica, dei vari Bersani e Berlusconi, per sostituirla con la loro, oppure è quella di risolvere i problemi veri di questo paese, iniziando con la moralizzazione di una classe politica che sembra allo sbando.
Grillo vuole ricostruire sulle macerie, ma per quelli che sotto le macerie ci rimangono?
Forse nessuno rispondere a queste mie domande, ma sarebbe utile avere le risposte.
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